Dall’individualismo non si sfugge: rappresenta il punto di non ritorno di un neoliberismo che non lascia margini di riforma. Persino Dio, di fronte alla corruzione dell’umanità, non tentò di redimerla, preferendo annientarla con il Diluvio.
Il neoliberismo e la sua inesorabile deriva
Negli Stati Uniti, la traiettoria politica continua a inclinarsi verso destra, e l’accoppiata Trump–Musk è solo la punta dell’iceberg. È un processo iniziato decenni fa e mai interrotto. Anche quando i democratici sono riusciti a vincere – con Clinton, Obama e Biden – si è trattato di successi effimeri: da un lato perché parziali (il Congresso e la maggioranza degli Stati sono rimasti in mano repubblicana, mentre la Corte Suprema è completamente sbilanciata a destra), dall’altro perché ottenuti al prezzo di significativi spostamenti conservatori.
Come osservava giustamente Robert Reich, uno dei politologi ed economisti americani più lucidi, oggi chi sostiene posizioni progressiste viene etichettato come estremista semplicemente perché è rimasto fedele a idee che erano considerate moderate degli anni Settanta.
Lo stesso fenomeno ha investito il resto del mondo, Italia inclusa. Ma non perché la destra sia “conservatrice”, come giornalisti compiacenti e intellettuali pavidi continuano a ripetere. Al contrario, essa non conserva nulla: ha trionfato facendo del consumismo sfrenato e dell’assenza di limiti la sua bandiera.
Privata di ideali, fede, cultura e radici, la società ha finito per rifugiarsi nell’individualismo più gretto, nella ricerca ossessiva di piaceri immediati, nell’illusione che i desideri indotti dalla pubblicità siano bisogni autentici. E così, comprare compulsivamente è diventato la normalità.
L’abitudine al superfluo
Dopo decenni di edonismo e spreco (due facce della stessa medaglia), rinunciare ai privilegi conquistati appare impossibile. Nessuno vuole fare a meno dei voli low-cost, degli oggetti tecnologici all’ultima moda, del Natale ridotto a fiera della vanità, dell’auto personale (magari già ai diciotto anni), del bagno privato – perché un solo bagno per casa è considerato segno di povertà – dell’aria condizionata centralizzata e del riscaldamento a pavimento.
Quelli che fino a qualche decennio fa erano lussi sono diventati diritti acquisiti. L’incapacità di accettare sacrifici, l’indisciplina e la tendenza a rifiutare ogni restrizione sono diventati i tratti distintivi della nostra epoca.
Vi sembra un progresso? Se sì, allora forse non vi ha insospettito neanche la repentina abolizione del servizio militare obbligatorio in quasi tutto l’Occidente, avvenuta proprio in concomitanza con l’ascesa del neoliberismo selvaggio.
Non ho mai amato la leva e non mi ha insegnato nulla, se non una cosa: l’idea che esistano doveri sociali sgraditi, che limitano la libertà personale ma devono comunque essere accettati. Lo stesso vale per la morale e le buone maniere, strumenti essenziali per contenere le tensioni sociali e, soprattutto, per educare alla disciplina e all’autodisciplina.
Il deserto lasciato dal liberismo
Il liberismo ha adottato la strategia della terra bruciata. In poco tempo ha smantellato legami sociali, norme morali e tradizioni culturali che resistevano da secoli. Recuperarli sarebbe un’impresa titanica, perché la pazienza e la resistenza sono diventate virtù desuete: ormai, se qualcosa non si rompe da sola, la si butta via lo stesso.
Questa destra, libertaria e liberista, ha reso l’egoismo e la superficialità socialmente accettabili. Lo ha fatto grazie alla complicità della “new left” – che chiamiamo così perché nata nel mondo anglosassone – un’élite sprovveduta che ha contribuito a demolire le vecchie strutture conservatrici e moralistiche, siano esse di destra o di sinistra. I veri beneficiari? Le élite economiche, le multinazionali, i media di proprietà dei miliardari, le celebrity che rafforzano il sistema.
Eppure, dall’individualismo non si esce, neppure quando ci si accorge che conduce alla catastrofe. Anche Dio, di fronte alla malvagità dell’umanità, scelse di distruggerla invece di salvarla. E noi?
Un nuovo Diluvio?
Un altro Diluvio si avvicina e la destra continua a vincere, semplicemente negandone l’esistenza. La maggior parte delle persone – anche a sinistra – preferisce l’illusione alla responsabilità. Così si crede che il Covid sia stata una montatura, il cambiamento climatico un’invenzione, gli scienziati pedine del potere finanziario; intanto, Russia e Cina sono dipinte come incarnazioni del male. È più semplice sotterrare la testa nella sabbia, o meglio nello smartphone, e fingere che nulla stia accadendo.
Brecht faceva dire al suo Galileo: “Beata la terra che non ha bisogno di eroi”. Ma ora è l’esatto contrario di cui abbiamo bisogno.
L’impegno, il coraggio di andare contro il proprio tempo, l’abnegazione, non sono qualità straordinarie, ma elementi necessari anche nei tempi migliori, per evitare di abbassare la guardia, come è successo dagli anni Ottanta in poi.
Oggi non possiamo permetterci di farne a meno. Vale anche per i vigliacchi e gli indifferenti