Two Israeli Defense Force-Air Force F-15D Eagle aircraft practice air defense maneuvers mission over the Nevada Test and Training Ranges, at Nellis Air Force Base (AFB), Nevada (NV), during Exercise RED FLAG 04-3. Exercise RED FLAG is a realistic combat training exercise involving the Air Forces of the US and its Allies.

Ieri sera, domenica 8 settembre, un attacco missilistico si è abbattuto la Siria, provocando almeno 25 morti, tra cui 5 civili, e circa 40 feriti. A dare la notizia sono l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani e l’agenzia di stampa siriana Sana, che stanno continuando ad aggiornare il conteggio dei decessi. In particolare, l’attacco ha colpito diverse aree nei pressi della città di Masyaf, nella Siria centrale, e ha preso di mira una serie di obiettivi militari. L’Osservatorio sostiene inoltre che tra gli obiettivi colpiti ci fosse un centro di ricerca militare per la produzione di armi chimiche, che avrebbe ospitato personale iraniano. L’attacco è stato attribuito a Israele, ma Tel Aviv non ha ancora commentato le accuse. Quello di ieri sarebbe il 64esimo attacco israeliano su suolo siriano dall’inizio del 2024, e anche il più mortale dell’anno per i civili.

Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Sana, il presunto attacco israeliano è iniziato alle 22:20 (ora italiana) di ieri. Da quanto è possibile ricostruire dalle comunicazioni dell’Osservatorio, l’offensiva è stata caratterizzata da quattro distinti episodi diluiti nell’arco di tre ore. In totale, sostiene l’Osservatorio, si sono udite 13 esplosioni provenire da un’area dedicata alle ricerche scientifiche nei pressi di Misyaf. Due missili israeliani sarebbero stati lanciati su due posizioni nella zona di Al-Zawy, nella campagna di Misyaf, provocando un incendio, mentre ulteriori missili israeliani si sarebbero abbattuti su un totale di altri cinque centri di ricerca e avamposti militari siriani. Nel corso dell’attacco, sono state uccise almeno 25 persone, tra cui 5 civili, 4 soldati siriani, 2 membri del gruppo libanese Hezbollah di nazionalità siriana, 11 siriani afferenti alle milizie iraniane e 3 individui non ancora identificati. In una dichiarazione al corrispondente di Sana, il direttore dell’azienda elettrica della provincia di Hama, Habib Khalil, ha spiegato che l’aggressione israeliana ha causato gravi danni a reti, edifici e infrastrutture elettriche, nonché alle apparecchiature dei centri colpiti. A causa dei danni alle linee, sono rimasti bloccati vari servizi, tra cui il mulino, i silos, la fabbrica di zucchero e i pozzi d’acqua della zona. Si segnalano anche danni alle infrastrutture di telecomunicazione e alle linee di pompaggio dell’acqua. Infine, è stata danneggiata anche l’autostrada Masyaf-Wadi al-Oyoun, che ora presenta un buco profondo 7 metri, lungo oltre 30 metri e largo 5 metri.

L’episodio di ieri notte non è isolato, ma risulta solo l’ennesimo attacco israeliano in Siria. Nel 2024, Israele ha lanciato un totale di 64 attacchi sulla Siria, uccidendo 207 combattenti (siriani, iraniani e libanesi) e 25 civili. Nei bombardamenti sono state colpite tutte le maggiori località siriane. Da mesi ormai, le autorità di Tel Aviv dimostrano di non avere paura di una possibile escalation in Medio Oriente, e, anzi, paiono cercare di radunare alleati proprio per prepararsi a rivaleggiare contro i propri nemici regionali a Teheran. A fine agosto, il fronte libanese si è acceso con attacchi sempre più frequenti tra Hezbollah e Israele, mentre a fine luglio, l’aviazione israeliana ha ucciso il leader politico di Hamas durante una visita diplomatica a Teheran, facendo crescere ulteriormente le tensioni in una regione dall’equilibrio già precario come il Medio Oriente.

[di Dario Lucisano]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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