Il quotidiano principe dei liberali, per bocca di una delle sue firme più prestigiose, Maria Teresa Meli, parlando della guerra in Ucraina, insiste con la teoria che se manifesti per la pace si indebolisce l’Ucraina.

Il senso della democrazia per la giornalista del Corriere

Non è vero che la prima vittima della guerra è la verità. Possiamo tranquillamente dire che sia l’intelligenza, cioè la condizione di possibilità non solo della verità ma di qualsiasi discorso ragionevole.

E infatti tra liste di proscrizione, buoni contro cattivi, mostri e favole edificanti, la guerra in Ucraina ha spostato indietro la lancetta del tempo, riportandoci alla propaganda anni ’50.

E in questa corsa all’indietro il Corriere è stato sempre in prima fila in questi mesi, tra le liste di Riotta e Grasso, gli attacchi ad personam di Gramellini, la vicenda Copasir, la riabilitazione di Bandera.

Poi ci sono episodi minori, piccole cadute indirette, en passant, ma altrettanto rivelatrici. Come quella accaduta nella puntata de L’aria che tira dell’11 ottobre, in cui si sono scontrati verbalmente Maria Teresa Meli, editorialista del Corsera, e Tommaso Cerno che dal giornale che dirige, L’identità, ha lanciato una petizione per la pace da inviare al presidente della Repubblica. “È una piccola cosa, ma un gesto fisico: ritagliare la petizione dal giornale e inviarla a Mattarella“.

“Voi pensate veramente di poter fare pace con un gangster? – l’obiezione immediata della Meli, riferendosi a Putin – A me fa ridere questa idea. Significa indebolire l’Ucraina e l’Europa

Cerno replica infastidito: “Cioè io mando una lettera a Mattarella con su scritto ‘Fermate la guerra’ e così indebolisco l’Ucraina? Ma questa è psicopatologia“.

Ma la Meli insiste: “Come fai a imporre la pace a Putin? In quale film avete visto che si impone la pace a Putin così?“.

“Io non ho visto nessun film – risponde Cerno – ma ho visto per molti anni leader politici italiani andare da Putin e a stringergli la mano, quindi non prendo lezioni dai leader di partito di questo Paese, che sono andati a fare cicì-cocò con Putin, come Letta. Io sin dal 2000 consideravo Putin un dittatore. Non vengano insegnare a me chi è Putin. Non è raccontando tutti i giorni una favola come un mantra che convinci l’opinione pubblica”.

Ma la Meli non cambia idea e ribadisce: manifestare per la pace significa dare un segnale a Putin che l’Europa è divisa. Dunque per loro dovremmo stare a casa ed accettare la logica dell’escalation per il bene della libertà.

I liberali di oggi hanno così a cuore la democrazia che pur di difenderla da quelli che a loro avviso vorrebbero impedirti di votare, sono disposti a impedirti di votare; sono quelli che se ti azzardi a far finta di fare un po’ di opposizione su questioni come la “guerra”, ti bollano come amico di Putin.
Ovviamente il tutto indirizzato contro quei fascisti che vorrebbero “limitare la democrazia”.

Maria Teresa Meli contro Tommaso Cerno: “Putin è un gangster, non fare sceneggiate!, “Non prendo lezioni, bisogna dire la verità”

qui il video:

https://www.la7.it/embedded/la7?&tid=player&content=455243&title=/laria-che-tira/video/maria-teresa-meli-contro-tommaso-cerno-putin-e-un-gangster-non-fare-sceneggiate-non-prendo-lezioni-11-10-2022-455243

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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