Francesco Cecchini

Alberto Fujimori
I parenti delle vittime di diversi casi di violazione dei diritti umani, La Cantuta, Barrios Altos e altri, hanno dichiarato che la risoluzione che ha annullato il perdono umanitario ad Alberto Fujimori, ha ridato la pace e la tranquillità che erano state tolte lo scorso Natale. In una conferenza stampa tenutasi presso la sede del Coordinatore Nazionale per i Diritti Umani, Gisela Ortiz, sorella di uno dei nove studenti universitari spariti a La Canuta, Enrique Guzmán y Valle, ha parlato a nome della famiglia e ha che sono stati rispettati dal sistema giudiziario il diritto e che è stato riconosciuto il diritto alla giustizia delle vittime. Ora questa decisione di rispedire Alberto Fujimori in carcere è in conformità con la sentenza del 2010. La consigliera Dania Coz, di COMISEDH ( Comissione dei Diritti Umani), ha commentato postivamente la sentenza di 225 pagine firmata dal giudice Hugo Núñez Julca. Ha anche chiarito che chiedere il rispetto della legge e della Costituzione non può essere qualificato come atto di odio. Ha detto che ciò che i parenti delle vittime vogliono è il rispetto per la memoria dei loro cari e il rispetto per il loro diritto alla giustizia, “che non è odio”.
Dopo la revoca del perdono umanitario, accompagnato dal figlio più giovane, Kenji Fujimori, l’ex presidente di 80 anni è stato portato in ambulanza a un ospedale giapponese, dove era stato ricoverato più volte prima di problemi di salute.
Va ribadito che la grazia era stato un atto arbitrario dell’allora presidente del Perù Pedro Pablo Kuczynski del PPK, contro il quale si era espressa Corte interamericana dei diritti dell’uomo.
Link con articoli precedentemente pubblicati da Ancora Fischia il vento sono i seguenti:

LA SAGA DEI TEMIBILI FUJIMORI

ALBERTO FUJIMORI SARA’ GIUDICATO PER UN ALTRO CRIMINE.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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