Il Primo Ministro di Israele, Yair Lapid, ha dichiarato, oggi, davanti ai leader delle comunità periferiche della Striscia di Gaza che “gli obiettivi sono stati raggiunti” e che “è inutile continuare l’operazione” lanciata venerdì scorso contro il Jihad Islamico, riporta la stazione radio locale Kan .
Lapid ha rilasciato queste dichiarazioni poche ore dopo aver affermato che le operazioni aeree a Gaza “continueranno per tutto il tempo necessario”, chiarendo che agiranno “in modo preciso e responsabile per ridurre al minimo i danni ai civili”.
Poche ore fa, come riferiscono attivisti locali, come Zakaria Baker, in un’ora sono stati uccisi 13 palestinesi, fra i quali 5 bambini. Le immagini pubblicate dall’attivista da Gaza sono a dir poco terrificanti.
Sconsigliamo la visione alle persone particolarmente sensibili.
Gli attacchi sono avvenuti anche nelle prossimità di un cimitero. L’ultimo bilancio è di 41 palestinesi uccisi, tra cui 15 bambini, 4 donne e 311 feriti.
Report sui massacri avvenuti tra ieri e la scorsa notte su Gaza a cura di Paola Di Lullo
Si è scavato a lungo, la scorsa notte, tra le macerie delle case bombardate a Rafah. Otto i martiri, tra cui tre donne ed un bambino, Raafat Al-Zamili, comandante in campo delle Brigate al Quds, e Khaled Mansour, comandante della regione meridionale del Jihad e membro del Consiglio militare.
Le Brigate al Quds hanno rilasciato una dichiarazione in cui giurano vendetta sul sangue dei loro martiri, promettono di proteggere Gerusalemme, proprio oggi invasa dai coloni, e di demolire gli insediamenti adiacenti la Striscia. Colpita Ashkelon.
Schegge di razzo sono arrivate fino ad Al Aqsa.
Ma chi è Khaled Mansour?

Per Israele è il primo ricercato nel movimento del Jihad islamico ed il secondo in assoluto nella Striscia di Gaza, dopo Muhammad Deif, il comandante delle Brigate Al-Qassam, l’ala militare di Hamas.
Mansour è entrato a far parte del braccio militare del Jihad nel 1988 e sta ancora frequentando l’istruzione secondaria.
Israele lo considera la mente delle operazioni di martirio durante l’Intifada di Al-Aqsa. Partecipò personalmente alle operazioni che portarono all’uccisione di due soldati israeliani nel 1994.
È sopravvissuto a ripetuti attentati, il più pericoloso dei quali nel 2014.
È il comandante della Brigata del distretto meridionale ed è membro del Consiglio militare di Saraya al-Quds.
Nel 2019, l’ex primo ministro Benjamin Netanyahu lo accusò di essere responsabile dell’uccisione di 3 coloni in un attacco missilistico su Ashkelon e promise di assassinarlo.
È uno dei leader della sala operativa congiunta che ha condotto la battaglia di Seif al-Quds nel 2021.