Fratelli d’Italia partito di maggioranza relativa (con la modesta somma di voti di circa 6 milioni alle europee 2024) che esprime la presidenza del consiglio mantiene la “fiamma” nel proprio simbolo considerato elemento di continuità con il MSI trasformato nel 1995 in AN per suggellare l’ingresso nell’area di governo con l’alleanza di centro – destra organizzata da Silvio Berlusconi e (con una intuizione davvero notevole) suddivisa in una duplice alleanza nell’occasione delle elezioni del 1994: al Nord connubio tra Forza Italia e la Lega allora Nord (secessionista con venature razziste all’epoca antimeridionali: Forza Vesuvio e Forza Etna tanto per intenderci) e al Sud tra Forza Italia e il MSI presentato come Alleanza Nazionale per via dell’ingresso di qualche residuo democristiano (Publio Fiori e Gustavo Selva detto “Belva” tra gli altri).
E’ bene che la Fiamma rimanga, non siamo certo qui a chiedere di rimuoverla tanto più che la fiamma del MSI richiama direttamente la Repubblica Sociale dell’ultima tragica fase del fascismo a fianco dell’invasore nazista.
In questi giorni di ricordo della “Memoria” dell’olocausto e di forte ripresa della presenza di simboli che si richiamano a quella tragedia, con esponenti di Fratelli d’Italia ripresi con addosso le divise delle SS è bene allora ricordare il ruolo vero che gli esponenti repubblichini ebbero in quella fase: esponenti repubblichini, primo fra tutti Giorgio Almirante che poi – nel dopoguerra – contribuirono a fondare il già richiamato MSI diretto progenitore (e rivendicato) dell’attuale Fratelli d’Italia.
Ne scrive lo storico Carlo Saletti in un suo articolo : “Gli uomini di Eichmann in Italia. Così la Shoah arrivò nel nostro Paese”.
Riprendiamo allora un punto centrale del testo di Saletti: “Il Partito Fascista Repubblicano tracciando le linee programmatiche del nuovo regime offriva di fatto un solido appoggio alla svolta impressa alla “questione ebraica” nelle settimane precedenti. A metà ottobre (1943 n.d.r.) a conclusione del congresso di Verona aveva dichiarato gli ebrei “stranieri” e in tempo di guerra “appartenenti a nazionalità nemica” introducendo lo spirito delle leggi di Norimberga sul territorio della RSI. Il 30 novembre il ministro dell’Interno Buffarini Guidi trasmetteva ai capi delle province (prefetti) l’ordine di arresto degli elementi considerati di razza ebraica, anche se discriminati, del loro internamento in appositi campi provinciali in attesa di essere riuniti in campi di concentramento speciali appositamente attrezzati e di confisca dei loro beni. Tali decisioni convinsero l’alleato tedesco che le condizioni erano mature per un cambio di strategia nella caccia nella caccia agli ebrei nella penisola…Alle forze di polizia italiane sarebbe spettato di identificare e fermare tutti gli ebrei per concentrarli poi nelle apposite strutture, agli specialisti del RSHA (tedeschi sotto il comando diretto di Eichmann) di organizzare i trasporti , per quello che il gergo nazista definiva come il reinsediamento ebraico. Il prezzo di una tale collaborazione implicava la perdita delle autorità italiane degli arrestati e la subordinazione alla giurisdizione tedesca (un bell’esempio di sovranismo al contrario, n.d.r.).
Vale allora la pena in questi giorni del ricordo rammentare questo fondamentale passaggio, aggiungendo la trilogia Partito Fascista Repubblicano, Movimento Sociale Italiano, Fratelli d’Italia : se qualcuno vuol pensare a un collegamento diretto di discendenza tra questi soggetti riteniamo sia libero di farlo