Aumenti fuori controllo, provvedimenti insensati, promesse polverizzate: come la Prima Repubblica sta definitivamente per crollare.

di Lapo Mazza Fontana.

Italioti, mo cominciatevi pure sto bellissimo anno ’23 con…


Anno nuovo e vita vecchia per le comatose moltitudini con carta d’identità a marchio Repubblica italiana: ben non-svegliati nel 2023, che a chi non sia nato dopo il fatale 2000 sembra sempre una data da filmone se non proprio di Kubrick o Spielberg, almeno di Ed Wood (per chi non sapesse chi fu: il peggior regista di Hollywood, nonché un mitico film di Tim Burton con Johnny Depp, quando ancora era un bello guaglione).

Bevuto troppo a Nataglio e Capodonna? Magnato pesante, come recitava una vetusta pubblicità dell’Alka-Seltzer? Trombato poco o niente? Pochissimo male, italioti, mo cominciatevi pure sto bellissimo anno ’23 con

– morte dei concerti popolari, in strada o perfino al coperto: (sì, mica solo i terrificanti RAVE PARTY; pure la festa in piazza con i wannabe futuri Maneskin de quartiere diventa un potenziale reato, o anche se vi mettete a suonare la chitarrina o l’ukulele sul balcone… e se poi il vicino disturbato genera incazzatura e quindi pericolo? Mah).

– morte annunciata del sussidio di inoccupazione, detto anche impropriamente “Reddito di cittadinanza”: se, malauguratamente, doveste perdere il vostro lavoro, dovrete morire o andare a raccogliere i pomodori pure a 100 km di distanza da casa, e per 3 euro al giorno; se invece siete disoccupati, scarognati, homeless, o semplicemente avete di più di 30 anni d’età dovete morire e basta e buona lì.

– morte anche solo del concetto di salario minimo: oltre a perdere la possibilità di sopravvivenza con sussidio statale (presente un tutta Europa da 50 anni) dovrete anche accettare meno di 3 euro al giorno; non è previsto alcun limite al ribasso, ovviamente.

– morte della Sanità pubblica 1: già ora potete morire aspettando una visita o una prestazione sanitaria salvavita (con il Servizio sanitario nazionale, oltretutto non gratuito, aspetterete mesi se non anni e nel frattempo sarete morti: se invece pagate gli stessi medici nello stesso ospedale vi ricevono il giorno dopo la prenotazione).

– morte della Sanità pubblica 2: la conferma del cd. “PAYBACK” sui dispositivi medici (un meccanismo demente che renderà impossibile regolare le forniture agli ospedali) configura il simpatico collasso del sistema ospedaliero.

– morte della Sanità pubblica 3: Tre anni di pandemenza e di follia collettiva hanno già bloccato le terapie e le cure a milioni di pazienti; ora la valanga precipita sul sistema, che era già il più corrotto ed inefficiente d’Europa.

– morte della Sanità pubblica 4: dopo 3 anni di pandemenza la classe medica in maggioranza più screditata del mondo è pronta ad un nuovo round di inettitudine e conformismo da baraccone; quanti si fidano ancora di medici che hanno detto tutto ed il contrario di tutto su un virus parainfluenzale? Sicuramente in molti, per mancanza di alternative, ma il sospetto serpeggia anche trai più stupidi.

– morte della Sanità pubblica 5: mentre nel Regno Unito ed in Francia medici ed infermieri scioperano ad oltranza, in Italia non esiste neanche un vero sindacato; non è calma piatta di una categoria sotto benzodiazepine? È direttamente decesso cerebrale.

– morte della Sanità pubblica 6: fine del numero chiuso nelle facoltà di medicina, del baronato, del nepotismo endemico e dilagante? Ma quando mai. Semmai si raddoppia.

– morte della Sanità pubblica 7: nuovi ospedali, nuove assunzioni di personale per coprire organici ormai inesistenti, aumenti salariali, nuovi investimenti nel settore? Zero virgola zero. Anzi, sottozero.

