Vittoria politica ed economica per la Bolivia, per l’ex presidente socialista boliviano Evo Morales e per il popolo boliviano, contro la impresa mineraria statunitense Orlandini che era stata “espropriata” di circa 48 concessioni e di proprietà minerarie nei comuni di Antequera e Totoral, nel dipartimento di Oruro dal governo dell’allora presidente Evo Morales Ayma un anno prima di essere spodestato dal colpo di stato a favore della Áñez.
“La Corte Permanente di Arbitrato (CPA), si è pronunciata a favore della Bolivia, negando qualsiasi risarcimento alla compagnia Orlandini per l’esproprio di 48 concessioni” ha affermato subito dopo la sentenza il Procuratore Generale dello Stato boliviano, César Siles.
Siles ha detto ai media locali che il Tribunale Arbitrale con sede all’Aja ha dato ragione alla difesa della Bolivia e ha respinto tutte le richieste dei querelanti, facendo così risparmianre circa 500 milioni di dollari di danni. L’avvocato ha affermato che la sentenza è una vittoria per lo Stato boliviano”.
Il caso era stato presentato alla CPA nel gennaio 2018, quando gli eredi del proprietario della Orlandini intentarono una causa internazionale contro la Bolivia, accusandola di aver espropriato illegalmente le risorse dell’azienda nel paese, violando un trattato del 2001 tra Washington e La Paz.
Nella pagina dove il signor Julio Miguel Orlandini Agreda pubblica la propria biografia, lo stesso Orlandini scrive che “i beni della Compagnia in Bolivia sono stati nazionalizzati da uno dei governi di pazzi boliviani”.
Ma, contrariamente a ciò che scrive Julio Orlandini, la Corte ha stabilito che la Bolivia non aveva violato il Trattato sugli investimenti del 2001 quando aveva revocato le concessioni minerarie della compagnia, che risalivano agli anni ’80.
“La cosa più importante è che il caso non potrà essere rivisto.
La sentenza della Corte è stata emessa e favorisce la Bolivia” e ha aggiunto che “tuttavia, ha confermato che questa sentenza rafforza l’impegno della Bolivia a proteggere le sue risorse naturali e ad esercitare il suo diritto sovrano sulle concessioni minerarie, stabilendo un importante precedente nel campo degli arbitrati internazionali”.
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