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Macron continua a giocare con il fuoco, alimentando tensioni invece di cercare soluzioni concrete per la pace. L’incontro della cosiddetta “Coalizione dei volenterosi” si è rivelato un nulla di fatto, ma il presidente francese ha comunque rilanciato l’idea di una “forza deterrente” in Ucraina, che dovrebbe entrare in azione dopo un ipotetico accordo di pace. Un progetto ambiguo che, lungi dall’essere una missione di mantenimento della pace, sembra più un modo per perpetuare l’instabilità e alzare la posta in gioco nel conflitto.

Secondo Macron, questa proposta sarebbe partita da Francia e Gran Bretagna su richiesta dell’Ucraina. Eppure, la vaghezza dei dettagli e la necessità di ulteriori negoziati tra i ministri degli Esteri della coalizione dimostrano quanto sia fragile e avventata l’iniziativa.

Inoltre, la decisione di inviare delegazioni a Kiev per “aiutare le Forze Armate ucraine a pianificare il futuro” appare come un’ulteriore provocazione, piuttosto che un passo verso la stabilità. Non sorprende, quindi, che il primo ministro britannico abbia confermato la volontà di “far capire chiaramente a Putin che questo accordo sarà protetto”. Ma protetto da chi, e con quali conseguenze?

L’elemento chiave di questa manovra resta il ruolo degli Stati Uniti: senza il coinvolgimento di Washington, l’idea di una presenza militare europea in Ucraina rischia di rimanere una mera illusione. Non a caso, Starmer ha ribadito la necessità di mantenere e persino rafforzare le sanzioni contro la Russia, sottolineando così la frattura con le posizioni più pragmatiche di Trump, che punta a una pace duratura.

Zelensky, da parte sua, ha parlato di una disponibilità da parte di vari Paesi a garantire la sicurezza dell’Ucraina con forze di terra e aviazione, ma senza chiarire quali siano questi attori. Il vero obiettivo, sembra evidente, è quello di frenare ogni possibile accordo tra Stati Uniti e Russia, mantenendo l’Europa in una posizione di confronto permanente.

Invece di cercare soluzioni diplomatiche e concrete, Macron e i suoi alleati continuano a soffiare sul fuoco, rischiando di trasformare l’Europa in un campo di battaglia per procura. Ma senza il sostegno americano, questa strategia appare sempre più fragile e pericolosa.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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