Il candidato alla presidenza è stato assassinato il 9 agosto nel bel mezzo della campagna elettorale, a pochi giorni dalla giornata del voto, confermata per il 20 agosto.
Il processo elettorale in Ecuador si stava avvicinando rapidamente alla data delle elezioni generali del 20 agosto, quando è stato macchiato da un grave episodio che mina l’intero sistema politico del Paese sudamericano. Fernando Villavicencio, candidato presidenziale del Movimiento Construye (MC25), è stato assassinato con colpi di arma da fuoco dopo aver tenuto un comizio nella capitale Quito.
Villavicencio era uno degli otto candidati alla presidenza dell’Ecuador, e, pochi giorni prima dell’attentato, aveva denunciato che sia lui che il suo team di lavoro e sicurezza stavano ricevendo minacce da gruppi legati a bande criminali che operano nel Paese. Nelle ultime ore, il gruppo criminale denominato Los Lobos (“i lupi”) ha rivendicato l’omicidio del candidato del MC25, lanciando minacce anche contro un altro candidato alla presidenza, Jan Topić. Secondo le autorità, l’attuale campagna per la presidenza è stata una delle più violente mai registrate nello Stato sudamericano, e il ministro dell’Interno, Juan Zapata, ha confermato che sette degli otto candidati presidenziali avevano richiesto la protezione della polizia.
A tal proposito, la moglie e la sorella di Villavicencio hanno denunciato carenze di sicurezza da parte delle autorità ecuadoregne. Secondo la sorella del candidato alla presidenza, nessuno gli ha dato protezione, e quanto accaduto sarebbe stato un complotto per farlo tacere. Ore dopo, i parenti di Fernando Villavicencio hanno riferito che il medico legale aveva impedito loro di vedere il corpo del candidato alla presidenza. L’attentato ha anche causato il ferimento di altre nove persone, compresa una candidata al parlamento di Quito.
Dopo la diffusione della notizia dell’omicidio, il presidente dell’Ecuador, Guillermo Lasso, ha espresso solidarietà e cordoglio alla moglie e alle figlie del candidato presidenziale e ha assicurato che, per la sua memoria e la sua lotta, il delitto non rimarrà impunito. “La criminalità organizzata ha fatto molta strada, ma su di loro ricadrà tutto il peso della legge“, ha detto il presidente del Paese sudamericano. Anche l’ex presidente Rafael Correa ha condannato l’assassinio del candidato presidenziale e ha inviato messaggi di cordoglio ai parenti di Fernando Villavicencio. Parole di cordoglio sono giunte pure dagli altri candidati alla presidenza e dai leader degli altri Paesi della regione.
A seguito dell’evento, il presidente Lasso ha decretato questo giovedì lo stato di emergenza in tutto il Paese per 60 giorni. Accompagnato dalla presidente del Consiglio Elettorale Nazionale (CNE), Diana Atamaint, il presidente ha inoltre indetto tre giorni di lutto per la memoria del candidato presidenziale Villavicencio. Ma il grave evento non causerà ritardi nel processo elettorale, con la data del voto che resta fissata al 20 agosto: “Di fronte alla perdita di un democratico e di un combattente, le elezioni non sono sospese. Queste devono essere tenute e la democrazia deve essere rafforzata. Questa è la ragione migliore per andare a votare e difendere la democrazia, la vita e l’integrità della famiglia ecuadoregna e il futuro del Paese“, ha detto il presidente. “Non consegneremo il potere e le istituzioni democratiche alla criminalità organizzata, anche se mascherata da organizzazioni politiche. Dobbiamo bandire l’odio e la vendetta come pratica politica“, ha aggiunto Lasso.
La presidente del CNE, Diana Atamaint, ha confermato che, nonostante l’assassinio del candidato presidenziale, le elezioni si terranno il 20 agosto come da programma. Ha anche indicato che il programma elettorale approvato dall’Assemblea Nazionale e dalle autorità del Paese non viene modificato. “Invitiamo il pubblico a venire a votare perché, con il sostegno delle forze armate e della polizia nazionale, garantiamo che queste elezioni si svolgano in sicurezza, con calma e che possiamo decidere le nuove autorità alle urne“, ha esortato. Allo stesso modo, Atamaint ha sottolineato che, fermo restando l’accordo sul rispetto dei tempi stabiliti nel calendario elettorale, viene mantenuta la data del dibattito elettorale obbligatorio per i binomi presidenziali, così come approvato nel calendario elettorale: “Il dibattito si svolgerà con tutte le garanzie di sicurezza che ci stanno offrendo sia le forze armate che la polizia. Va ricordato che per questo processo elettorale verranno schierati 59.000 agenti di polizia per salvaguardare il normale svolgimento di queste elezioni“.
Nelle stesse ore, le autorità del Paese sudamericano hanno comunicato l’arresto di sei persone presumibilmente legate all’attentato. L’ufficio del procuratore generale ha infatti riferito che sei persone sono state arrestate perché sospettate di aver partecipato all’omicidio del candidato alla presidenza dell’Ecuador, Fernando Villavicencio, assassinato il giorno prima dopo aver lasciato un comizio elettorale a Quito. In precedenza, il Pubblico Ministero aveva reso noto che il presunto autore dell’omicidio era deceduto dopo essere rimasto vittima di una sparatoria con il personale di sicurezza che lo aveva arrestato. In tal senso, è stato specificato che l’aggressore è morto quando è stato trasferito in un centro medico di Quito su un’ambulanza dei vigili del fuoco, il cui personale ha confermato la sua morte.
Secondo l’agenzia Telcodata, Villavicencio era accreditato di una percentuale di consensi attorno al 7%, in base ai sondaggi tenuti nell’ultima settimana. La favorita per le elezioni sembra essere la candidata correista Luisa González, che godrebbe di circa il 30% delle preferenze espresse nei sondaggi, mentre il suo principale rivale dovrebbe essere Jan Topić (13%).
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Giulio Chinappi – World Politics Blog