Nel 2024 l’Iran ha registrato un aumento di oltre il 57% delle operazioni terroristiche rispetto al 2023, a conferma di sfide di sicurezza persistenti nonostante la reputazione del Paese come relativamente sicuro. Il rapporto dell’Associazione Habilian.

Rapporto dell’Associazione Habilian

L’anno 2024 ha segnato una significativa escalation dell’attività terroristica contro l’Iran, con un netto aumento degli attacchi e con schemi di violenza in evoluzione. Secondo l’ultimo Rapporto annuale sul terrorismo in Iran, pubblicato dall’Associazione Habilian, l’Iran ha affrontato oltre il 57% di operazioni terroristiche in più rispetto al 2023, il che mette in luce problemi di sicurezza persistenti, pur in un contesto generale in cui il Paese è considerato relativamente sicuro.

Nel 2024 sono state registrate 52 operazioni terroristiche su tutto il territorio nazionale, contro le 33 dell’anno precedente. Questo balzo, concentrato soprattutto nella provincia sudorientale del Sīstān e Balūcistān, rappresenta un aumento dell’80% degli attacchi in quella regione. La provincia rimane l’epicentro del terrorismo in Iran, con quasi il 70% di tutti gli attacchi a livello nazionale.

Un fattore determinante di questa impennata è stata l’intensificazione delle attività del gruppo takfiri Jaish al-Adl. Nel 2024 Jaish al-Adl ha rivendicato 27 attacchi, più del triplo delle sue operazioni del 2023. Se si includono gli attacchi compiuti da autori non identificati ma verosimilmente riconducibili al gruppo, il totale potrebbe salire a 35, segnalando una maggiore capacità operativa e, con tutta probabilità, un sostegno esterno.

Nonostante l’aumento degli attacchi, il numero delle vittime nel 2024 è sceso a 100 rispetto alle 161 del 2023. Questo calo è dovuto soprattutto alla mancanza di un episodio catastrofico paragonabile all’attentato di Kerman del 2023, che da solo causò 98 morti, per la maggior parte civili, in un attacco suicida rivendicato dall’ISIS. Se si esclude quell’evento eccezionale, il bilancio reale delle vittime per il 2024 risulta invece in crescita, in linea con l’aumento della frequenza degli attacchi.

A differenza dell’attentato di Kerman, che colpì in modo sproporzionato i civili, la maggioranza delle vittime del 2024 apparteneva alle forze di sicurezza e militari. Circa l’89% dei morti era composto da membri degli apparati di sicurezza iraniani, incluse le Guardie della Rivoluzione islamica (IRGC), la polizia, i volontari Basij e i coscritti. In particolare, i caduti tra i volontari Basij sono triplicati, mentre i morti tra i coscritti sono più che raddoppiati rispetto all’anno precedente, a conferma di un più marcato indirizzamento dei gruppi terroristici verso l’apparato di sicurezza dello Stato.

Il rapporto evidenzia una relativa calma nelle regioni occidentali e nordoccidentali dell’Iran, attribuita alle operazioni militari riuscite e a un accordo di sicurezza con Baghdad, che hanno ridotto l’attività dei gruppi terroristici curdi anti-iraniani.

Al contrario, le minacce terroristiche all’estero sono aumentate, con attacchi passati da 6 nel 2023 a 10 nel 2024, compresi episodi in Siria e in Libano. Ciò indica un ampliamento regionale del quadro delle minacce, con una presenza straniera sempre più marcata. Israele, in particolare, ha intensificato le sue operazioni, ricorrendo a nuove tattiche come gli attacchi con droni, mentre gli Stati Uniti sono stati chiamati in causa per un attacco nel corso dell’anno.

Il panorama terroristico in Iran sta subendo cambiamenti rilevanti, caratterizzati da un’evoluzione delle tattiche con l’adozione di raid di tipo inghimasi (attacchi suicidi, ndt) e di attacchi con droni, a indicare operazioni più sofisticate e letali. Allo stesso tempo, si è registrato un calo significativo degli attentati suicidi, con un solo episodio di questo tipo nel 2024, a testimonianza di un cambiamento strategico dei gruppi terroristici, meno orientati ad attacchi a elevato numero di vittime civili. Inoltre, è proseguito il declino dell’attività dei gruppi curdi, con una sola azione attribuita a ignoti nel 2024.

L’ascesa di Jaish al-Adl come principale attore terroristico, insieme all’aumento delle operazioni israeliane, evidenzia la natura complessa e multidimensionale della minaccia. Il fatto che il gruppo colpisca soprattutto le forze di sicurezza mira a minare la stabilità interna dell’Iran, sfruttando l’instabilità regionale e un possibile sostegno dall’esterno.

Il rapporto avverte che, in assenza di contromisure incisive, è improbabile che gli schemi operativi dei gruppi terroristici, in particolare di Jaish al-Adl, cambino in modo significativo. Inoltre, il rafforzarsi delle tensioni geopolitiche, soprattutto con il regime sionista, potrebbe condurre a un aumento di sabotaggi e minacce alla sicurezza. Rimane motivo di preoccupazione la possibile utilizzazione di gruppi transnazionali come ISIS-Khorasan da parte di attori esterni, soprattutto perché tali gruppi fanno ricorso a strumenti avanzati, inclusa l’intelligenza artificiale, per il reclutamento e la propaganda.

Il rapporto sul terrorismo in Iran per il 2024 restituisce dunque un quadro preoccupante di un ambiente di sicurezza sempre più complesso, determinato in larga misura da insorgenze localizzate nelle province di confine più vulnerabili e da dinamiche regionali in evoluzione. Il fatto che il bersaglio principale siano le forze di sicurezza iraniane indica un orientamento verso l’indebolimento dell’apparato di controllo statale. Parallelamente, la riduzione relativa delle vittime civili mostra un approccio più mirato e calcolato da parte dei gruppi terroristici.

Affrontare queste sfide richiede strategie antiterrorismo robuste, un rafforzamento della cooperazione regionale e misure socio-politiche di più ampio respiro per mitigare le cause profonde dell’estremismo, soprattutto nelle province di confine come il Sīstān e Balūcistān. Le indicazioni contenute in questo rapporto rappresentano una guida fondamentale per i decisori politici, affinché possano adattarsi e rispondere a un quadro di minacce in rapido mutamento nel 2025 e oltre.

CLICCA QUI PER LA PAGINA FACEBOOK

Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: