Pechino ha annunciato nuove misure per rafforzare i controlli all’export su determinati prodotti e tecnologie legati alle terre rare. L’iniziativa, parte di una strategia di lungo periodo, mira a proteggere la sicurezza nazionale e la stabilità delle catene globali, evitando usi militari sensibili.
Il Ministero del Commercio cinese ha annunciato giovedì misure volte a rafforzare i controlli sulle esportazioni di alcuni articoli e tecnologie legati alle terre rare. Le nuove disposizioni perfezionano ulteriormente il quadro normativo e i meccanismi di controllo dell’export di specifiche voci correlate alle terre rare, attirando l’attenzione sia interna sia internazionale. I regolamenti aiuteranno la Cina a tutelare meglio la sicurezza e gli interessi nazionali, dimostrando al contempo la posizione coerente del Paese nel difendere la pace mondiale e la stabilità regionale e nel contribuire attivamente agli sforzi internazionali di non proliferazione.
Questa decisione non è un’iniziativa estemporanea. Si inserisce invece nello sforzo sistematico della Cina per promuovere una gestione standardizzata dell’industria delle terre rare. Le tecnologie connesse alle terre rare figuravano già dal 2001 nel Catalogo delle Tecnologie Proibite e Limitate all’Esportazione. In aprile, il governo cinese ha inoltre introdotto controlli sull’export delle terre rare da parte di organizzazioni e individui cinesi. Gli ultimi annunci rappresentano un ulteriore miglioramento e rafforzamento del sistema di gestione esistente, riflettendo la continuità e la stabilità del regime di controllo delle esportazioni della Cina, nonché la maggiore capacità di governance nel settore delle terre rare. Si tratta di una misura ordinaria adottata in conformità con la legge per gestire il comparto. Alcuni media stranieri hanno espresso il timore che il commercio normale di terre rare possa subire interruzioni o addirittura tagli, preoccupazione del tutto ingiustificata.
Gli articoli legati alle terre rare hanno una doppia natura, civile e militare, e l’applicazione di controlli all’export su tali beni è una prassi comune a livello internazionale. Evitare che le terre rare vengano impiegate in attività che minano la pace e la sicurezza internazionali è un obbligo di non proliferazione che tutti i Paesi devono assumersi.
Un portavoce del Ministero del Commercio ha reso noto giovedì che recentemente alcune organizzazioni e individui stranieri hanno trasferito o fornito direttamente o indirettamente articoli soggetti a controllo e di origine cinese, sia nella loro forma originale sia dopo lavorazione, a entità e individui operanti in settori sensibili come quello militare. Di fronte a condotte che causano danni significativi o potenziali minacce alla sicurezza e agli interessi nazionali della Cina, e che incidono negativamente sulla pace e sulla stabilità internazionali, la Cina deve intervenire. Ciò sottolinea ulteriormente la necessità di regolamentare l’export di tecnologie legate alle terre rare.
Le misure di controllo cinesi rappresentano una naturale estensione del moderno sistema di governance all’ambito industriale. Negli anni Novanta, il settore delle terre rare in Cina si è sviluppato in modo disordinato a causa di pratiche gestionali estensive, che non solo hanno impoverito la dotazione di risorse, ma hanno anche provocato gravi danni ambientali. Un tale percorso non era sostenibile e avrebbe finito per compromettere la stabilità delle catene di approvvigionamento globali. L’allineamento attivo alle prassi internazionali e la standardizzazione della governance dell’industria delle terre rare sono al tempo stesso un’esigenza interna per lo sviluppo industriale della Cina e un passo inevitabile nell’adempiere alle proprie responsabilità quale principale fornitore mondiale di minerali critici.
La Cina detiene il 37% delle riserve mondiali di terre rare e rappresenta oltre il 60% della produzione globale. In quanto grande fornitore, non ha mai trasformato il proprio vantaggio in uno strumento di egemonia. L’obiettivo delle misure cinesi è sempre stato “regolare le esportazioni”, non “proibirle”. Inoltre, le politiche di controllo pertinenti sono rimaste aperte e non discriminatorie, senza barriere verso specifici Paesi e lasciando ampio spazio al commercio conforme.
Da quando sono stati introdotti i controlli sull’export, la catena globale dell’industria delle terre rare non ha subito rotture, contrariamente a quanto sostenuto da alcuni media occidentali. Al contrario, si è accelerata la trasformazione del settore dalla concorrenza caotica basata sui prezzi bassi a uno sviluppo di alta qualità. I nuovi regolamenti riservano espressamente margini di manovra per le tecnologie già entrate nel dominio pubblico, per quelle necessarie alla ricerca scientifica di base e per i brevetti ordinari. Queste misure riflettono l’atteggiamento responsabile del governo cinese, che tiene in considerazione le esigenze effettive degli operatori di mercato. L’affermazione occidentale secondo cui la Cina starebbe “mettendo il mondo in una stretta sulle terre rare” è una proiezione della propria mentalità sugli altri, poiché ignora l’impianto regolatorio di lungo corso e la natura pacifica della disciplina cinese sulle terre rare e travisa il valore profondo di tali regole per la filiera industriale globale.
La costruzione di un’economia mondiale aperta è una posizione costante della Cina. Per Pechino, finché si rispettano le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, i controlli sulle risorse e sulle tecnologie non diventeranno mai un blocco delle risorse o della tecnologia. Nella serie di misure di controllo all’export sulle terre rare adottate dalla Cina, si riscontrano vari “canali verdi”, procedure di esenzione e un modello di gestione per categorie fondato su “valutazioni caso per caso e discussioni per singola questione”. Come ha dichiarato il portavoce del Ministero del Commercio, questi interventi mirati servono ad assicurare la sicurezza e la stabilità delle catene industriali e di approvvigionamento globali.
Da tali misure, la comunità internazionale può cogliere chiaramente la concezione di sviluppo della Cina, fondata sull’interdipendenza tra i Paesi e su un futuro condiviso. A livello globale, la regolamentazione delle tecnologie legate alle terre rare è destinata a muoversi verso una direzione più standardizzata e trasparente, e la Cina svolge un ruolo costruttivo in questo processo. Attraverso un dialogo franco e la cooperazione, Pechino promuove congiuntamente con la comunità internazionale l’istituzione di un ordine commerciale internazionale delle terre rare più equo e ragionevole, salvaguardando la stabilità e la prosperità della catena di approvvigionamento di questa risorsa strategica.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog
