Graham Greene al centro e alla sua sinista Daniel Ortega


Francesco Cecchini


Prima o poi bisogna scegliere da che parte stare, se si vuole restare esseri umani. Graham Greene
La casa editrice Sellerio di Palermo sta pubblicando i più famosi romanzi di Graham Greene. Il primo è stato nel 2019 Il Console Onorario, ambientato tra lArgentina e il Paraguay ai tempi della dittatura di Alfredo Stroessner, per continuare con altri, tra i quali “Una pistola in vendita” a fine 2020 e così via nel 2021. I romanzi sono curati da Domenico Scarpa con note di scrittori come Alessandro Baricco, Giancarlo De Cataldo e altri.
Un fatto importante nel panorama editoriale italiano che permette di leggere o rileggere il grande scrittore inglese. La lunga vita di Graham Greene, 87 anni, è stata densa di vicende e avventure, che hanno aricchito la sua scrittura. Leggerlo sgnifica attraversare la geografia e la storia del secolo scorso.
La sua prima esperienza fuori dell’ Inghilterra fu in Liberia e poi in Mexico incaricato di fare un reportage sulle persecuzioni religiose, che è alla base di “ll Potere e la Gloria”. Nel 1941 fu mandato dal Foregn Office a Freetown in Sierra Leone ed ebbe come capo Kim Philby, un doppio agente, che nel 1963 andò in Unione Sovietica. La vicenda gli ispirò “Il Fattore Umano”, anche questo romanzo pubblicato ultimamente da Sellerio.
Graham Green fu sempre molto attento all’ America Latina e fu anche un convinto e attivo oppositore dei regimi repressivi in tutto il mondo. Mantenne un rapporto continuo con i movimenti di liberazione nazionale e i governi progressisti in erica Latina. Per esempio donò la metà delle royalties del romanzo “Monsignor Quixote”, pubblicato nel 1982, al movimento sandininista del Nicaragua.
Il 24 aprile 1987, a 83 anni, fu premiato dal presidente nicaraguense Daniel Ortega con l’ Ordine Rubén Darío, la più alta distinzione culturale di quella nazione, per i suoi meriti come uno dei grandi narratori del 900 . Alla cerimonia, tenutasi presso il centro congressi César Augusto Silva a Managua parteciparono il vice presidente della nazione, Sergio Ramírez, i comandanti sandinisti Tomás Borge e Henry Ruiz e il corpo diplomatico accreditato a Managua. Graham Greene aveva visitato il Nicaragua in diversi occasioni dal 1980, ed era considerato uno scrittore ispanico, poiché molte delle sue opere sono sviluppate in America Latina o in Spagna.
Nel suo intervento lo scrittore usò chiare parole di sostegno al Nicaragua indipendente:”Siete i primi difensori in una guerra tra civiltà e barbarie. Sono orgoglioso di essere qui, e prego per la vostra vittoria”.
Anni fa il quotidiano inglese The Guardian rivelò che gli archivi declassificati dell’ FBI avevano mostrato che per 40 anni lo scrittore era stato tenuto sotto controllo, i suoi movimenti seguiti, perché antiamericano.
Graham Greene, però, non fu antiamericano, ma antiimperialista

Graham Greene

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Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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