Fabio Falchi

La guerra in Ucraina è un evento tragico foriero di conseguenze politiche pesantissime che stiamo appena intravedendo. Nondimeno, in base alle cifre ufficiali delle vittime conteggiate dall’Onu, è importante riconoscere che non c’è nessun genocidio né alcuna guerra di sterminio in corso, come strumentalmente si ripete. Le parole sono importanti.

La guerra in Ucraina è una tragedia immensa ma non un genocidio

Secondo l’Onu dall’inizio della invasione russa dell’Ucraina sono morti ufficialmente circa 5.000 civili, anche se probabilmente il numero dei civili morti a causa della guerra è maggiore. (Repubblica fa un suo conteggio unendo varie fonti ed arriva fino a 26mila ma sono stime non verificabili NDR)

Tuttavia, considerando che la popolazione dell’Ucraina è di 40-45 milioni, il numero delle vittime civili dovrebbe essere di 1-2 o nel peggiore dei casi 3-4 su 10.000 abitanti.

Cifre terribili, ma, almeno per ora, nemmeno paragonabili a quelle di altre guerre anche tenendo conto che la guerra che si combatte in Ucraina è “ad alta intensità”.

Certo, si deve anche considerare l’elevato numero di sfollati, delle abitazioni e delle infrastrutture distrutte e così via. E comunque, è ovvio, che non è solo questione di cifre.
Insomma, che la guerra stia seminando morte e distruzione in Ucraina è indiscutibile.

Nondimeno, se è vero che non c’è stato alcun genocidio nel Donbass in questi ultimi otto anni, è anche vero che attualmente non c’è nessun genocidio né alcuna guerra di annientamento o di sterminio in Ucraina.

C’è una guerra e una guerra è sempre un evento tragico che causa lutti e terribili sofferenze.
Ma riconoscere questo, benché sia necessario, non significa né spiegare le cause di questa guerra né che si possa distorcere la verità.

Chi strumentalizza questa guerra per fini geopolitici o per ragioni ideologiche e usa come al solito due pesi e due misure è perfino peggiore di chi si macchia di crimini di guerra, perché se ne infischia della sorte dei bambini ucraini come se ne è infischiato o se ne infischia di quelli del Donbass, dello Yemen, di quelli palestinesi, dell’Iraq e via dicendo.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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