Rossana Rossanda con Valentino Parlato al tempo del gruppo Manifesto
“Sono stata sconfitta, ma resto comunista”
“Ho corso sempre, ma non mi sono annoiata”
Rossana Rossanda
Rossana Rossanda, nata il 23 aprile 1924 a Pola, in Istria, è morta domenica 20 settembre 2020a Roma, all’ età di 96. Il Coordinamento donne ANPI ha così espresso il cordoglio per la sua morte: “Se ne è andata Rossana Rossanda, una Signora della politica italiana. Donna colta e determinata, sempre dalla parte di chi lotta per una società libera e uguale. Appassionata ai temi delle donne, ha contribuito alla crescita del movimento femminista ed è stata sempre in prima linea nelle battaglie che hanno reso migliore il nostro Paese. Ci lascia una partigiana, una autentica compagna”.
Rossana Rossanda fu dirigente del Pci negli anni 50 e 60, deputata per la prima volta nel ‘63, fu radiata dal Partito nel 1969 e insieme, tra gli altri, a Luigi Pintor, Valentino Parlato, Lucio Magri, Aldo Natoli e Luciana Castellina, fondò “Il Manifesto”, prima rivista e organizzazione politica, poi quotidiano. Negli ultimi anni si allontanò dal giornale da lei fondato, al quale rimproverava di aver disconosciuto la centralità del conflitto di classe. In ogni caso è sempre stata capace di una preziosa lettura del presente e delle implicazioni con il futuro. Gli esempi sono motissimi. La sua vita è stata intensa e in parte raccontata nel libro autobiografico ” La ragazza del secolo scorso”, pubblicato nel 2005.
Copertina del libro ” La ragazza del secolo scorso”
Lo scorso febbraio Edizioni Nottetempo ha pubblicato “Rossana Rossanda. Aperte lettere Saggi critici e scritti giornalistici.”
Dalla presentazione del libro edito da Nottetempo.Tra i grandi protagonisti del dibattito civile e politico del ’900, Rossanda Rossanda è stata anche una voce originale e influente nel campo della critica culturale e letteraria, sia con generosi interventi “a caldo” dalle colonne del suo manifesto, sia con ampie introduzioni e prefazioni a classici molto amati. Aperte lettere raccoglie per la prima volta i suoi scritti letterari più significativi e memorabili. Con uno stile aguzzo e vivido che “rincorre nell’argomentazione i circuiti del pensiero”, come scrive il curatore Francesco de Cristofaro, Rossanda non fa sconti e possiede un vero talento nel rileggere a contropelo libri, figure letterarie, protagonisti della cultura, mostrando come la critica sia anche “disobbedienza” e scomoda testimonianza (è il caso del suo amato Fortini, che “giace insepolto fuori dalle mura”). Che si tratti di discutere l’etichetta “femminile” o “femminista” applicata a Emily Dickinson oppure di evidenziare come l’ironia “virile” di Thomas Mann si rovesci in strazio davanti alla feroce ambiguità della natura; che riveli come Tolstoj abbia amato l’insubordinata Anna Karenina per poi punire con la sua morte una parte di se stesso o come il contrasto tra etica e diritto si incarni in quello tra Antigone e Creonte; che demolisca Le tre ghinee di Woolf mostrando la contraddizione irrisolta che abita il testo, o demistifichi attraverso Sartre l’illusione di libertà dell’intellettuale, o contesti in controtendenza la visione rinunciataria de La Storia di Elsa Morante, Rossanda legge anche al rovescio il canone della letteratura.
Copertina di “Rossana Rossanda. Aperte lettere Saggi critici e scritti giornalistici.”