People rejecting the new constitution draft celebrate after knowing the first results of the referendum vote, in Santiago, on September 4, 2022. A resounding majority in Chile rejected the proposed constitution that sought to change the one inherited from the Augusto Pinochet's dictatorship (1973-1989) for one with more social rights. With almost 100 percent of votes counted, the reject camp led with nearly 62 percent compared to just 38 percent for those in favor. (Photo by CLAUDIO REYES / AFP)

Manifestazione di rifiuto della nuova Costituzione


Francesco Cecchini

In Cile, domenica 4 settembre la nuova Costituzione è stata bocciata massicciamente tramite referendum. Quasi il 62% dei cileni non ha sostenuto il testo che doveva sostituire quello ereditato dalla dittatura di Augusto Pinochet. Il presidente, Gabriel Boric, ha subito annunciato la sua volontà di rilanciare “un nuovo processo costituzionale”. Un primo referendum dell’ottobre 2020 aveva chiaramente chiesto la stesura di un nuovo testo fondamentale (79%) e di vedere cancellata l’ombra di Pinochet e di un laboratorio cileno di ultraliberalismo. Ma il frutto di un anno di lavoro dei 154 membri di un’Assemblea Costituente, eletti nel maggio 2021 per redigere la proposta, ha apparentemente scosso il conservatorismo di gran parte della società cilena.
Sul risultato alle urne significativo è stato il commento di Gustavo Petro, presidente della Colombia: “Ha rivissuto Pinochet!”.
Il leader comunista Guillermo León Teillier del Valle ha affermato: “La lotta continua (…) sarà in condizioni avverse”, chiedendo l’unità dei partiti che hanno sostenuto la nuova costituzione e di mantenere “fermo” sostegno al governo del presidente Boric e al suo programma.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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