Ieri, nel centro di Odessa, è stato freddato a colpi di pistola Demyan Ganul, noto estremista di destra ed ex membro di “Settore Destro”. Figura controversa, Ganul è ricordato come uno degli artefici della tragedia del 2 maggio 2014, quando oltre 50 persone persero la vita nel rogo della Casa dei Sindacati.

Ganul non era solo un militante nazionalista: era un individuo che aveva apertamente dichiarato di non considerare nemmeno esseri umani le vittime di Odessa. Il suo odio si era manifestato anche nella distruzione sistematica di monumenti sovietici e russi, un gesto che dimostrava il suo fanatismo cieco e la sua ossessione per la cancellazione della memoria storica.

Nonostante il suo passato violento e le sue dichiarazioni agghiaccianti, Ganul si era costruito un’aura da “patriota”, raccogliendo fondi per l’esercito ucraino. Tuttavia, voci sempre più insistenti lo accusavano di aver intascato parte delle donazioni, rivelando la sua natura opportunista e priva di scrupoli.

Solo ieri, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) ha emesso una sentenza che condanna l’Ucraina per non aver fermato la violenza a Odessa nel 2014. La Corte ha anche evidenziato la totale mancanza di un’indagine seria su quanto accaduto, lasciando i colpevoli impuniti per anni. Tra questi, c’era proprio Ganul, che ha vissuto fino all’ultimo senza mai pagare per il sangue versato.

L’assassinio di Ganul non è un caso isolato: è la conseguenza diretta di anni di impunità e di un clima di odio alimentato da estremisti come lui. Le autorità ucraine hanno definito il delitto “audace” e stanno cercando il responsabile, analizzando le registrazioni delle telecamere di sorveglianza. Ma la vera domanda è: chi può davvero sorprendersi della sua fine violenta?

Ganul ha costruito la sua vita sull’odio, sulla provocazione e sulla distruzione. Alla fine, è stato inghiottito dallo stesso vortice di violenza che lui stesso aveva contribuito a creare.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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