Un gruppo di cittadini si è costituito nel comitato promotore del referendum “Ripudia la guerra”, avviando la raccolta delle 500mila firme necessarie alla presentazione della proposta. Secondo i promotori, che fanno appello all’articolo 11 della Costituzione, le autorità italiane dovrebbero impegnarsi nei conflitti internazionali non mediante l’invio di armi bensì con un lavoro diplomatico volto a ottenere il cessate il fuoco e delle trattative di pace. Così sono stati elaborati tre quesiti riguardo l’abrogazione delle disposizioni sull’invio di armi all’Ucraina contenute nell’art. 2 bis della Legge 28/2022 e nell’art.1 della legge n. 8/2023; nonché delle disposizioni contenute all’art. 1, comma 6, lettera a) della legge 185/1990 che ammettono eccezioni al divieto di invio di armi ai Paesi in stato di conflitto armato.

«Riteniamo che nessun governo o anche parlamento possano ritenersi investiti della responsabilità di condurre il Paese in un conflitto che rischia di degenerare in modo irreversibile, senza interpellare la popolazione», ha dichiarato il comitato promotore del referendum “Ripudia la guerra”. Il riferimento è all’attuale guerra in Ucraina, salvo poi estendere la richiesta a una previsione generale. A tal proposito, i quesiti referendari intendono abrogare tre articoli di legge, o parte di essi. Il primo riguarda l’art. 1, comma 6, lettera a) della legge n. 185 del 9 luglio 1990, che vieta “l’esportazione, il transito, il trasferimento di armi verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei ministri, da adottare previo parere delle Camere”. Il quesito intende eliminare l’ultima deroga, dunque “o le diverse deliberazioni del Consiglio dei ministri, da adottare previo parere delle Camere”.

Il secondo quesito intende, invece, abrogare l’articolo 2 bis del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, nella parte afferente alla cessione delle armi a Kiev. Il terzo riguarda, infine, l’abrogazione dell’art. 1 del decreto-legge n. 185 del 2 dicembre 2022, riguardante la proroga della cessione delle armi all’Ucraina fino al 31 dicembre 2023.

[di Salvatore Toscano]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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