Nel discorso di due ore tenuto oggi all’Assemblea Federale a Mosca, il presidente russo Vladimir Putin ha ribadito l’intenzione di proseguire l’offensiva in Ucraina fino al raggiungimento dei propri obiettivi. L’ultimo discorso sullo stato della nazione si era tenuto nel 2021, mentre nel 2022 era saltato per via dello scoppio della guerra. Nel discorso di fronte alle Camere riunite il leader ha dichiarato che la Russia auspica una soluzione pacifica per evitare il conflitto in Ucraina, ma l’Occidente ha giocato «con carte false» per ingannare Mosca. Per questo motivo, Putin ha annunciato la «sospensione» (ma non il ritiro) del trattato Start sulla riduzione delle armi nucleari stipulato con gli Stati Uniti. La Casa Bianca ha definito «assurdo» il discorso di Putin, il quale per la NATO si starebbe preparando «a una nuova guerra».

Il presidente russo ha spiegato che le operazioni militari in Ucraina iniziate un anno fa sono state motivate dal fatto che quest’ultima voleva «dotarsi di armi nucleari». «Non avevamo dubbi che a febbraio avevano pronte operazioni punitive nel Donbass, dove già avevano fatto bombardamenti, e questo era in contraddizione con la risoluzione dell’ONU». L’inizio della guerra sarebbe quindi da imputare agli ucraini, ha dichiarato Putin, che avrebbero avuto l’intenzione di attaccare non solo il Donbass, ma anche la Crimea. «Loro hanno fatto cominciare la guerra, noi usiamo la forza per fermarla» ha dichiarato. A questo si è aggiunto l’intento dell’Occidente di «portare la Russia a una sconfitta strategica», al fine di «eliminarci per sempre». «Non si rendono conto che è in gioco l’esistenza stessa della Russia» ha dichiarato Putin, aggiungendo che «l’Occidente ha preparato l’Ucraina a una grande guerra e oggi lo riconosce», spendendo (e continuando a spendere) miliardi di dollari in aiuti militari. Agli occidentali «non interessa niente e sono pronti a usare chiunque» per colpire la Russia, ha affermato il leader, denunciando l’appoggio degli Stati occidentali alle milizie naziste ucraine. «Più useranno sistemi a lungo raggio, quindi più armi a lunga distanza arrivano in Ucraina, più lontano noi saremo costretti a respingere la minaccia dai nostri confini, è chiaro e naturale». Putin ha poi dichiarato che «la forza di deterrenza nucleare» del Paese è dotata «al 90% di armi avanzate: un livello che dovrebbe essere esteso all’intero esercito». L’applicazione dello Start, il trattato sulla riduzione delle armi nucleari stretto con gli Stati Uniti, verrà «sospesa» ma non ritirata, ha annunciato il presidente, invitando il ministero della Difesa e l’azienda Rosatom a essere preparati per effettuare test sulle armi nucleari. «Non le useremo mai per primi, ma se lo faranno gli Stati Uniti dobbiamo essere pronti. Nessuno deve farsi illusioni: la parità strategica non deve essere infranta».

Tenuto conto di ciò, Putin ha sottolineato di non essere «in guerra con il popolo dell’Ucraina», il quale «è ostaggio del regime nazista di Kiev e dei suoi patrocinatori, che hanno realmente occupato quel Paese politicamente, militarmente ed economicamente». In riferimento alle regioni annesse di Donetsk, Lugansk, Cherson e Zaporizhzhia, il presidente russo ha specificato che «sono sotto il nostro appoggio diretto e voglio dire che adesso siamo con voi, faremo di tutto perché in questi nostri territori torni la pace, la ripresa sociale ed economica per far ripartire le imprese e il lavoro e costruiremo strade moderne come in Crimea».

In riferimento alle sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia, il leader ha commentato che l’unico effetto è stato provocare «la crescita dei prezzi e la perdita dei posti di lavoro: sono vittime delle loro stesse decisioni e i cittadini lo sanno». «Le sanzioni anti-russe sono soltanto un mezzo, mentre l’obiettivo è, come dichiarano gli stessi leader occidentali, cito direttamente: ‘Far soffrire i nostri cittadini’. Ecco che tipo di umanisti sono. vogliono far soffrire le persone in modo da destabilizzare la nostra società dall’interno. Ma i loro calcoli non hanno dato buoni risultati». Per far fronte alle sanzioni, la Federazione Russa ha stanziato più di un trilione di rubli, reperiti con un forte contributo del mercato, mentre l’economia russa «ha superato tutti i rischi». «Espanderemo la cooperazione economica con altri Paesi e costruiremo nuovi corridoi logistici. Grazie a una buona bilancia dei pagamenti della Russia, non abbiamo bisogno di inchinarci e mendicare soldi all’estero» ha dichiarato il leader. Per gli oligarchi russi che hanno perso beni e capitali perché congelati dall’Occidente, Putin ha dichiarato che «nessuno dei comuni cittadini è dispiaciuto», invitando i miliardari a «non supplicare» l’Occidente per riavere i propri soldi. «Non investite all’estero, ma in Russia. Lo Stato e la società vi sosterranno».

Riferendosi poi direttamente all’Italia, Putin ha dichiarato che «la Russia sa essere amica e mantenere la parola data, lo dimostra il nostro aiuto ai Paesi europei, come l’Italia, durante il momento più difficile della pandemia di Covid, esattamente come stiamo andando in aiuto nelle zone del terremoto». Sottolineando poi che «le elezioni a settembre e le presidenziali nel 2024 saranno tenute nel rispetto della legge», Putin ha infine dichiarato che «la Russia risponderà a qualsiasi sfida, perché siamo tutti un unico Paese. Siamo un grande popolo unito. Siamo fiduciosi nel nostro potere».

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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