Dal palco di Milano, Carlo Calenda s’infervora nel suo moto di spirito per la pace armata in Ucraina: “E adesso noi siamo titolati a cantare Bella ciao, porcaccissimo Giuda!”
Carlo Calenda rebelde
“Se la pace si trova rinunciando alla libertà non è la pace”. Lo ha detto Carlo Calenda, leader di Azione, a Milano nel suo discorso pronunciato durante la manifestazione in sostegno del popolo ucraino organizzata dal Terzo Polo all’Arco della Pace. L”iniziativa è stata chiamata ‘Slava Ukraini‘, saluto nazionale ucraino
All’iniziativa sono presenti i due leader Carlo Calenda e Matteo Renzi, oltre a Letizia Moratti, neo dimissionaria dalla carica di vice presidente della regione Lombardia
La manifestazione è per il popolo ucraino ma gli organizzatori parlano soprattutto dell’altra iniziativa, quella di Roma. La parola pace? Viene citata poche volte.
Quando è salito sul palco Calenda è stato esplicito: “Chi chiede la resa dell’Ucraina si dimentica che questo Paese, dove noi ci riempiamo sempre la bocca con la parola Resistenza, è nato perché non si sono arresi. Allora non bisogna essere ipocriti: puoi chiedere la pace? Certo, la chiediamo anche noi. Ma puoi chiedere la pace votando contemporaneamente per non mandare le armi in Ucraina? No, stai chiedendo la resa, e se stai chiedendo la resa stai chiedendo esattamente quello che Putin vuole, e che una parte della sinistra se lo sia dimenticato è triste, perché la storia della sinistra è fondata sulla liberazione e la difesa della libertà”.
E poi il twist finale: “E adesso noi siamo titolati a cantare Bella ciao, porcaccissimo Giuda!”