di Roberto Musacchio
Il volto di Pertini, Partigiano e Presidente, la sua frase (“Si svuotino gli arsenali, si riempiano i granai”), la parola Pace e la Piazza (Barberini) sono stati visti e apprezzati da migliaia e migliaia di cittadine e cittadini. Transform ha ospitato l’appello per convocare una piazza, si è detto alternativa. Per me è la Piazza, quella che era necessario ci fosse dopo l’annuncio del piano di riarmo deciso dalla UE. E dopo che la UE invece che operare per sottolineare l’aggettivo giusta accompagnato alla parola pace sembra fare il contrario, rendere più difficile financo il cessate il fuoco, cercare la vittoria, mettere gli scarponi delle proprie truppe sul terreno con improbabili coalizioni dei volenterosi che riesumato anche la Gran Bretagna. D’altronde von der Leyen è stata chiarissima in Parlamento europeo e su questo bisogna prendere parola e non sulla retorica euro-nazionalista. La Presidente della Commissione europea, cioè l’Europa reale, quella che esiste da 33 anni (si informi chi non se n’è accorto) chiede il 3% del PIL per le armi (ubbidendo a Trump). Schiera la UE in una guerra permanente con la Russia. Non propone nulla per un ordine e una sicurezza democratica, condivisa e pacifica. Le chiacchiere stanno a zero e sono anche non rispettose della democrazia. Chi è contro questa politica, estera, di difesa, industriale, sociale deve combatterla e non sventolare santini.
Su Transform abbiamo raccontato puntualmente come la UE dopo l’89 si sia mossa nella direzione opposta a quella che era stata indicata da Gorbaciov, la casa comune europea, che riprendeva Berlinguer, Brandt, Palme. Abbiamo scritto dell’Europa reale, opposta a quella pensata dopo il 1945, eretta su un trattato iper ideologico in senso neoliberale, Maastricht, e poi sugli stati di emergenza, l’austerity e ora la guerra. Anche in pandemia la UE è stata la più prona alle multinazionali. Senza Costituzione, giacché l’unica proposta è stata la costituzionalizzazione di Maastricht. Intergovernativa e dunque strutturalmente un mix tra tecnocrazie e nazionalismi. Funzionalistica e quindi non costituzionale. Col funzionalismo si arriva ora al riarmo come scelta cardine per la UE. Un riarmo con alla base quello tedesco come già fu per la moneta con a base la Deutsche bank. Sempre con la litania che poi arriverà la democrazia, o la politica, come dicono quelli che non si accorgono che questa è precisamente la politica scelta dalle classi dominanti, quella senza democrazia. Col riarmo, la guerra permanente alla Russia e la ricerca di una politica della forza al posto della forza della politica, l’europeismo si trasforma nel nuovo nazionalismo. Un nazionalismo liberale, senza popolo e funzione dei dominanti. Cavouriano.
Ciò che vediamo dopo che Repubblica ha cercato di tornare al ruolo di partito guida che tanti disastri ci ha portato, è lo squaternarsi di tutto ciò, compresa la virilità della guerra. Con al centro l’immancabile Prodi del prima facciamo poi pensiamo, vero esecutore. Con tanto di autocritiche tardive. Schlein prova a mettere in campo uno stop alla politica dei due tempi, in cui il secondo, come ai tempi di La Malfa, non arriva mai. Dice no a von der Leyen e sì alla difesa europea. Peccato che senza Costituzione europea è un salto nel buio con a rischio l’art. 11 e la Costituzione tedesca segnata dal 1945. C’è chi si propone di occupare la piazza, come fosse neutra. Bandiere della pace in una piazza eur- nazionalista. La piazza degli europei. Monarchici e repubblicani insieme prima del voto su repubblica o monarchia? Assemblea studentesca? Non lo so ma mi pare a rischio populista e a rischio la serietà della politica. La UE c’è e decide. Io sono italiano ma non vado in piazza con Meloni. Sono europeo ma vado in piazza contro von der Leyen. È questa la differenza col nazionalismo, italiano o europeo.
Roberto Musacchio