‘Pago le tasse come tutti, è normale. È giusto. Rispetto le regole. La vita mi ha dato più di quanto abbia dato ad altri. Non dimentico che c’è chi vive in condizioni difficili’, Pecco Bagnaia
Poche settimane fa il giovane tennista Jannik Sinner ha annunciato di voler fondare con i 6 milioni vinti al Six Kings Slam un’associazione benefica. Ecco cosa ha dichiarato: ‘Una Fondazione. Ancora non posso anticipare nulla perché stiamo perfezionando gli ultimi dettagli, ma tra poco la annunceremo e sono molto contento di poter essere utile per fare del bene. Ogni giocatore ha una visione un po’ diversa sul come aiutare persone, animali, natura. Ma è un punto molto importante per chi sta nella nostra posizione’.
Il numero uno al mondo del tennis ha trasferito la sua residenza nel principato di Monaco. La giustificazione sarebbe pratica, sarebbe cioè il luogo più adatto per allenarsi. Lì risiedono altri campioni del tennis e pertanto sarebbe più comodo prepararsi per le gare.
Il giovane altoatesino sorvola sul fatto che nel Principato non paga nessuna imposta sul reddito personale. Ovviamente non è il solo. Il sistema fiscale dei paesi dell’Unione europea lo permette. Ed è così che tanti miliardari o milionari e tante imprese, anche pubbliche, hanno trasferito la residenza nei cosiddetti paradisi fiscali, presenti anche nel Vecchio continente. La motivazione è per tutti solo ed esclusivamente fiscale.
Negli stessi giorni il motociclista Pecco Bagnaia ha dichiarato a la Repubblica: ‘Sto bene dove sto. Da noi la qualità di vita è altissima. In nessun’altra parte del mondo si vive come in Italia. Pago le tasse come tutti, è normale. È giusto. Rispetto le regole. La vita mi ha dato più di quanto abbia dato ad altri. Non dimentico che c’è chi vive in condizioni difficili’.
Due italiani, due campioni dello sport, uno paga le tasse in Italia, l’altro trasferisce la residenza nel principato di Monaco per non pagarle. Entrambi suscitano l’ammirazione dei tifosi italiani e non solo, di certo sono talenti come ce ne sono pochi, eppure sono diversi. Sinner pur non rinnegando, e come potrebbe, la sua italianità e mostrando attaccamento alla maglia azzurra, rimane un individualista, un leader dal cuore d’oro che sente il bisogno di fondare un’associazione benefica, ma che non intende contribuire alle spese dello Stato italiano.
L’altro non dimentica ‘chi vive in condizioni difficili’ e mostra fiducia nell’organizzazione pubblica, nella necessità dello Stato sociale e della redistribuzione della ricchezza.
Sono due campioni, ma non sono uguali, uno dei due è anche un uomo che pensa al bene comune. Da un lato la rivendicazione sia pure con modi garbati del privilegio della ricchezza, dall’altro il pensiero a chi resta indietro e non ce la fa da solo.
Continueremo a tifare per entrambi, ma solo Pecco Bagnaia ci farà sentire orgogliosi di essere italiani e di essere cittadini del mondo.