– morte del sistema giudiziario e del contrasto alla criminalità comune, organizzata, politica e d’affari 1: come si arrestano i delinquenti, con le intercettazioni? Niente più intercettazioni se non a tempo limitato. Con nuove leggi anti-corruzione? Macché, niente più misure restrittive cd. “ostative” per i reati dei Colletti bianchi. Con una nuova ondata di arresti di mafiosi e criminali? Ma per carità. La mafia non esiste se non nelle commemorazioni vuote e tronfie di autorità strapagate ed inutili, anzi dannose.

– morte del sistema giudiziario 2: ritorno delle prescrizioni tombali? Sì, grazie, reati impuniti a pioggia.

– morte del sistema giudiziario 3: assunzione di nuovi magistrati, poliziotti e carabinieri, sottorganico da decenni, nuovi investimenti nel settore, nuovi istituti carcerari ormai al collasso, Beccaria di Milano in primis, che da anni cade a pezzi e manco ha un direttore? Zero-virgola- zero-fratto-zero.

– morte della Scuola e della cultura nazionale: zero assunzioni e aumenti salariali, zero nuove scuole e messe in sicurezza delle vecchie e cadenti, zero politiche strategiche, librerie chiuse a valanga, libri (di testo) non solo scolastici a prezzi proibitivi, nessuna politica di incentivo alla lettura (ah ma non è vero, c’è il “bonus”, ah ecco, ora sì che la apocalisse libraria è finita! Peccato che quelli che leggono di meno ed avrebbero davvero bisogno di un bonus sono proprio gli over 30, mica i gggiovani…) nessuna politica di incentivo ad esempio a concerti di musica classica, nel paese di Vivaldi, Verdi e Puccini (che persino in SIBERIA fanno abitualmente per educare la popolazione alla cultura musicale), nessuna assunzione nel settore, nessuna riforma sistemica neanche a pagarla, però quando ci sono da buttare milioni di Euro in puttanate come fantomatici canali online pseudoculturali i soldi si trovano sempre, a vagoni.

– morte della decenza logica: se ti difendi da un’aggressione di malviventi in Italia rischi la galera, ma se vai a sparare ai cinghiali in piena area urbana e poi ammazzi qualcuno potrai sempre dire che eri coperto dalla legge.

– morte del consumatore medio: aumenti dei generi di consumo, da quelli di mera sussistenza a quelli voluttuari, ormai oltre il 30/50percento, mentre gli istituti di statistica di Stato ti dicono che gli aumenti sopra il 10 non esistono. Vai a comprare un chilo di michette (ormai introvabili a Milano, manco fossero diamanti taglio baguette in una miniera sudafricana) e ti rendi conto che il Reverso Grand taille di Jaeger LeCoultre è aumentato poco meno.

– morte del reddito medio: aumenti delle bollette di luce e gas oltre il 20 percento, dopo ANNI ED ANNI DI AUMENTI, ormai FAR OVER oltre il 100 percento.

– morte della autotrazione: aumenti totalmente fuori controllo di benzina, gasolio, assicurazioni, autostrade, mezzi pubblici (prefigurando non solo una ennesima rapina legalizzata, ma soprattutto il definitivo sdoganamento della pratica di non pagare, di saltare i tornelli, persino di aggredire i controllori, vissuti ormai come boia infami che si rifanno sui più poveri) ; mentre la TRUFFA della autotrazione elettrica, la più grande BUFALA DEL SECOLO dopo i finti vaccini anti-Coviddi, viene propagandata come la panacea del millennio. E la famosa nazionalizzazione delle autostrade, per sottrarre agli extraprofitti, alle malversazioni ed ai disastri colposi la rete autostradale dei famigerati “concessionari”? Risposta sbagliata, o meglio non pervenuta.

– morte parziale dei mutui e degli affitti: sempre più cari, mentre gli stipendi precipitano, non solo per l’inflazione.

