Un’immagine dal film “Una poltrona per due”

Come nel celebre film, il succo d’arancia sembra essere diventato oggetto delle attenzioni degli speculatori finanziari americani

Andrea Baranes

Probabilmente è l’operazione finanziaria più famosa della storia. Anche chi è completamente a digiuno di speculazione e di derivati, sa di cosa parliamo: una gigantesca scommessa sul prezzo del succo di arancia surgelato che in pochi minuti provoca la fortuna di due improbabili investitori e il tracollo di una delle famiglie più facoltose d’America. Parliamo chiaramente della trama di “Una poltrona per due”film cult della metà degli anni Ottanta e immancabile appuntamento natalizio della programmazione televisiva nostrana. Una poltrona per due

Nel film, due fratelli considerati tra i più rispettabili investitori di Wall Street sfruttano un funzionario governativo corrotto per avere in anticipo le informazioni del dipartimento dell’Agricoltura statunitense sulla produzione di arance. Grazie a queste informazioni, organizzano una speculazione sul prezzo del succo di arancia surgelato.

Quello che non sanno è che il rapporto il loro possesso è falso, mentre quello vero è nelle mani di Eddie Murphy e Dan Aykroyd, che tramite i futures (una tipologia di derivati che permette di scommettere sul prezzo futuro di un titolo o di una materia prima) riescono a guadagnare una somma astronomica in pochi minuti.

Cosa non va nella finanza

Avere in anticipo delle informazioni non disponibili al pubblico è un reato. In gergo finanziario è chiamato insider trading, ma il film è diventato talmente famoso che la stessa CFTC – l’ente di supervisione e controllo sui mercati finanziari americani – nel caso delle materie prime la indica come “Eddie Murphy rule”.

La speculazione sul succo d’arancia

Una commedia leggera, che presenta però alcuni elementi di riflessione. Uno in particolare: la scelta degli sceneggiatori di centrare la speculazione sul succo di arancia. È uno dei prodotti di più largo consumo degli Stati Uniti, la base di ogni colazione, presente in ogni casa. Già una quarantina di anni fa, quindi, l’idea era di mostrare che l’alta finanza – e la peggiore speculazione – non si muoveva  unicamente negli ambiti “tradizionali”. Non si parla di scommesse sui titoli azionari, di strumenti finanziari complessi, di raffinate analisi geopolitiche sul prezzo del petrolio. Il film gioca sul contrasto tra la “banalità” del succo di arancia e la complessità delle operazioni messe in campo per scommettere illecitamente sul suo prezzo. 

Se già nella metà degli anni Ottanta era quindi possibile scommettere, tramite i derivati, su qualsiasi materia prima, oltre che sui titoli finanziari, oggi il prezzo del succo di arancia è al centro della grande finanza. A raccontarlo è un articolo pubblicato di recente dal quotidiano francese Les Echos, intitolato «I trader si precipitano sul succo di arancia, più profittevole del petrolio». 

Il giornale si spiega che «l’arancia ha detronizzato il petrolio quale materia prima di trader e speculatori». Complice anche un uragano dello scorso settembre, la produzione è crollata in Florida, il maggiore produttore statunitense. Facendo schizzare i prezzi e più in generale provocando quell’incertezza sul futuro che è alla base della speculazione. L’aumento dei prezzi è stato del 43% quest’anno, superiore a qualsiasi altra materia prima come zucchero (+29%), cacao (+18%) o caffè (+15%) e molto più del petrolio. Da inizio 2022, l’aumento dei prezzi delle arance è stato pari al 70%.

Se la finanza speculativa determina i prezzi di ciò che mangiamo

Come nel film, il rapporto del dipartimento dell’Agricoltura sulla produzione annuale continua ad alimentare le scommesse. Ma nel frattempo la tecnologia ha assunto un ruolo centrale. I trader fanno a gara per entrare in possesso delle notizie meteo satellitari e di ogni altra informazione che permetta di anticipare la concorrenza e giocare sul prezzo futuro. 

A meno di operazioni illecite – alle quali purtroppo la finanza ci ha comunque abituati – è difficile che due trader possano decidere del mercato. Ma ancora una volta il film non è andato cosi lontano dalla realtà. Secondo lo stesso articolo, se dal lato della vendita troviamo una pluralità di produttori e intermediari, al contrario appena una ventina di grandi operatori finanziari tra banche, società di gestione e hedge funds farebbe la parte del leone dal lato dell’acquisto. Dominando il mercato dei derivati, e quindi del prezzo del succo di arancia. Sarebbero loro a essere in massima parte responsabili delle montagne russe dei prezzi e a estrarne i corrispondenti profitti. 

Il prossimo Natale, guardando la scena finale di “Una poltrona per due”, magari ricordiamoci che il prezzo del nostro succo di arancia o del nostro cappuccino dipende in buona parte da qualche trader che dalla sua barca a vela in un’isola tropicale decide se per la sua colazione preferisce aragoste o gamberoni

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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