In Italia fare il docente non conviene: malpagato e ad alto rischio di incorrere in malattie professionali. È quanto si evince da un doppio studio sui dipendenti della PA. Secondo la Fpa (Forum pubblica amministrazione), i docenti sono indiscutibilmente i lavoratori della PA tra i meno pagati in assoluto: i più ricchi sono i magistrati, seguiti dai prefetti, alla penultima posizione i docenti con una media di 29mila euro di stipendio, seguiti dai dipendenti delle Autonomie locali. Un altro studio, commissionato dall’Inpdap, ha operato un confronto tra quattro macro categorie di dipendenti dell’Amministrazione Pubblica, coinvolgendo 3mila casi gestiti dalla Asl di Milano: insegnanti, impiegati, personale sanitario, operatori, partendo dall’analisi degli accertamenti sanitari per l’inabilità al lavoro. Tra i fattori che determinano i disturbi vi sono tutta una serie di condizioni stressogene a cui essi sono sottoposti. Per il sindacato, al di là dei fantasiosi stereotipi, la realtà è quella di un lavoro che nel corso degli ultimi anni ha perso valore economico e considerazione, rivelandosi pure dannoso per la salute.
Per Marcello Pacifico (sindacato Anief-Cisal), tutto il personale scolastico, Ata e presidi compresi, “è sottoposto a una mole di responsabilità imparagonabile ad altre occupazioni” e la riprova sono le indagini sulle malattie professionali. Perché chi lavora a scuola “si fa carico di problematiche di giovani in crescita, bisognosi di essere ascoltati, aiutati, formati. Solo che queste azioni quotidiane logorano e con il tempo si paga lo sforzo profuso attraverso, purtroppo, l’insorgenza di patologie”, aggiunge Pacifico. “Chi parla di crisi di vocazione sbaglia: il problema – continua – riguarda la mancanza di considerazione. E questa è una vera sconfitta per lo Stato”. “Anche la gestione latita. Basti pensare a quanto è stato fatto con i docenti abilitati dopo il 2011 – concclude -: chi ha svolto i Tfa e i Pas doveva essere accolto nelle GaE, in questo modo avremmo avuto insegnanti pronti a coprire quelle cattedre che oggi risultano non assegnabili”. Per quanto riguarda infine, gli stipendi. L’Anief sottolinea che il Governo sta veleggiando verso i 100 mesi senza il rinnovo del contratto e si vuole ora sottoscrivere un aumento che copre appena un terzo del dovuto, con l’inflazione che continuerebbe a erodere le loro buste paga.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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