– morte della compagnia aerea di bandiera: firmata la svendita di ex Alitalia, nel paese più turistico del mondo, l’Italia, che da domani diventa colonia altrui anche nei cieli. Da domani in Italia ci venite come e dove lo diciamo noi, da Berlino e Parigi.

– morte del ruolo internazionale, atlantico, europeo dell’Italia: se già prima l’Italia non contava quasi nulla ora si punta al sottozero, visto che l’Italia non ha più niente da offrire né da difendere, tranne la enogastronomia, che tra un po’ sarà svenduta integralmente anche quella, come tanti altri asset strategici della nazione, mica solo le Telecomunicazioni (ops, strategiche persino per le nostre Forze Armate, ma si sa, chissenefrega, tanto decidono gli americani come nel ’45…) o il settore della Moda e del lusso, macché, adesso siamo pronti anche a svendere parmigiano, caciotte e burrate, anzi, già che ci siamo, svendiamo pure la Sardegna come già fece la Repubblica di Genova con la Corsica, tanto che vuoi fartene, con quella gente strana che parla buffo e quelle avvenenti ed enigmatiche morette.

– morte di ogni politica di contrasto alla immigrazione clandestina: il blocco navale blaterato per anni dalle destre d’opposizione non solo è scomparso, ma si rende ancora più facile il caos delle ONG con provvedimenti non solo disumani ed inapplicabili, ma pure da operetta triste. Un conto è mettere in acqua un blocco navale con tutti gli artifici del caso (come ad esempio avviene in Australia, mica in Corea del Nord); ben altro par di maniche è non soccorrere i migranti in mare, cosa per fortuna anche irrealizzabile ope legis. Francia e Germania ringraziano, pur suicidandosi esse stesse: l’Italia sarà sempre e sempre più la pattumiera d’Europa. Del resto gli inetti e corrotti governanti europei ALMENO non si fanno beccare con le mani nel sacco come gli europarlamentari Panzeri&co. o come le bandierine degenerate della fintissima estrema sinistra alle uova di lompo italiota, Abu-stivali-di-gomma docet.

– morte di ogni politica geostrategica italiana: con la genuflessione totale ai diktat di Washington è definitivamente perso il canale preferenziale con la Russia, mantenuto perfino durante la guerra di Corea, del Vietnam, la crisi di Cuba e durante tutta la Guerra fredda, perfino con tutto il nostro esercito, seppure male armato e di leva, schierato sul confine orientale della cortina di ferro.

– morte di ogni politica italiana nel Mediterraneo: abbandonata totalmente la ultima colonia italiana nonché primo fornitore energetico strategico del nostro paese; la Libia, totalmente lasciata in balia neanche dei russi e dei turchi, ma persino degli egiziani. Iniziative politiche e militari del governo Meloni? Mai pervenute manco a parlarne. Si sa: è Roma il centro del mondo, lì ci sono le cadreghe, anzi le sedie gestatorie papaline, il resto non ci interessa, grazie.

– morte di ogni dignità nazionale: neanche la testa di un micragnoso capro espiatorio dei Servizi segreti o della Polizia egiziana, per compensazione dello scandalo della morte di Giulio Regeni; se fosse successo alla Francia quella stessa testa sarebbe stata consegnata in meno di un mese. Eppure a parole Giorgia fino a ieri… quante ne vuoi. Fatti? Al solito: zero virgola.

– morte del cd. “sviluppo tecnologico” della nazione: qualcuno sa che fine hanno fatto i buoni propositi di “sburocratizzazione”, “digitalizzazione”, “banda larga” “wi-fi per tutti”, in un paese dove per fare UNA CARTA D’IDENTITÀ di plastica dal costo NULLO, ora persino a caro prezzo (laddove SAREBBE, ANZI È UN DIRITTO AVERLA GRATIS, in uno STATO minimamente degno di questo nome), ci vogliono settimane, o dove per fare un passaporto ci vogliono talvolta mesi, e a prezzi ancor più esorbitanti?

