Maddalena Celano

Foto di OsloMetX da Pixabay

La sanità pubblica italiana, un tempo modello di equità e accessibilità, si trova oggi sotto attacco. Il nuovo tariffario nazionale proposto dal governo Meloni non rappresenta un passo avanti, ma un pericoloso arretramento, che rischia di trasformare il nostro sistema sanitario in un mercato controllato da grandi multinazionali, dove il profitto prevale sul diritto alla salute.

Sanita italiana verso un sistema a misura di multinazionali

Questa proposta tariffaria apre la strada a un sistema in cui:

  • La qualità delle cure sarà subordinata alla capacità di spesa del paziente.
  • I medici e gli operatori sanitari saranno costretti a seguire logiche aziendali che sacrificano il tempo e la qualità delle cure.
  • La relazione umana tra medico e paziente sarà ridotta a un’interazione rapida, priva dell’ascolto e dell’empatia necessarie per un trattamento efficace.

Il risultato sarà una sanità dominata dalle leggi del mercato, dove la salute diventerà un bene di consumo e il paziente un numero in una catena di montaggio. Questo non è un miglioramento, ma un favore a chi vuole fare profitti sulla pelle delle persone.

La sanità pubblica è un bene comune

Per decenni, il sistema sanitario pubblico italiano è stato un esempio di giustizia sociale. Ha garantito a tutti l’accesso a cure di qualità, indipendentemente dal reddito, ed è stato un pilastro della democrazia. Ma questa conquista è ora in pericolo.

Il nuovo tariffario mina la sostenibilità della sanità pubblica, spingendo sempre più cittadini verso il settore privato, dove la salute è un lusso riservato a pochi.

Mobilitazione globale per il diritto alla salute

Questa battaglia non riguarda solo l’Italia. Ovunque nel mondo, movimenti e organizzazioni si stanno mobilitando contro la crescente privatizzazione dei sistemi sanitari. In America Latina, Europa e persino nei paesi più ricchi, le persone stanno lottando per difendere il diritto universale alla salute, contro l’espansione di modelli sanitari basati sul profitto.

La mobilitazione globale ci insegna che la salute non è un bene di lusso, ma un diritto fondamentale. Dai movimenti per la sanità pubblica in Brasile, alle campagne contro i tagli sanitari in Francia, fino alle proteste negli Stati Uniti per un sistema sanitario universale, la lotta è comune. Difendere la sanità pubblica è un atto di resistenza contro un mondo in cui tutto viene mercificato.

Agiamo ora, prima che sia troppo tardi

Non possiamo permettere che la nostra salute venga ridotta a un prodotto da vendere e acquistare. È necessario opporsi a questa riforma con forza, organizzando manifestazioni, informando l’opinione pubblica e costruendo una rete di solidarietà internazionale. Solo unendo le forze possiamo fermare questa deriva e riaffermare il valore della salute come diritto inalienabile.

La sanità pubblica non è un privilegio, ma un bene comune da preservare. Non lasciamo che interessi economici distruggano ciò che generazioni hanno costruito con fatica e impegno. La salute non si vende, si difende.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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