Il primo ministro in carica Magdalena Andersson potrebbe decidere di formare un governo delle forze favorevoli all’ingresso della Svezia nella NATO, mentre i partiti di sinistra difendono la storica neutralità militare di Stoccolma.

L’11 settembre, i cittadini svedesi sono stati chiamati alle urne per le elezioni legislative, che prevedono il rinnovamento dei 349 seggi che compongono il Riksdag, il parlamento unicamerale di Stoccolma. Negli ultimi anni, la Svezia è divenuta particolarmente nota per le difficoltà di formare un governo, come nel caso del 2018, quando ci vollero più di quattro mesi per trovare un accordo che permettesse al socialdemocratico Stefan Löfven di restare in sella. Lo stesso Löfven avrebbe poi rassegnato le dimissioni nel novembre del 2021, passando il testimone a Magdalena Andersson, che ha portato il Paese alle elezioni di quest’anno non senza complicazioni.

Sebbene la campagna elettorale svedese si sia basata soprattutto su tematiche di politica interna, con l’opposizione di destra che ha accusato il governo di non essere abbastanza duro nella repressione del crimine e nel controllo dell’immigrazione, il mondo sta osservando con attenzione la Svezia per sapere se il Paese scandinavo, insieme alla vicina Finlandiaentrerà realmente a far parte della NATO. “Il 18 maggio, l’ambasciatore svedese presso la NATO, Axel Wernhoff, ha consegnato la domanda di adesione del Paese al segretario generale dell’alleanza, Jens Stoltenberg”, ha scritto Mats Engström su World Politics Review. “La mossa segna un cambiamento sismico nella politica di sicurezza svedese, che per 200 anni si è basata sul non allineamento militare. La rapida inversione di marcia del Partito Socialdemocratico al governo, insieme alla decisione simile della Finlandia, cambierà il panorama della sicurezza nel Nord Europa”.

Nella formazione del governo, il primo ministro Magdalena Andersson, che spera di restare in carica in quanto leader del primo partito del Paese, dovrà decidersi se rivolgersi agli storici alleati del centro-sinistra, tra i quali vi sono però forze che si oppongono all’ingresso nella NATO, oppure creare un’alleanza pro-NATO con quelle che attualmente sono le forze di opposizione del centro-destra.

Dando uno sguardo ai risultati elettorali, il Partito Socialdemocratico dei Lavoratori di Svezia (Sveriges Socialdemokratiska Arbetareparti, S/SAP) della premier Andersson ha conservato il proprio primato con il 30,50% delle preferenze e 108 seggi sui 349 disponibili, facendo segnare addirittura un incremento di 8 scranni. Al secondo posto, troviamo l’ascesa del partito di estrema destra Democratici Svedesi (Sverigedemokraterna, SD), che ottiene il suo miglior risultato di sempre con il 20,67% dei consensi e ben 73 deputati. La formazione guidata da Jimmie Åkesson è storicamente contraria alla NATO, ma negli ultimi mesi lo stesso leader ha affermato di voler rivedere la politica di SD nei confronti dell’alleanza militare. Ad ogni modo, i Democratici Svedesi saranno quasi certamente esclusi dalla coalizione di governo, sebbene si tratti della formazione che ha fatto registrare il maggior incremento di seggi rispetto alla precedente legislatura.

Il Partito Moderato (Moderata Samlingspartiet), storico rivale dei socialdemocratici, scivola dunque al terzo posto con il 19,06% dei voti e 68 rappresentanti. La formazione di Ulf Kristersson, ex ministro della Sicurezza Sociale tra il 2010 ed il 2014, come detto, critica le politiche interne dei socialdemocratici, ma potrebbe offrire una sponda a Magdalena Andersson per favorire l’ingresso del Paese nella NATO, decisione che ha ottenuto il forte sostegno dei moderati, i quali nel 2003 avevano addirittura proposto l’intervento militare svedese nell’invasione dell’Iraq. I due partiti, insieme, totalizzerebbero 176 seggi, un numero sufficiente per raggiungere la maggioranza assoluta in parlamento, senza includere formazioni minori.

Anche gli altri partiti di centro-destra hanno espresso un parere favorevole all’ingresso nella NATO, e potrebbero dunque entrare a far parte della coalizione di governo. Si tratta del Partito di Centro (Centerpartiet), con 24 seggi, dei Democratici Cristiani (Kristdemokraterna), con 19, e dei Liberali (Liberalerna), che dispongono di 16 scranni.

La formazione che più di tutte si è espressa contro l’ingresso della NATO e a favore del mantenimento di una posizione neutrale è invece il Partito di Sinistra (Vänsterpartiet), che ha ottenuto 23 seggi, cinque in meno rispetto alla precedente legislatura, mentre posizioni scettiche circa la svolta atlantista sono state espresse anche dal Partito Ambientalista i Verdi (Miljöpartiet de Gröna), con 18 seggi. Queste due formazioni sarebbero gli alleati naturali dei socialdemocratici, tuttavia un governo formato dalle tre compagini di centro-sinistra non raggiungerebbe la maggioranza, e rischierebbe di spaccarsi sulle questioni di politica estera. Al contrario, rivolgendosi alle formazioni di centro-destra, i socialdemocratici dovrebbero scendere a compromessi circa le questioni di politica interna, ma un governo di questo tipo troverebbe certamente ampio sostegno da parte del blocco occidentale visto il suo orientamento atlantista.

L’ultima opzione possibile, al momento la meno probabile, è invece quella di un governo completamente di centro-destra, che troverebbe l’appoggio esterno dei Democratici Svedesi, con Kristersson che si troverebbe a guidare l’esecutivo pur essendo il leader del terzo partitio meglio rappresentato. Si tratterebbe di una svolta storica che sdoganerebbe il partito di centro-destra, nato negli anni ‘90 dalle ceneri di un movimento neonazista, che fino ad ora è sempre stato tenuto ai margini della vita politica dalle altre formazioni, nonostante la sua ascesa elettorale degli ultimi anni.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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