– morte del sistema contributivo: ormai solo i minorati mentali continuano a ripetere che il problema è chi non paga le tasse, in un paese dove tasse esondanti e reddito precipitato sotto lo zero da trent’anni (-3% a fronte di una media europea di +30) finiscono in massima parte in corruzione, mafia, sprechi. Le multinazionali hanno sede in Olanda o in Lussemburgo? E che ci vuoi fare? Anche qui un bello zero. Ma la colpa è di chi non paga le multe per sosta vietata in città dove ormai paghi anche per respirare (la merda: il Nord Italia è la zona più inquinata d’Europa. Provvedimenti al riguardo? Il vecchio caro zero virgola zero elevato a zero), oppure di chi non paga gabelle neomedievali.

– morte del contrasto alle mafie: dopo 3 anni passati ad inseguire i podisti sulle spiagge, i passeggeri in treno senza mascherina, i no vax nelle piazze, la mafia ringrazia sentitamente ed incassa nunc et semper altri ulteriori dividendi.

– morte delle città d’arte italiane: ormai preda di un turismo low cost e della svendita ai cinesi delle attività commerciali; Venezia, Firenze, Roma, Napoli, ma ormai perfino Milano, addirittura affogate nella immondizia o anche semplicemente sporche come non mai, ormai strapiene di senzatetto che bivaccano sfortunatamente per terra, ma soprattutto diventate ormai pericolose a causa delle bande di immigrati, e non solo di giovanissimi criminali nordafricani in numero esponenziale, figli della invasione dilagata, ormai pronti a tutto, in una società che non aiuta, non integra, non punisce, non fa più nulla di nulla, se non lasciar rubare il vertice sempre più ricco che piscia in testa alla base sempre più colpevolmente o meno in ginocchio. Un vertice di ladri infami ed imbecilli, che fa skyrockettare i prezzi dei Rolex e degli Audemars Piguet per poi non poterseli mettere addosso per il rischio di rapina.

– morte non solo della classe media, ma anche della classe alta, che, potendo farlo, emigra molto di più dei piccolo borghesi (ormai impoveriti ma sempre più ottusi e livorosi) nei paesi più civilizzati del Nord Europa, o direttamente negli USA.

– morte della famiglia: natalità semplicemente a picco in un paese destinato a morire per sua stessa mano, ma molto prima del previsto.

– morte della Prima Repubblica, che ancora sgoverna, occupa tutto quel che si può occupare col metro del demerito e del clientelismo da basso impero al tramonto, ruba, devasta la esistenza di un paese che mentre si disintegra moralmente lo fa anche materialmente, sotto il peso della incuria e della cementificazione selvatica da terzo mondo, fino al prossimo crollo di ponte, di viadotto stradale, di alluvione, di terremoto.

– morte di un’intera nazione, senza più salute, reddito, lavoro, speranze, sogni, figli, vita.

Quante ce ne siamo dimenticate, di altre morti clamorose? A dozzine? Non ce le siamo dimenticate: aggiungiamole a piè di pagina. E cosa fa il governicchio di GEORGETTE? IL PRESIDENZIALISMO. Se pensammo che la classe politica del pentapartito di Craxi Andreotti e Forlani fossero lontani dal popolo italiano questi sono su Proxima Centauri. Nausea sopravvenuta a vedere il crestomatico quanto incompletissimo elenchino, oltre alla urgenza dell’Alka-Seltzer post-spumante& panettone?

