• Pasquale Cicalese

Ho telefonato a Guido Salerno Aletta dandogli gli auguri di Pasqua. Ho chiesto a lui alcune delucidazioni. Il suo pezzo “L’inflazione morde, ma famiglie e imprese investono” potrebbe essere considerato come troppo magnanimo nei confronti delle imprese. Lui specifica: “Pasquale, ho detto tutto, l’importante è che i profitti vadano ad investimenti e non se li imboschino. Ognuno fa il suo mestiere. Le imprese fanno bene a fare profitti ed investimenti. Gli altri stanno zitti. I sindacati non fanno niente, tanti anni fa si illusero di essere “nuova classe dirigente” con i fondi previdenziali. Campano di pratica ai Caf, come dice Stalin si sono “burocratizzati”. Sono i sindacati, i lavoratori, mediante una sana lotta di classe, che devono recuperare il salario reale.

Ognuno faccia il proprio mestiere.

“Come ho scritto nel mio libro Piano contro mercato, il nemico è il neocorporativismo, inaugurato da Ciampi, Amato, Draghi e Prodi nei primi anni novanta, e da allora in vigore.

Esso prevedeva la “concertazione”, tavoli a triade Governo-Sindacati confederali-Associazioni di Categoria che escludevano i sindacati di base. I confederali in 30 anni non hanno mai avuto come avversario il fronte datoriale, bensì lo Stato. In questo hanno seguito la moda di interi partiti di attaccare le strutture statuali, la funzione pubblica, i settori pubblici, in nome della “concertazione”. In cambio ebbero fondi previdenziali, porte aperte nei canali dell’amministrazione pubblica e nel privato o in quel che rimaneva delle partecipazioni statali.

La loro funzione fu, era ed è di essere cani da guardia del capitale, come tutti i partiti della Seconda Repubblica, anche quelli, una volta entrati al Parlamento, che si acquetarono. La lotta di classe scomparve, era rimasta solo nel sindacalismo di base, boicottato, oggetto di attenzione da parte della giustizia borghese, i lavoratori divennero individualisti, poco propensi ad essere solidali, homo homini lupus, ebbero come nemici prima i meridionali poi i migranti, facendo la fortuna del capitale.

I media, la tv rincoglionirono la classe lavoratrice, che si affidò a “pifferai magici”.

I cani da guardia del capitale contribuirono a che i salari, che negli anni settanta costituirono il 62%, scendessero al 48% del pil. La guerra di classe condotta in nome dell’Ue, del fronte occidentale, dell’asset inflation, del mercantilismo e della deflazione salariale, resa possibile dalla caduta del Muro di Berlino, che ci trasformò in una sorta di DDR mediterranea, contribuì alla ripresa dei profitti industriali, commerciali e della rendita finanziaria erosi dal conflitto di classe degli anni settanta. Siamo fantasmi, ieri leggo che i confederali se la prendono con lo Stato. Ma lo Stato non c’è piu’, quel che rimane è un condominio di Confindustria, che loro servono sempre essendo cani da guardia loro. Fino a quando tutte le strutture pubbliche rimaste scompariranno, e vedremo gli zombie nelle città come in Usa.

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_lotta_di_classe_e_i_cani_di_guardia_del_capitale/29785_49325/

Di Red

„Per ottenere un cambiamento radicale bisogna avere il coraggio d'inventare l'avvenire. Noi dobbiamo osare inventare l'avvenire.“ — Thomas Sankara

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