Demonstrators hold placards with portraits of French President Emmanuel Macron and the slogan "To clear out" during a national strike and protest against the government's labour reforms in Paris, France, September 12, 2017. REUTERS/Charles Platiau

Francesco Cecchini

Il 21 settembre decine di migliaia di manifestanti sono scesi in piazza in Francia per manifestare ancora una volta contro la riforma del lavoro voluta dal presidente Emmanuel Macron. Dieci giorni dopo la prima protesta organizzata dalla Confederazione Generale del Lavoro (CGT) e dai sindacati di solidarietà, alla quale parteciparono 400.000 persone secondo i sindacati. Il secondo giorno di mobilitazione contro Macron ha insomma raccolto un numero uguale di manifestanti. A Parigi, Marseille e Bordeaux, gli organizzatori hanno informato di un numero simile di persone  del 12 settembre, quando circa 60.000 persone hanno marciato a Parigi e Marsiglia e 12.000 a Bordex. C’è stato un sostanziale aumento a Grenoble, dove avevano marciato 2.000 persone. Il Segretario Generale della CGT Philippe Martinez ha dichiarato: “Sulla base delle informazioni che stiamo ricevendo è lo stesso livello della strada che la scorsa settimana, ma vi sono più scioperi nelle fabbriche”. A Parigi numerose scuole sono state occupate dagli studenti, mentre nelle strade intorno alla capitale si sono formate code e rallentamenti a causa delle proteste di camionisti e casellanti. In alcune città vi sono stati scontri tra manifestanti e polizia, ma le proteste sono state in gran parte pacifiche. Jean-Luc Mélenchon ha partecipato al corteo di Parigi assieme a Philippe Martinez della CGT e al socialista Benoit Hamon debole segnale di una convergenza e unità necessaria. Il 23 settembre manifesta contro Macron la France Insoumise.

La lotta del popolo francese contro Emmanuel Macron continua.

Demonstrators hold placards with portraits of French President Emmanuel Macron and the slogan “To clear out” during a national strike and protest against the government’s labour reforms in Paris, France, September 12, 2017. REUTERS/Charles Platiau

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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