‘Il fascismo non è un’opinione, è un crimine’, Giacomo Matteotti
Che tristezza dover continuare a vedere persone che inneggiano al Duce. La convinzione con cui lo fanno non ammette dubbi: sono fascisti. Ma come si fa.
Il loro idolo è ancora Benito Mussolini, si proprio ‘Lui’, il ‘Capo’ che cento anni fa ha incitato gli italiani più ingenui alla cultura dell’odio, che ha fatto largo uso delle squadracce della morte, che ha fatto approvare le leggi liberticide e quelle razziali, che ha fatto torturare ed uccidere Giacomo Matteotti e decine di migliaia di altri oppositori politici, che ha portato l’Italia o come direbbe Giorgia Meloni la Nazione in guerra provocando la morte di milioni di italiani e la distruzione del Paese.
Ma come si fa.
Che tristezza vedere i bambini costretti a ‘marciare’ con i loro genitori nel vano ed inutile tentativo di rinnovare in quegli adolescenti il sentimento di disprezzo verso tutto e tutti così come avvenne malauguratamente con i nostri nonni un secolo fa.
Oggi come allora la ‘marcia’ sembra una ‘buffonata’, una goliardica rimpatriata di fedelissimi, eppure sono di nuovo lì, ancora, uomini e donne senza logica, senza motivazioni, nell’illusione di tornare al passato, quello più buio, più nero, quello che non ha tempo e luogo, ma per fare cosa?
Che tristezza tanto risentimento verso l’altro, verso l’immigrato ma, s’intende, solo se è di colore, o semplicemente verso chi la pensa in modo diverso, come se quella del Duce fosse sempre e comunque la verità assoluta.
‘Il fascismo non è un’opinione, è un crimine’.
Che tristezza vedere quel braccio teso. Cento anni di storia non ci hanno insegnato nulla? La vita non ci ha insegnato nulla?
E che tristezza questo popolo italiano immemore e volgare.
Sarebbe stato meglio non dover vedere ancora una volta tutto questo.
Ma come si fa ad essere così, ad essere fascisti.