Italiani brava gente? Per la giovane moglie di Satnam Singh non è così, il nostro non è un paese buono’. Come dargli torto

È arrivato dalla lontana India per venire a morire nelle campagne italiane. Era un lavoratore irregolare che veniva sfruttato per pochi euro l’ora. Uno tra i tanti disperati che fuggono dalla guerra o semplicemente dalla miseria nella speranza di poter vivere nel nostro paese una vita dignitosa, ma così non è stato, almeno così non è stato per Satnam Singh.

Lo avevo avvisato di non avvicinarsi al mezzo, ma ha fatto di testa sua…una leggerezza che è costata cara a tutti’. Questo è quanto ha dichiarato Renzo Lovato titolare dell’impresa dove è avvenuto l’incidente che è costato la vita al giovane immigrato. 

Il datore di lavoro, se così possiamo chiamarlo, non ha neanche tentato di salvarlo, si è solo preoccupato della sua azienda e della perdita di profitto che avrebbe avuto. 

Satnam Singh non è stato portato al Pronto soccorso, come chiedevano i suoi compagni, ma è stato abbandonato davanti alla sua abitazione, dove è morto dissanguato. 

E’ stato trattato come carne da macello.

Nelle campagne laziali e non solo il caporalato è la regola. Il padre del titolare della ditta ed altri 13 imprenditori sono indagati da cinque anni per questo reato. Il sistema era collaudato. Lavoravano in regola per il tempo necessario per ottenere il sussidio di disoccupazione. Quindi venivano licenziati e messi a lavorare in nero o a metà stipendio. 

Erano obbligati a svolgere la loro mansione per pochi euro al giorno ed a vivere in alloggi fatiscenti, spesso senza neanche un bagno.

Sfruttare chi non ha nulla e non ha diritti è troppo facile. Le regole ci sono, ma i reati spesso rimangono impuniti o addirittura vengono giustificati con le ‘esigenze’ produttive.

Satnam Singh è stato vittima di un imprenditore senza scrupoli, disposto ad ogni nefandezza pur di fare profitti. No, questa non è solo una storia di sfruttamento, ma di schiavitù. Si di schiavitù nel cuore della civile Europa. 

E noi italiani non siamo brava gente ed il nostro ‘non è un paese buono’.

Di Giovanni Pulvino (REDNEWS)

Insegno Scienze giuridiche ed economiche dal 1993. Dopo tanti anni di supplenze sono passato di ruolo nel novembre del 2015. In quel periodo il portale web di Tiscali dava agli utenti la possibilità di esprimersi tramite le ‘Socialnews’. Ed è cosi che nel luglio del 2012 ho iniziato a scrivere articoli raccontando le vicende dei precari storici della scuola. Per un anno ho collaborato anche con ComUnità del portale Unità.it. Successivamente, per integrare e proseguire quell’esperienza durata oltre 3 anni, ho creato REDNEWS (28 giugno 2015), un ‘blog di cronaca, informazioni e opinioni dal profondo Sud’. Il mio scopo era ed è quello di dare voce a chi è escluso dalla società, in particolare i disoccupati, i precari, i pensionati al minimo. Nello stesso tempo intendo esprimere il punto di vista di chi vive nel Meridione, terra che è regolarmente esclusa oltreché dal benessere economico anche dai circuiti d’informazione nazionali. La linea editoriale del blog può essere riassunta con le parole scritte nel IV secolo a.C. dal poeta e drammaturgo greco Sofocle: ‘L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo’.

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