Pedro Castillo e Dina Boluarte

Grande è la confusione sotto il cielo della politica in Perù, e la situazine non è per niente eccellente, anzi.

Il presidente del Perù, Pedro Castillo,  ha annunciato in un messaggio televisivo alla nazione che stava sciogliendo il Parlamento e creando un “governo di eccezione”, con poco prima che il Parlamento discutesse e votasse una nuova mozione di incriminazione contro di lui. Sarebbe stato il terzo tentativo di destituzione  in poco più di un anno dal suo insediamento, il primo avvenne nel dicembre del 2021, non ammesso dal Parlamanto, il secondo lo scorso marzo e ottenne solo 55 voti favorevoli.  Castillo è stato eletto presidente nel luglio 2021, dopo aver vinto i ballottaggi delle elezioni presidenziali, battendo  Keiko Fujimori di destra con un vantaggio risicato, una differenza di soli 40 mila voti.                    

  Il link con il video del discorso di Pedro Castillo è il seguente:

Le misure annunciate da Pedro Castillo ha provocato il rifiuto delle diverse forze politiche, compreso il partito che lo ha portato al potere, Peru Libre, per essere andato contro la democrazia.  Un totale di 101 membri del Parlamento hanno votato a favore della mozione di posto vacante del presidente Pedro Castillo, con solo 6 voti contrari e 11 astenuti.  Il presidente della Corte costituzionale, Francisco Morales, ha invitato le forze armate del Paese a “ripristinare l’ordine costituzionale” e ha dichiarato: “C’è stato un colpo di stato nel più puro stile del XX secolo.”
Questa stessa incriminazione per “incapacità morale” ha già fatto cadere due presidenti in carica in Perù: Pedro Pablo Kuczynski (a destra) nel 2018 e Martin Vizcarra (al centro) nel 2020. La cacciata di Vizcarra ha scatenato proteste violentemente represse che hanno provocato due morti e un centinaio di feriti . La sua partenza aveva portato il Perù ad avere tre presidenti in cinque giorni.
Pedro Castillo è stato arrestato mentre tentava di fuggire con la famiglia assieme all’ex primo ministro Torres.

Pedro Castillo agli arresti nella sede della prefettura di Lima

Dopo il voto che ha destituito Castillo, è stata convocata la vicepresidente Dina Boluarte, come previsto dalla Costituzione, che è diventata così la prima donna a ricoprire l’incarico di Presidente della Repubblica nella storia del Perù. Nel suo discorso di insediamento, dopo aver giurato sulla Costituzione, la presidente Boluarte ha fatto appello all’«unità di tutti i peruviani», richiedendo una «tregua politica» con l’obiettivo di «dare vita a un governo di unità nazionale». La presidente Boluarte ha dichiarato: “Assumo l’incarico con la consapevolezza dell’enorme responsabilità che prevede il ruolo e con la profonda convinzione che sia imprescindibile riprendere il cammino della crescita economica e dell’inclusione sociale, e della riforma politica di cui il Paese ha bisogno: la prima misura sarà affrontare la corruzione in tutte le sue forme”. E Boluarte, dopo aver ricordato le sue umili origini, ha infine ribadito la volontà di impegnarsi, citando José Maria Arguedas  per far sì che “i nessuno e gli esclusi tornino ad avere un ruolo nel Paese”. La neo-presidente Boluarte, prima di essere chiamata a giurare ha preso nettamente le distanze da Castillo: “Respingo la decisione di Pedro Castillo di perpetrare la rottura dell’ordine costituzionale chiudendo il Parlamento. Si tratta di un colpo di Stato che aggrava la crisi politica e istituzionale che la società peruviana dovrà superare con il rigoroso rispetto della legge”.
Chi è Dina Boluarte? Dina Boluarte è nata il 31 maggio 1962 a Chalhuanca, Apurímac, Perù. Si è laureata in giurisprudenza presso l’Università di San Martín de Porres e ha svolto studi post-laurea presso tale università. L’attuale presidente del Perù ha lavorato come funzionario nel Registro nazionale di identificazione e stato civile (Reniec) come avvocato e capo di uno dei suoi uffici, posizioni che ricopre dal 2007. Nell’agosto 2021 ha richiesto a Reniec una licenza per poter comparire alle elezioni generali di quell’anno poiché la sua posizione era incompatibile con le funzioni nell’Esecutivo a cui postulava. Tuttavia, la sua richiesta è stata respinta; Per questo motivo, nell’aprile 2022 si è dimessa dalla carica di capo dell’Ufficio del Registro di Surco – Higuereta, che ricopriva dal 2015. Dina Boluarte è stata nominata Ministro dello sviluppo e dell’inclusione sociale dal governo di Pedro Castillo, che sostituisce oggi alla presidenza. Successivamente si è candidata alla vicepresidenza, durante le elezioni politiche del 2021, per il partito Peru Libre, nella formula guidata da Pedro Castillo, che ha vinto al secondo turno. Un giorno dopo l’insediamento del governo Castillo, il 29 luglio 2021, è stata nominata Ministro dello sviluppo e dell’inclusione sociale. Dopo più di un anno di mandato, il 25 novembre 2022, dopo la nomina di Betssy Chávez a Presidente del Consiglio dei ministri, Boluarte ha presentato le sue dimissioni da ministro. Da allora si è tenuta lontana dalla sfera pubblica e solo il 7 dicembre è tornata a parlare per respingere il tentativo di golpe che Pedro Castillo voleva compiere.
A causa degli eventi di mercoledì a Lima, il vertice dell’Alleanza del Pacifico previsto per la fine di questo mese nella capitale peruviana è stato nuovamente rinviato, ha annunciato il Ministero degli Affari Esteri messicano. L’incontro era stato appena riprogrammato dalla data del 24 novembre a Città del Messico al Paese sudamericano, dopo che il Congresso peruviano aveva negato all’allora presidente Pedro Castillo Terrones l’autorizzazione a lasciare il Paese a tale scopo, sebbene gli fosse stato permesso di recarsi in Cile per un incontro con il presidente Gabriel Boric Font. AMLO, che sta monitorando da vicino la situazione, ha accusato le “élite economiche e politiche” del Perù di aver costretto Castillo a “prendere decisioni” che hanno portato alla sua rimozione. “Riteniamo deplorevole che, a causa degli interessi delle élite economiche e politiche, dall’inizio della presidenza legittima di Pedro Castillo, si sia mantenuto un clima di confronto e ostilità nei suoi confronti al punto da portarlo a prendere decisioni che hanno servito i suoi avversari per consumare il loro licenziamento”, ha detto AMLO su Twitter.
Il presidente eletto del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, ha dichiarato di trovare “sempre deplorevole che un presidente eletto democraticamente subisca una simile sorte”, ma si è compiaciuto che “tutto sia stato svolto all’interno del quadro costituzionale”.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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