Extinction Rebellion

Mattinata di proteste nel centro di Torino. Poco dopo le 9, diversi gruppi di Extinction Rebellion hanno occupato gli ingressi delle due sedi torinesi della RAI e della sede principale de La Stampa e La Repubblica, in via Lugaro.

Dopo aver varcato gli ingressi principali, reggendo dei cartelli in mano, si sono seduti e hanno mandato in riproduzione continua un audio con le interviste e le dichiarazioni di diversi esponenti politici, da Giorgia Meloni fino ad Alberto Cirio, il presidente della Regione Piemonte. “Sono le parole di chi in questi anni ha negato l’esistenza stessa della crisi climatica, di chi ha lasciato morire persone in mare che scappavano da terre diventate ormai inabitabili” racconta Susanna, dalla sede RAI in via Verdi.

“Abbiamo deciso di portare direttamente all’interno delle redazioni le parole surreali di chi ci sta governando” spiega anche Aurora, seduta dentro la sede RAI di via Cavalli. “Perché è di questo che dovrebbero parlare i giornali e le televisioni, informando tutti i cittadini sulla gravità delle scelte politiche che i nostri governi stanno prendendo”

Al mattino presto, un altro gruppo di attiviste aveva appeso un maxi striscione di 10 metri di fronte la sede RAI di via Verdi. “Crisi climatica: i governi sono colpevoli. DiRAI la verità?” si legge sullo striscione, con lo sfondo della Mole Antonelliana.

L’obiettivo di Extinction Rebellion è quindi denunciare le responsabilità dei governi nell’aggravarsi del collasso climatico. Basta infatti guardare le Alpi intorno a Torino per comprendere quanto grave sia la situazione in cui versano gli stessi territori italiani. Le precipitazioni nevose sono ampiamente sotto la media. Nel mondo, nell’ultimo secolo, il numero di giorni in un anno in cui il terreno è coperto di neve si è accorciato di oltre un mese.

Meno neve in inverno significa anche meno acqua nei fiumi durante il disgelo, in territori già messi a dura prova dalla peggiore siccità degli ultimi 500 anni. I grandi laghi, dal Maggiore al Garda, sono tutti sotto la media, con livelli addirittura inferiori al gennaio 2022, preludio della peggiore siccità degli ultimi secoli.

Le azioni pacifiche di oggi rappresentano un messaggio diretto alle redazioni, una richiesta di aiuto. “Abbiamo bisogno di voi” si legge infatti sui cartelli che reggono in mano. “La scelta di essere qui questa mattina nasce dalla consapevolezza che il cambiamento che sappiamo necessario sarà possibile solo con l’aiuto di ognuna di voi, di ogni singola giornalista” afferma Caterina, dalla sede di Repubblica e La Stampa. “Siamo qui perché abbiamo bisogno di giornalismo di inchiesta, approfondito e accurato e per portare la nostra solidarietà ai giornalisti in sciopero contro un editore, Gedi, guidato dalla logica del taglio dei posti e dei compensi”.

“Abbiamo bisogno che le persone che stanno lanciando l’allarme smettano di essere raccontate come fanatici e criminali”aggiunge Martina. Antonio Guterres, il segretario generale dell’ONU, una delle figure leader della diplomazia mondiale, dichiarava: “Gli attivisti climatici sono dipinti come pericolosi radicali. Ma i veri pericolosi radicali sono i paesi che continuano ad aumentare la produzione di combustibili fossili”.

È di questo che parlano gli occhi di chi oggi regge in mano quei cartelli: criminale non è chi lotta per la vita sulla Terra, criminale è chi continua ad ignorare l’allarme.

Una clip della manifestazione in Rai

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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