Continua il vento di cambiamento in sudamerica.
La caduta di tutti i principali presidenti di destra (Bolsonaro in Brasile, Piñera in Cile, Duque in Colombia, Macri in Argentina) ha lasciato isolati gli ultimi piccoli paesi ancora allineati con gli Stati Uniti (Ecuador, Uruguay e Paraguay) alcuni dei quali sono “costretti” a cambiare atteggiamento.

È il caso dell’Uruguay, governato dall’ultra conservatore Lacalle Pou andato al governo dopo 15 anni di governi della coalizione delle sinistre del Frente Amplio ed eletto al grido di “riportiamo l’Uruguay al lato degli USA, fuori i comunisti dal governo e non trasformiamo il Paese in un’altra Venezuela”.

Lacalle Pou, il giorno della sia cerimonia di investitura si rifiutò di invitare i presidenti di Cuba, del Nicaragua e il presidente venezuelano Maduro riconoscendo l’auroproclamato Guaidò come presidente di quel paese ed unendosi all’asse di presidenti di destra e di ultradestra che in quegli anni imperavano nel continente sotto le direttive dell’allora presidente USA Donald Trump.

Ma si sa, i tempi cambiano e dopo la caduta di tutti i suoi alleati, cinque giorni fa Lacalle Pou ha deciso di abbandonare Guaidó e di chiedere ufficialmente al Venezuela e al legittimo governo del socialista Maduro l’accredito per avere un ambasciatore uruguaiano a Caracas dopo sette anni.

Subito è insorta l’ala più ultraconservatrice deĺla stampa e del governo uruguayano, ed il preside, per non perdere la faccia di fronte ai suoi alleati ha dichiarato che “il gesto non significa riavvicinarsi a Maduro, ma si tratta di normali rapporti tra paesi visto che l’Uruguay ha l’ambasciatore anche a Cuba e che se finora non aveva nominato un ambasciatore a Caracas era semplicemente perché non aveva avuto tempo”.

Ben diversa la spiegazione del partito delle sinistre uruguayane Frente Amplio, al governo dal 2005 al 2020: “la richiesta dell’Uruguay di avere un ambasciatore a Caracas segna oggi un anello di congiunzione nella catena di fallimenti con cui gli Stati Uniti si sono spinti nella regione dell’isolamento del Venezuela.

Senza dubbio si tratta di un cambio di posizione della coalizione di governo rispetto al Venezuela.
È un cambio di atteggiamento dovuto ai nuovi venti che soffiano sul continente ed è possibile che l’Uruguay si allinei a questi nuovi venti che soffiano”, ha detto il senatore Daniel Caggiani.

Al presidente Lacalle Pou, che ha continuato a definire Maduro un dittatore, ha risposto il vice presidente del Partito Socialista Unito del Venezuela Cabello durante il programma tv “Con el Mazo Dando” dicendo: “Come fai a spiegare al tuo popolo la richiesta di inviare un ambasciatore in Venezuela e il giorno dopo se te esci dicendo che Nicolás Maduro è un dittatore?
Lacalle, chi ti obbliga a nominare un ambasciatore in Venezuela?
Da chi hai ricevuto l’ordine di farlo se poi te ne esci con quelle frasi?
Qui non abbiamo bisogno di un ambasciatore del tuo governo con questi presupposti”.

Rete di solidarietà rivoluzione bolivariana

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