Il riposizionamento liberal/liberista dall’Ucraina alla Georgia procede a velocità smodata e la cosa non depone bene né per l’Ucraina né per la Georgia. E questo al di là del fatto che chiamare la legge di cui si discute “legge russa” è una sciocchezza (anche se è più restrittiva della FARA statunitense), e lo è altrettanto chiamare “Sogno georgiano – Georgia democratica”, il partito che ha la maggioranza in Parlamento, un “partito filorusso” o addirittura “un fantoccio del Cremlino”, o affermare che il suo fondatore, il milionario Bidzina Ivanishvili (ah, questi milionari che fondano partiti…), è un uomo di Putin perché ha fatto buona parte dei suoi soldi in Russia, negli anni eroici del liberismo senza freni.


E poi, certo, ci sono gli eccelsi di + Europa, quelli a cui Platone pensava quando immaginava il governo dei filosofi, che se ne escono con “milioni di georgiani in piazza”, che i georgiani tutti sono 3 milioni e 713mila. Non linko il tweet che poi ci cliccate sopra e li fate contenti, e noi questo non lo vogliamo.

Francesco Dall’Aglio

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