Il 92% delle abitazioni nella Striscia di Gaza, equivalenti a 436.000 case, sono state danneggiate o distrutte a causa dell’aggressione israeliana, secondo quanto riferito dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA).
A tal proposito, l’OCHA ha aggiunto che proprio il 90% degli abitanti civili della Palestina sono stati sfollati dalle proprie case.
“L’annuncio del cessate il fuoco è una fonte di speranza, ma la sfida che ci aspetta è travolgente”, ha dichiarato Rick Peeperkorn, rappresentante dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in Palestina:
Il funzionario ha ricordato che affrontare le grandi necessità e ripristinare il sistema sanitario sarà un compito complicato, a causa dell’entità e della complessità delle operazioni e delle restrizioni implicate.
Il cessate il fuoco a Gaza è stato stabilito domenica, 19 gennaio, alle 11:15 (ora locale), dopo un ritardo di oltre due ore e mezza a causa della dichiarazione delle autorità di occupazione che non sarebbe stato attuato finché non fosse stato pubblicato l’elenco dei prigionieri previsto per il rilascio.
Il 7 ottobre 2023, le truppe di occupazione israeliane hanno lanciato un attacco sulla Striscia di Gaza, provocando la morte di almeno 46.913 palestinesi, tra cui 17.581 bambini e 12.048 donne, e oltre 110.750 feriti, mentre quasi 11.000 persone risultano disperse sotto le macerie dell’enclave assediata.