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Negli ultimi mesi, la Russia ha intensificato la sua presenza militare in Africa, trasferendo ingenti quantità di armamenti e truppe in diversi paesi del continente. Oltre 100 mezzi corazzati e veicoli sono stati trasportati in Mali, con ulteriore dispiegamento di forze in Libia e altre nazioni africane.
Trasferimenti di armi dalla Russia al Mali
Il 17 gennaio, un convoglio di oltre 100 veicoli ha raggiunto la capitale maliana Bamako. Le immagini analizzate da esperti di difesa hanno rivelato la presenza di numerosi camion blindati Kamaz, veicoli per il Genio, carri armati T-72B3M, veicoli da combattimento di fanteria e mezzi corazzati per il trasporto truppe. Inoltre, il carico comprendeva obici trainati, cannoni antiaerei e imbarcazioni per operazioni fluviali.
I contrassegni militari e le scritte in cirillico sui mezzi suggeriscono che si tratti di equipaggiamenti destinati al rinforzo dell’Africa Corps russo (ex Gruppo Wagner) o all’esercito maliano, il quale riceve supporto da consiglieri militari russi.
L’obiettivo principale è il contrasto ai gruppi islamisti affiliati ad al-Qaeda e allo Stato Islamico, nonché alle milizie touareg della ‘Difesa del Popolo di Azawad’.
La domanda che si sono fatti gli osservatori, rimasti sorpresi da questa mossa è: come sono giunti questi mezzi? Perché, come scrive chi ha analizzato a fondo la questione, ossia la fonte molto pro-Ucraina Tatarigami, si è veramente materializzata dal nulla, nel senso che nessuno sa come ci sia arrivata (sembrerebbe via mare passando per la Guinea, cosa che apre altri scenari interessanti).
A tal proposito ha scritto Francesco Dall’Aglio dalla sua War Room: “Gli indizi che fanno propendere per questa idea sono parecchi: la colorazione, il fatto che non vi siano marchi tattici associabili alla Siria, la presenza su alcuni veicoli dei simboli utilizzati in Russia per il trasporto ferroviario di carichi fuori norma. Ci sono anche mezzi che si sono visti in campo solo molto recentemente, come i camion KAMAZ-4385 o i blindati AMN-590911 “Spartak” con cannone da 57mm S-60 . Questo significa una serie di cose: che la Russia non ha incontrato eccessivi problemi a trasferire un intero gruppo tattico di battaglione anche senza utilizzare le basi siriane; che intende investire ancora più risorse ed equipaggiamento in Africa; e che, evidentemente, non ha troppi problemi di materiale a casa.”
“I mezzi sono di vario tipo, carri armati, veicoli blindati, veicoli logistici eccetera, e messi tutti insieme compongono un intero gruppo tattico di battaglione. le domande sono due: da dove vengono i mezzi e chi li opererà, l’esercito del Mali o le forze russe del “Corpo Africano”? La risposta alla seconda domanda pare essere che li opereranno i russi; la risposta alla prima è più complicata ma da quello che sembra non vengono dalla Siria ma dalla Russia.”
Nascita di una forza congiunta nel Sahel
Il 23 gennaio, Niger, Mali e Burkina Faso hanno annunciato la creazione di una forza militare congiunta composta da 5.000 uomini. Questa alleanza, nata dall’Accordo del Sahel del settembre 2023, mira a combattere le organizzazioni terroristiche attive nella regione.
Secondo il generale nigerino Salifou Modi, la forza congiunta disporrà di risorse aeree, terrestri, di intelligence e di un sistema di coordinamento unificato. L’obiettivo è una rapida operatività entro poche settimane, con un possibile impiego dei mezzi russi per supportare le operazioni.
Parallelamente, il Mali sta investendo nella creazione di un’industria militare nazionale. Il presidente maliano, generale Assimi Goita, ha annunciato la realizzazione di impianti per l’assemblaggio di armi leggere, veicoli tattici e munizioni.
La coincidenza temporale tra l’arrivo dei mezzi russi e il potenziamento dell’infrastruttura militare locale indica una possibile strategia di autosufficienza per la manutenzione e l’impiego degli armamenti ricevuti.
L’espansione militare russa in Africa è una mossa strategica che risponde a molteplici obiettivi: rafforzare l’influenza geopolitica di Mosca, contrastare l’avanzata delle potenze occidentali e stabilire alleanze con governi locali.
Il sostegno offerto da Putin a Mali, Niger e Burkina Faso potrebbe ridefinire gli equilibri di potere nella regione del Sahel, con un’ulteriore fase di consolidamento della presenza russa nel continente africano.
Conflitto nella Repubblica Democratica del Congo
Mentre la Russia rafforza la sua presenza militare in Africa occidentale, nella Repubblica Democratica del Congo prosegue un conflitto sanguinoso.
La regione del Nord Kivu, ricca di risorse minerali, è teatro di violenti scontri tra le forze governative e la milizia Tutsi dell’M23 appoggiate dal Ruanda.
La guerra ha causato milioni di sfollati ed è alimentata da interessi economici legati all’estrazione di coltan, un minerale cruciale per la produzione di dispositivi elettronici.