Foto di Fabrizio Maffioletti

In 12.000 eri a Torino per rianimare la sanità pubblica, ormai in terapia intensiva

– Fabrizio Maffioletti

Grande partecipazione ieri alla manifestazione in difesa della servizio sanitario pubblico universalistico indetta dal “Comitato per il Diritto alla Tutela della Salute e delle Cure”

La cittadinanza attiva è riuscita a creare una grande convergenza su un argomento profondamente sociale e Costituzionale. Una sanità pubblica in serie condizioni critiche: occorre portarla in un ospedale privato? Il messaggio oggi è chiaro e la risposta è inequivocabile: no. No allo smantellamento del servizio pubblico universalistico a vantaggio della sanità privata.

La riqualificazione della sanità pubblica non è demagogia, non è buonismo, è in primo luogo salvare sé stessi e i propri familiari.

Singolare la presenza del PD in corteo, partito portatore di interessi “altri”, che, ci sia consentita l’iperbole, con questa partecipazione appare aver bisogno di un’assistenza sociosanitaria per la disfunzione cognitiva. Le Giunte regionali Cota (Lega), Chiamparino (PD) e Cirio (FI) hanno lavorato in perfetta continuità per arrivare a questo risultato, per il quale ieri con una partecipazione che non si vede da tempo finalmente si è arrivati ad un’ampia convergenza della cittadinanza che – è fondamentale dirlo – ha deciso di salvare la propria salute.

A proposito di politiche consociativiste, criticatissimo dai torinesi l’accordo Cirio-Lorusso, abbiamo chiesto ad Airaudo, Segretario generale CGIL Piemonte, cosa ne pensasse del nuovo ospedale nord-ovest, il nuovo Maria Vittoria: “Dopo 50 anni un nuovo ospedale ci vuole. Occorre determinare con attenzione l’area dove edificarlo”.

Il corteo è sfilato da piazza Carducci al grattacielo della Regione, simbolo di una ripartizione “deviante” delle risorse. A Torino molte strutture ospedaliere sono obsolete, quella costruzione è un emblema. Davanti al grattacielo è stato allestito un gazebo dove i medici visitavano gratuitamente.

Airaudo ha preso l’impegno di continuare questa lotta, ha dichiarato che ci sono cambiamenti che possono e devono avvenire subito, altri per i quali occorreranno interventi di più lungo periodo. Ha duramente criticato l’ulteriore definanziamento di questo Governo al comparto, dal 6,7% al   6,2% del PIL: “Salti il tetto alle assunzioni e si arrivi ad investire più soldi, più denaro, per la sanità pubblica”.

Negli interventi dei sindacati delle professioni infermieristiche, dell’Ordine dei Medici, dell’ANAAO, sono state sottolineate le difficilissime condizioni in cui anni di politiche che stanno portando al collasso la sanità pubblica stanno costringendo i sanitari. Come i disservizi che dipendono dallo smantellamento progressivo del sistema stiano creando malessere ai malati e ai familiari. Una situazione davvero drammatica che sta determinando un clima invivibile: malati e familiari che, comprensibilmente arrabbiati, tuttavia se la prendono con i sanitari, che sono incolpevoli dei disservizi.

Tutto ciò sta portando ad una tempesta perfetta, la fuga dei sanitari dalla sanità pubblica. La manifestazione di ieri è stata importante anche nel chiarire le responsabilità di ciò che sta avvenendo, che sono politiche e che tutti, e sottolineiamo tutti, subiamo: malati e lavoratori della sanità.

Ieri è stata di fatto la stipula di un patto: cittadinanza e sanitari insieme a difesa del nostro, come ha sottolineato Airaudo, sistema sanitario pubblico universalistico.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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