Alexandro Sabett

Von der Leyen: “Usa non hanno mai violato il diritto internazionale”. Si, avete letto bene. Forse occorrerebbe mandare un promemoria alla presidente della Commissione Europea su alcuni fatti della storia recente.

Von der Leyen: “Usa non hanno mai violato il diritto internazionale”

L’articolo del premio Pulitzer Seymour Hersh sul coinvolgimento dell’amministrazione USA nel sabotaggio dei gasdotti North Stream ha generato reazioni piuttosto paradossali. A cominciare dalla dichiarazione leggermente azzardata della von der Leyen“La reputazione irreprensibile dello Stato americano ci permette di non prendere in considerazione questa versione.”.

Riassunto per chi avesse perso qualche pezzo della vicenda: Seymour Hersh non è un giornalista americano qualsiasi ma è stato il vincitore del Pulitzer per aver scoperto il massacro di MayLai (o Songmi) perpetrato dalle truppe USA in Vietnam e altre vicende come le torture perpetrate dai militari americani nel carcere iracheno di Abou Graib.

In un articolo scritto sulla piattaforma Substack ha spiegato come sarebbero andate le cose nella distruzione del gasdotto North Stream: sono stati gli americani, aiutati dai norvegesi, per spezzare il legame energetico dell’Europa con la Russia. A questo aggiunge la ricostruzione dei fatti e l’operazione che l’avrebbe generata.

Le reazioni? In Italia arriva la solita accusa di “complottismo” da parte di Open il giornale di Mentana, con il debunker Puente, che classifica l’articolo di Hersh come “infondato”, utilizzando fonti militari e dichiarazioni ufficiali dell’amministrazione Usa per confutare un’operazione segreta. In pratica: “Gli usa hanno detto che non sono stati loro.”

E a livello politico? La dichiarazione più surreale è arrivata da Ursula von der Leyer, riportata solamente dal magazine Faro di Roma“La Commissione Europea non darà spazio alle accuse di sabotaggio del North Stream formulate dal Pulitzer Seymour Hersh”, ha detto la presidente della Commissione.

Il motivo?  “In tutti gli anni di esistenza americana, non è stato stabilito e confermato un solo fatto di violazione del diritto internazionale o azioni al di fuori del quadro del diritto internazionale. La reputazione irreprensibile dello Stato americano ci permette di non prendere in considerazione questa versione.”

La memoria selettiva di von der Leyen

Senza voler scomodare una serie di scelte in politica estera del governo statunitense che potrebbero essere considerate “opinabili” o azioni che potrebbero configurarsi come violazioni del diritto internazionale e, ugualmente, senza tornare indietro a vicende discutibili come l’essere stati fino ad oggi l’unico paese ad aver utilizzato armi nucleari e per di più contro civili, ci sono fatti nella storia recente che cozzano con la visione adamantina propugnata dalla presidente della Commissone Europea.

Von der Leyen dimentica che proprio gli attuali comandi militari Usa, come Lloyd Austin, ora a capo del Pentagono, e l’ex generale Petraeus, testimonial Usa sui media della guerra in Ucraina, sono tra i principali esecutori, nel nome della democrazia da esportare e del “mondo libero”, di quelle politiche marchiate USA\NATO che  hanno scatenato guerre “umanitarie” e commesso crimini di guerra rimasti impuniti in Somalia, Iraq, Afghanistan, Balcani, ecc. devastando il diritto internazionale e le Nazioni unite.

Austin è stato il generale Usa incaricato dall’Amministrazione Obama, quando bisognava destabilizzare la Siria alle prese con jihadisti e al-Qaeda, a costruire un «fronte interno democratico anche armato“. La vicenda finì con Austin che in una seduta del Senato ammise candidamente che il miliardo di dollari investiti nel “progetto anti-Assad” era andato perso, il «fronte» si era squagliato e le armi erano finite ai jihadisti.

Petraeus fu invece il protagonista del “surge” contro i talebani, ed è finita con una fuga indecorosa dopo venti anni di occupazione militare Usa-Nato, ma soprattutto era capo della Cia quando gli Stati uniti parteciparono alla guerra in Libia e alla caduta di Gheddafi, ma pagarono un prezzo altissimo per la loro alleanza con gli islamisti radicali che a Bengasi nel 2012, assaltarono il consolato Usa uccidendo l’ambasciatore Chris Stevens; fu un disastro per Petraeus e per Hillary Clinton allora segretario di Stato che aveva inviato Stevens a Tripoli

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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