Quante altre istanze di DISASTRO EPOCALE, di disperazione, di CROLLO DI UN INTERO SISTEMA ISTITUZIONALE, ECONOMICO E SOCIALE, quanti altri pesci in faccia dobbiamo prendere per ribellarci oltre ogni perdita di decenza? E guarda un po’, hai visto mai che ci toccasse ffforsemaffforse riprendere in mano le armi già deposte dalle generazioni precedenti? Magari come fecero già i nostri quadrisnonni del Risorgimento, i nostri bisnonni e nonni della Prima e Seconda guerra mondiale, della Resistenza, della lotta partigiana, della costituzione della nostra Repubblica dopo il tradimento ed il crollo della monarchia? Dobbiamo fare noi il lavoro che fu risparmiato ai nostri nonni e genitori, che pure affrontarono i rigori del secondo dopoguerra, ma che vissero la pace e la prosperità degli anni che seguirono, fino ad arrivare a noi, che siamo cresciuti in un Occidente che sembrava ricco ed ordinato, e che ora sta implodendo sotto il peso della propria imbecillità oligofrenica terminale, della diametrale avidità ed intettitudine senza freno? Certamente non solo IMBECILLITAS ITALICA, ma è mai possibile che siamo sempre NOI i più asini della classe? Finché non scoppia la pentola a pressione?

O forse più che i più asini siamo quelli che ci arrivano prima? Perché una cosa è certa: il sistema è quadratamente marcio dalle fondamenta, e l’Italia se ha inventato il marciume lo ha fatto fin dall’epoca di Gaio Giulio Cesare CALIGOLA, non certo da quella di Giulio Andreotti.

Allora era proprio destino che la prima premier donna in un paese sotto sotto ancora parecchio maschilista come l’Italia fosse la apoteosi della conservazione di un sistema che da disfunzionale è passato a marce forzate verso la dissoluzione. Sì è detto più volte che il potenziale pericolo neofascista di un premier italiano che provenisse da un partito ex fascista fosse un problemuccio da considerare, ma che in realtà il vero problemino risiedesse viceversa nella continuità, forzata o volontaria, col governo del Duce Draghistano, lo schiavetto di Francoforte, Bruxelles e Washington. Sì e detto più volte che in realtà la vera faccia del governo Meloni fosse il proseguimento pedestre della agenda Draghi o perfino la restaurazione, di nome e di fatto, dei governi Berlusconi, che portarono l’Italia da 4a potenza economica DEL MONDO a paese-maiale depresso, umiliato, povero, malato, sconfitto, moribondo. Ebbene sì e sbagliato grossolanamente. È vero che il governo Meloni è forse l’ultimo della Prima Repubblica (prima del probabile disastro), ma accusarlo di continuità col governo del pur sconsiderato Draghi (l’immortale firmatario del delirium tremens del “chi non si vaccina muore e fa morire” o del “volete la pace o la aria condizionata”) è a questo punto cosa ridicola. Di fronte al baratro che è già in atto e che si prospetta nel giro di pochi mesi, Draghi sarà finalmente ricordato come (a lui stesso piacendo) il nonno senile e svanito, perfin rimpianto.

Giorgia Meloni, politicante accorta e capace di manovra, sta dimostrando la scoperta dell’acqua calda, ovvero che il politicante e lo statista sono due mestieri contigui seppure diametralmente diversi, e che, si pensi che strano, per governare una nazione ci vogliono gli statisti, non i politicanti, soprattutto di paesi corrotti e crassamente disinibiti e disfunzionali come la Italietta di Silvio Berlusconi e dei suoi alleGati di Sgoverno del PDelinquenziale, o perfino del povero piccolo grande bluff grillino; quello dei già dimenticati Dibba e Gigggino ‘O Bibbbitaro o del dimenticando elegante leguleio foggiano assurto ad improbabilissimo tardivo Masaniello. Ma almeno lui è stato un prodotto della (fintissima) Seconda Repubblica, se non proprio della Prima; un suo alibi almeno lui ce lo ha, dietro la discreta pochette.

La Prima Repubblica produsse Giorgia Meloni; a lei dunque il compito di seppellirla, con tutto il paese dentro.

Tratto da: https://www.affaritaliani.it/politica/meloni-tracollo-italia-833184.html.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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