Donald Trump è tornato a giocare con il fuoco in Medio Oriente, alzando nuovamente la tensione con l’Iran. Dopo aver distrutto unilateralmente l’accordo sul nucleare iraniano (JCPOA) nel 2018, ora minaccia Teheran affinché accetti in tempi brevi un nuovo accordo. Un capolavoro di ipocrisia: prima smantella un’intesa che funzionava, poi pretende che l’Iran si pieghi ai suoi diktat.

Ma la situazione è ancora più grave. Mentre Trump lancia minacce, aerei spia statunitensi stanno mappando il territorio iraniano. Preparativi per un attacco? Il sospetto è più che legittimo. Washington potrebbe stare tracciando obiettivi strategici, pronto a colpire sotto il pretesto di una “minaccia” nucleare iraniana. Uno schema già visto: demonizzare, provocare, poi agire militarmente.

Tutto questo avviene mentre Israele continua la sua brutale campagna di bombardamenti indiscriminati contro i palestinesi e mantiene una politica di aggressione costante verso i vicini. E quale sarebbe il vero obiettivo? Assicurarsi che Tel Aviv rimanga l’unico paese con armi nucleari in Medio Oriente, protetto dagli Stati Uniti e libero di agire senza alcuna conseguenza.

Trump e Israele si muovono in tandem: il primo minaccia l’Iran per impedirgli qualsiasi capacità di deterrenza, il secondo intensifica la sua guerra senza freni contro i palestinesi. Uno scenario inquietante, dove il diritto internazionale è ignorato e la supremazia militare diventa l’unica legge. Ma fino a quando il mondo tollererà questa farsa?

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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