Se una sfera pubblica informata e plurale è la condizione della democrazia, resta una domanda semplice: noi, ma proprio noi in Europa, noi del cosiddetto mondo libero, siamo ancora una democrazia?
Occidente, democrazia e informazione
Quando una civiltà nega in tutti i modi il reale e spende tutte le sue forze nel negare la realtà quella civiltà è malata ed esce dalla storia.
Sul breve periodo le classi politiche che impongono questa negazione della realtà possono impedire la discussione, poiché una volta che hai imposto che cosa è reale chi dice “ma non è così” passerà per strambo.
Ma se possono forgiare a loro misura le opinioni pubbliche, se queste possono credere di essere illuminate mentre sono le più manipolate di tutto il Pianeta, tutto ciò non cambia che la realtà ha la sua durezza, si fa strada da sola, come si è fatta strada in questi due anni.
In questo modo certe elites possono mantenere il loro potere per qualche tempo ancora, ma a un prezzo alto per le collettività.
Basta che ognuno riguardi i titoli dei giornali, le notizie dei TG, le dichiarazioni di tutti i politici europei degli ultimi due anni, ed emerge in maniera netta come oramai viviamo in una coltre di irrealtà.
La Russia, ci era stato detto, avrà munizioni per qualche mese. E si è visto
La Russia crollerà economicamente. E si è visto chi è in ginocchio.
Ora, se una sfera pubblica informata e plurale è la condizione della democrazia, resta una domanda semplice: noi, ma proprio noi in Europa, noi del cosiddetto mondo libero, siamo ancora una democrazia?
Bisogna iniziare ad avere il coraggio di dirlo: gli oligarchi sono quelli che da noi controllano informazione, tv, i flussi finanziari, che decidono i governi.
Gli oligarchi sono tra noi, l’oligarchia è dove pochi decidono per tutti. Noi viviamo in un sistema oligarchico.
Qualcuno può oggi negare che viviamo in un angolo del pianeta dove pochi oligarchi decidono per le vite di tutti?
Bisogna pensare ed agire di conseguenza. Non so se chiamarla, come molti fanno, postdemocrazia.
Certamente non ha più senso parlare di paesi democratici.
Bisogna iniziare riprendendo contatto con la realtà, questa sconosciuta, prima che essa irrompa nella nostra quotidianità in maniera devastante.
Perché questi sconnessi dal reale stanno tirando dritto verso l’iceberg