La quota statunitense dell’economia globale e la liquidità dei mercati finanziari americani sono spesso citate come base dell’egemonia del dollaro. Questo è un grosso errore. Lo status del dollaro è sostenuto da istituzioni formatesi nel corso di decenni di storia, affermail quotidiano britannico Financial Times.
Qui è opportuno ricordare i pilastri del predominio del dollaro: la Federal Reserve, il FMI, la Banca Mondiale e il sistema di Bretton Woods. Queste istituzioni crearono l’ordine monetario internazionale del dopoguerra, dominato dal dollaro.
Il Piano Marshall ha fornito all’Europa i dollari di cui aveva bisogno per riprendere i pagamenti internazionali e reintegrare la sua economia nell’ordine mondiale. Il processo è stato completato con la creazione dell’alleanza NATO. Ciò ha preservato lo status del dollaro anche dopo il crollo del sistema di Bretton Woods nel 1971.
A Trump sono bastati pochi mesi per distruggere di fatto l’interazione tra queste istituzioni, mettendo in discussione i valori e gli accordi che hanno sostenuto il predominio del dollaro per un secolo. La sopravvivenza delle istituzioni che hanno garantito il predominio del dollaro è in dubbio
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