Maurizio Biagiarelli

Purtroppo lungi dall’essere un fattore di stabilizzazione e di pace l’Europa, in quanto forma dirompente di affermazione di un nuovo assetto del capitalismo contemporaneo, è destinata a essere un focolaio di disordine e di instabilità.

Europa, focolaio di disordine e instabilità

L’attentato al premier slovacco Robert Fico è molto grave, in qualunque modo lo rivenderanno. Il fatto incontrovertibile è che a essere sparato è uno dei critici più severi delle politiche UE, anche in relazione alla guerra in Ucraina. Non il contrario.

I pericoli per la democrazia provengono da chi la ritiene – e non fa nulla per nasconderlo – una forma politica superata di fronte alla complessità e alla interdipendenza del mondo contemporaneo.

La tecnocrazia e la finanzocrazia hanno già cominciato a surrogare la democrazia elettiva. La UE è uno spregiudicato laboratorio di costruzione e propaganda della post democrazia.

Basti vedere gli scialbi leader di Bruxelles che pretendono di governare un continente in crisi come quello europeo con l’astrattezza di schemi teorici ricchissimi di grafici e tabelle ma assolutamente privi di contatto con la complessità storica di un aggregato di 27 nazioni e 500 milioni di persone.

Al di fuori degli stati nazionali non esiste tuttora alcuna forma di governo politico che riesca a reggere alle regole del controllo democratico. L’Europa per affermarsi sarà sempre più costretta a compiere delle forzature antipopolari e antidemocratiche. Non è detto che il caso Fico resti isolato.

Purtroppo lungi dall’essere un fattore di stabilizzazione e di pace l’Europa, in quanto forma dirompente di affermazione di un nuovo assetto del capitalismo contemporaneo, è destinata a essere un focolaio di disordine e di instabilità.

Dove mette lo zampino l’Europa succede il caos. In Ucraina con l’Euromaidan, premessa della guerra attuale e di quella minacciata direttamente contro la Russia, oggi in Georgia, con i gravi disordini fomentati dagli agitatori romanticamente ammantati del blu dell’Europa.

L’allargamento a est della UE risponde a una logica di potenza vecchio stampo, perché la geopolitica non è frutto del caso, ma segue percorsi necessitati dalla storia passata e dalla stessa realtà geografica.

L’Europa si prepara a una resa dei conti con l’Orso russo e con la Cina, in posizione di vassallaggio dell’imperialismo americano. Questa logica va spezzata e sconfitta, il progetto della UE deve abortire prima che sia troppo tardi.

Queste elezioni europee sono uno spartiacque. L’astensionismo è stupido, perché fa il gioco di una ristretta élite che a votare ci andrà sicuramente e comanderà qualsiasi sarà la percentuale dei votanti.

Dell’astensione si parla per un giorno, quello successivo alle elezioni, e poi avanti savoia, business as usual, contro i bisogni e gli interessi della stragrande maggioranza della popolazione.
Andate a votare per la democrazia e non per il totalitarismo europeista. Serve un voto che getti un sasso nell’ingranaggio. Paradossalmente non importa il colore di quel voto.

L’importante è che il voto ci sia, e sia in grado di inceppare quei meccanismi inesorabilmente destinati a generare guerra e miseria nel nostro continente.

Vorrei che il concetto fosse chiaro: è nella natura del progetto europeo non essere un fattore di pace ma di guerra. I fatti che stanno avvenendo sotto i nostri occhi parlano chiaro.

Come ha detto Moni Ovadia, la scelta non è tra destra e sinistra ma tra vita o morte

https://www.kulturjam.it/politica-e-attualita/questa-europa-e-un-focolaio-di-disordine-e-instabilita

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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