Marielle Franco

Il prossimo 14 marzo sono cinque anni dal brutale assassinio del consigliere comunale di Rio de Janeiro Marielle Franco e del suo autista Anderson Gomes. È passato mezzo decennio e la domanda “Chi ha fatto uccidere Marielle?” rimane senza risposta. Il crimine ha segnato la storia politica del Brasile, dimostrando la fragilità della democrazia brasiliana. Inoltre, ha sottolineato l’importanza di discutere la violenza politica basata sul genere, la razza e la sessualità e l’attacco ai difensori dei diritti umani nel paese. In questi anni ci sono stati molti cambiamenti nel comando delle indagini, ostacoli e fughe di informazioni. Nonostante gli esecutori siano stati arrestati in attesa della giuria popolare, la motivazione del delitto rimane un mistero. A suo tempo circolò anche la voce che il mandatario dell’aassasinio era l’allora presidente Jair Bolsonaro. “Ci sono molte domande aperte. Si tratta di un caso complesso e di pubblico interesse. Siamo stati sorpresi in questi anni dalla mancanza di accesso a informazioni definite da parte delle autorità. Un caso emblematico della difficoltà di accedere ai dati delle indagini sui crimini contro i difensori dei diritti umani e le donne nere vittime di violenza di stato e femminicidio in Brasile. La lotta non è solo per la giustizia per Marielle e Anderson, ma è un confronto con tutte le difficoltà del sistema giudiziario in Brasile e i suoi problemi strutturali”, afferma Fabiana Pinto, coordinatrice dell’Istituto Marielle Franco. L’istituto è stato creato dalla famiglia per mantenere viva l’eredità di questo importante riferimento politico. Attualmente, con l’elezione di Luiz Inácio Lula da Silva in Brasile, le indagini sul delitto sono di competenza del governo federale. Fabiana sottolinea che, nonostante il cambiamento, le domande restano senza risposta. Pertanto, il messaggio principale e l’azione di questo 14 marzo è che la lotta per la giustizia e l’accesso alle indagini rimane più viva che mai. “Vogliamo dimostrare che, nonostante il tempo, non dimenticheremo, continueremo a organizzare questa lotta per chiedere alle autorità”.
Il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, ha presentato un progetto di legge per istituire la Giornata nazionale Marielle Franco contro lotta alla violenza politica di genere e razziale. La data scelta è quella del 14 marzo, giorno in cui la consigliera municipale e attivista per i diritti umani di Rio de Janeiro fu uccisa insieme al suo autista, Anderson Gomes.

 Inácio Lula da Silva e Marielle Franco

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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