Alessandro Ferretti

In Italia il bipolarismo all’americana si è fondata su due passaggi: l’abrogazione del proporzionale e la transizione dal PCI al PD, finalizzata a trasformare un partito nel clone dei dem USA.

Il bipolarismo, ovvero la contesa tra ricchi di destra e ricchi di sinistra.

Molte delle polemiche sul PD e Elly Schlein mi pare poggino su una mancata comprensione della natura del bipolarismo italiano, molto simile al bipartitismo statunitense.

Come ha spiegato Howard Zinn*, il modello bipartitico USA deriva sin dalle origini dal fatto che i grandi ricchi non sono un monoblocco sociale e culturale: tra di essi esistono interessi differenti e a volte contrapposti. Per esempio: i padroni che impiegano lavoratori non specializzati vedono l’istruzione pubblica come un costo inutile (se non dannoso), mentre chi necessita di manodopera specializzata è interessato a far pagare l’istruzione allo Stato.

Esistono quindi ricchi conservatori e ricchi progressisti, e il sistema bipartitico è nato proprio per rappresentare questi due campi. “Entrambi i partiti principali erano largamente controllati da individui ricchi e ambiziosi. Avvocati, direttori di giornali, commercianti, industriali, grandi proprietari terrieri e speculatori occupavano i vertici tanto del Partito democratico quanto dei whig.” In definitiva, il partito repubblicano è un’emanazione dei ricchi conservatori, mentre il partito democratico promana dai ricchi progressisti.

Questo bipolarismo è ovviamente una manna per le élites, perchè chiunque vinca le elezioni consentirà ai ricchi di mantenere il controllo sui meno abbienti. Come dice sempre Zinn a proposito della Costituzione USA, “serve gli interessi di un’élite ricca, ma fornisce ai piccoli proprietari e a lavoratori e coltivatori a medio reddito garanzie sufficienti a creare un’ampia base di sostegno. La gente che forma questa base, dotata di un relativo benessere, costituisce una barriera di protezione contro i neri, gli indiani e i bianchi molto poveri. Rende così possibile per l’élite mantenere il controllo con un minimo di coercizione e un massimo di legalità”. Inoltre, “offrire alla gente un’alternativa tra due partiti e quindi la possibilità, in un periodo di ribellioni, di scegliere quello leggermente più democratico era un metodo di controllo ingegnoso.”

In Italia la transizione verso il bipolarismo all’americana si è fondata su due passaggi: l’abrogazione della legge elettorale proporzionale e la transizione dal PCI al PD, dichiaratamente finalizzata a trasformare (perfino nel nome) un partito che rappresentava la working class in un clone dei dem USA. Tale trasformazione è durata anni ed è da tempo pienamente compiuta, almeno sin dalla segreteria Veltroni.

Alla luce di quanto sopra, gridare allo scandalo per l’armocromia di Elly Schlein è analogo a stupirsi per il fascismo di La Russa: stanno semplicemente manifestando la loro natura . Piuttosto, sarebbe tempo di prendere atto che il PD non è mai stato nè mai sarà il partito della working class, e magari rivolgere le energie politiche verso la costruzione di un’alternativa a un bipolarismo nato appositamente per tutelare chi, per ricchezza e potere, non avrebbe alcun bisogno di essere tutelato: anzi!

*Howard Zinn, “Storia del popolo americano dal 1492 a oggi”

Dal mio blog.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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