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A poche settimane dall’aggressione ai lavoratori del settore tessile di Prato, il comparto industriale toscano si rende protagonista di un altro caso di violenza contro chi lotta per i propri diritti. Ieri mattina, un operaio della Vot International di Quarrata, in provincia di Pistoia, si è recato sul luogo di lavoro, dove ad aspettarlo c’era una squadra di uomini armati di mazze di legno che si sono accaniti su di lui, spedendolo in pochi minuti all’ospedale. La sua colpa sarebbe stata quella di avere denunciato al sindacato SUDD Cobas le condizioni di sfruttamento in cui lavora, con turni massacranti di 12 ore consecutivi senza giorni di riposo, e un caporale a controllare che tutto si svolga come dovuto. I sindacalisti hanno subito indetto uno sciopero in tutte e tre le sedi di Vot International del pistoiese, e organizzato picchetti in due di esse. Alcuni sindacalisti in viaggio per andare a prendere il lavoratore malmenato in ospedale sono stati fermati dalle forze dell’ordine, con la scusa di controlli antidroga e «antiarmi»: un «atto di intimidazione», denuncia il sindacato, che sarebbe volto a coprire l’ennesimo caso di violenza contro chi lotta per i propri diritti.
Le aggressioni al lavoratore della Vot International sono avvenute ieri mattina, davanti alla porta dello stabilimento. Qui egli ha trovato il caporale con alcuni uomini armati, che, dopo avergli chiesto ironicamente se fosse andato a trovare il sindacato, gli hanno strappato il telefono di mano, lo hanno gettato a terra e lo hanno frantumato, per poi volgersi verso di lui e iniziare a prenderlo a bastonate. In seguito al pestaggio ha riportato ferite in varie aree del corpo, tra cui la testa, ed è stato portato in ospedale a bordo di un’ambulanza. È stato rilasciato con sette giorni di prognosi a causa dei danni e ora sta partecipando allo sciopero. La spedizione punitiva nei suoi confronti sarebbe stata condotta perché reo di avere chiesto aiuto al sindacato, denunciando le proprie condizioni di sfruttamento. Appresa la notizia dell’aggressione, il sindacato ha indetto uno sciopero in tutte le sedi di Vot International della provincia, e organizzato picchetti in due di esse.
Attorno alle 14:30, due sindacalisti e un lavoratore iscritto al sindacato sono andati a prendere il lavoratore aggredito in ospedale, ma sulla strada sono stati fermati da una volante dei carabinieri che li ha perquisiti per un controllo antidroga. Gli agenti hanno poi redatto un verbale nei loro confronti in cui si legge che sono stati effettuati controlli circa l’eventuale possesso di “armi, esplosivi e strumenti d’effrazione”, sospetto motivato dal fatto che la loro presenza “non appariva giustificabile, in relazione a specifiche e concrete circostanze di tempo e di luogo”. Nell’area dedicata alla specificazione della motivazione, si legge, scritto a mano, che “il soggetto al momento del controllo assumeva un atteggiamento sospetto e visti i suoi precedenti di polizia si procedeva a perquisizione”. «Siamo veramente all’assurdo», ha dichiarato un sindacalista, descrivendo il fermo come un «atto intimidatorio vergognoso», su cui qualcuno dovrà rispondere. «Si deve fare luce sulle complicità» che coinvolgono questi soggetti industriali che sfruttano i lavoratori, ha continuato il sindacalista, «anche tra gli appartenenti alle forze dell’ordine».
Vot International è una ditta di produzione di divani che lavora principalmente per il colosso industriale di Mondo Convenienza. E proprio contro Mondo Convenienza e analoghe grandi aziende si è scagliato il sindacato SUDD Cobas, per denunciare le condizioni di sfruttamento in cui versano i lavoratori. «Si prova a dire che il problema sono le mele marce di un sistema sano» si legge in un comunicato. «La verità è che questo sfruttamento è sistematico e funzionale alle grandi catene, ai fondi finanziari, alla speculazione. In cima alla catena non troviamo Lin, Shun o Zhang. Troviamo Mondo Convenienza o Montblanc», contro cui – quest’ultima – il sindacato ha partecipato a una manifestazione giusto qualche giorno fa. Il richiamo ai fatti di Prato di inizio ottobre non risulterebbe in tal senso casuale: per quanto le violenze contro i lavoratori del settore tessile di Seano e il pestaggio dell’operatore di Vot International sembrino svincolati, secondo il sindacato, esse rispondono in verità allo «stesso identico sistema di sfruttamento» che sarebbe legato a una fitta rete di corruzione, che, in casi come questo, finirebbe per sfociare nel ricorso alla violenza come strumento intimidatorio.
[di Dario Lucisano]