Netta affermazione della sinistra post-comunista della Linke in Turingia, land tedesco della Germania dell’Est considerato una vera e propria “cerniera” tra l’est e l’ovest del paese.

La Linke diventa il primo partito della culla del misticismo tedesco. Una vittoria personale per il governatore uscente Bodo Ramelow, che proprio dal partito della sinistra tedesca proviene e che ha (ben) governato nell’ultima legislatura in coalizione con SPD e Verdi. Die Linke passa dal 28,2% delle scorse elezioni al 31% di oggi, un risultato che viene però parzialmente offuscato dal quadro generale che emerge da questa consultazione in Turingia: i suoi due alleati di governo infatti perdono consensi, in particolare i socialdemocratici che con l’8,2% di domenica calano di oltre 4 punti percentuali, mentre è più contenuto l’arretramento dei Verdi, che registrano il 5,2% dei consensi (-0,2% rispetto al 2014). Il vero crollo lo fanno registrare i centristi della CDU che passano dal 33,5% al 21,8%, arretrando addirittura da primo a terzo partito della regione in soli 5 anni. Un arretramento che va a tutto vantaggio dell’estrema destra dell’Afd, che in questa regione è capitanata dal leader Björn Höcke, esponente della corrente più a destra del partito. Höcke ha fatto proprio un linguaggio disinvolto e apertamente neonazista, arrivando perfino a rievocare fieramente i tempi del Terzo Reich e a definire il Museo sull’olocausto di Berlino “una vergogna”. Il vero problema adesso sarà riuscire a formare un nuovo governo per la regione, dal momento che lo schema uscente rosso-rosso-verde (alleanza tra Linke, SPD e Verdi) non è numericamente riproponibile a causa dell’arretramento dei due alleati minori. La CDU, che continua e tenere dritta la barra sulla conventio ad excludendum dell’estrema destra, ha già aperto ad ipotesi di inedite alleanze con la Linke, o al limite ad un appoggio esterno. La lezione più rilevante di questa tornata elettorale sembra essere la sensibilità di quest’elettorato, anche quello giovanissimo, a tematiche sociali quali il salario e le pensioni a discapito delle tematiche ambientaliste che hanno permesso ad Ovest ai Verdi di accrescere i loro consensi e di tamponare l’ascesa dell’Afd. Nell’Est economicamente molto più debole e con contraddizioni sociali più accentuate, reggono i partiti che in chiave progressiva o regressiva trattano i temi sociali immediatamente riconoscibili dall’elettorato nella propria quotidianità, offrendo una discontinuità chiara rispetto allo status quo. Una lezione per le due forze moderate tedesche, SPD e CDU, i veri sconfitti di questa elezione.

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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