Vincenzo Costa

La guerra è il modo in cui il capitalismo americano e angloamericano cerca di rallentare il proprio declino e l’incapacità di competere sul mercato con la Cina. Il nemico dell’Occidente è la pace.

La pace è il grande nemico di questo occidente

Putin ha fatto un errore politico: iniziare questa guerra. Un errore derivante da errori di calcolo. È stata iniziata pensando che buona parte dell’esercito e del popolo ucraino avrebbe accolto i russi come liberatori, che l’esercito ucraino sarebbe collassato. Non era così.

Certo, forse non poteva fare diversamente. Gli accordi di Minsk erano ignorati dagli ucraini, Zelensky aveva dimenticato le promesse con cui aveva raccolto consensi in Donbass, cioè la promessa di porre fine alla guerra civile e ai bombardamenti.

Forse stava cercando di riaccedere all’arma nucleare. In ogni caso, le provocazioni erano continue. Ma erano volute, erano una trappola, all’interno di un disegno molto vasto, che ora è pubblico, e chiunque voglia può informarsi. Il Prof. Sacks, grande esperto e consigliere della casa bianca, ha indicato le coordinate precise. Ma in ogni caso, è stato un errore.

Perché un errore? Perché l’Occidente ha bisogno della guerra, ha bisogno di produrre guerre in continuazione. La guerra è il modo in cui il capitalismo americano e angloamericano cerca di rallentare il proprio declino e di arrestare le proprie contraddizioni interne, un debito pubblico fuori controllo, l’incapacità di competere sul mercato con la Cina

Già, la Cina, questa non invade nessuno, gioca il gioco che gli occidentali hanno sempre considerato sacro: la concorrenza sul mercato. E vince.

Se si raggiungesse la pace le contraddizioni riesploderebbero, se si tornasse alla concorrenza mondiale le economie occidentali non sarebbero capaci di competere. La pace è il grande pericolo.

E quindi prima l’Ucraina, poi Taiwan. Si tratta di mettere la Cina con le spalle al muro, di costringerla ad azioni di forza. Prima la Pelosi, questa seminatrice di odio e di guerra, che gira il mondo cercando di generare conflitti, anche in questi giorni. Poi l’invio di armi a Taiwan. Tutto per costringere la Cina a reagire. Stesso copione usato con la Russia.

Ma mentre Putin è caduto nel tranello, la Cina sa che il peggior dispetto che può fare a questo Occidente angloamericano è di non reagire, sa che l’arma contro questo mondo morente è la pace.

E allora un’altra strategia: creare un mondo non occidentale con una rete economica e finanziari che vada per la sua strada. Strategia vincente. Sia il BRICS sia lo SCO continua a crescere, ad avere nuove adesioni. Adesso anche la Turchia è candidato all’ingresso nello SCO. L’Argentina nei BRICS.

Oramai il PIL si è spostato, l’indipendenza tecnologica sta per essere raggiunta. C’è un nuovo mondo che sta sorgendo, con una popolazione enorme. La Cina mira a una cosa semplice: creare di fatto una nuova comunità internazionale, pacifica, che crei sviluppo.

La Cina sa che ciò che l’Occidente teme è che tutti i paesi una volta sottosviluppati si sviluppino. Lo sviluppo genera indipendenza e popoli liberi.

Ciò sta accadendo. L’elemento nuovo è che i popoli (in Asia, in Africa, in America Latina e anche in Europa) sanno che la libertà si conquista con la modernizzazione. La modernizzazione di tutti questi paesi è ciò che l’occidente angloamericano teme.

La Russia conviene che segua quella strada. La Russia è a un bivio, e Putin è al centro del bivio. Putin non vuole spostare interamente la Russia sull’Asia, Putin si sente europeo, pensa ancora che il destino della Russia sia fare da ponte tra Europa e Asia, e non vuole che la russia diventi semplicemente una potenza asiatica. Spera ancora che l’Europa faccia la sua parte, che si riapra il dialogo. Per questo gioca con una mano sola.

Ma sentendo un po’ di televisioni americane e inglesi, sentendo Petraeus secondo cui oramai la Russia non esiste più e gli ucraini possono riconquistare anche la Crimea, e sentendo l’esultanza di molti commentatori americani secondo cui come la sconfitta in Afghanistan portò al crollo dell’URSS così la sconfitta in Ucraina porterà al disfacimento della Federazione Russa, è difficile pensare che si possa giungere alla pace.

A ogni offerta di negoziati Zelensky risponde che l’unica soluzione è la resa incondizionata della Russia

Una follia. C’è da sperare che la Russia sia saggia. Che non segua la follia occidentale, che molli gli ucraini, li lasci nelle mani della von der Leyen, così ci pensa lei a fargli capire dove sono venuti.

Non sarebbe un gesto di debolezza, ma di forza, che implica un cambio di prospettiva, orientarsi verso oriente, allontanarsi dalla terra del tramonto. Il destino della Russia forse è a oriente, dove si sta spostando il mondo.

L’epoca angloamericana è finita, è un mondo che vive e prospera con la guerra e il sottosviluppo del resto del mondo.

La pace è il grande nemico di questo occidente.
Se vuole vincere la guerra storica ed epocale la Russia cerchi la pace. È ciò che gli angloamericani temono.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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