riceviamo e pubblichiamo

Scritto da SIEMPREREVOLUCIONCon

“Lo sport sano è incompatibile con il consumismo e lo spreco”

“Lo sport sano è incompatibile con il consumismo e lo spreco”

Fidel Castro – Riflessione 2007

Oltre 100  fa, nascevano i ciclisti rossi, da allora  in avanti, facendo un’analisi alla bici, dobbiamo riconoscergli un chiaro ruolo politico, il partigiano Giovanni Pesce  (nomi di battaglia “Ivaldi” e “Visone” ), che durante la Resistenza con la bicicletta  mise a segno diversi attentati contro i fascisti , dichiarò :  «Era come l’aria che respiravo, un mezzo indispensabile per muovermi in modo rapido in ogni frangente. Senza la bicicletta non sarebbe stato pensabile compiere le azioni che ho portato a termine».

Non va dimenticato che il 24 aprile 1945 l’ordine di insurrezione generale fu trasmesso da staffette in bicicletta, nel successivo clima di guerra fredda,  il ciclismo fu usato come calmiere delle tensioni politico-sociali, il popolo italiano si divise  in due fazioni, quella democristiana di  Bartali , militante di azione cattolica  nonché “Pio” amico di  De Gasperi” e  quella “Comunista” del più moderno Coppi  ( In realtà Coppi pur figlio di poveri contadini del basso Piemonte comunista non lo era affatto , anzi per le elezioni del ‘48 fece propaganda per i Comitati Civici vicini alla DC.)  

Risulta che i due vennero contattati dalla direzione dei due partiti maggiori per entrare a far parte delle liste elettorali, ma entrambi declinarono l’invito .La Democrazia Cristiana utilizzò poi i successi di Bartali al tour de France per cercare di sventare quella che poteva essere una probabile guerra civile a seguito dell’attentato al leader del PCI Palmiro Togliatti.

Fino alla decade de ’60, il ciclismo era praticato da figli di operai, muratori, contadini, arrotini, garzoni …….. raramente si incontrava un figlio della borghesia  ….  Il  giro d’Italia, fino ai ’60 senza dubbio alcuno, era l’evento sportivo più importante e non attirava solamente il proletariato, c’erano anche scrittori, artisti, poeti, ad accogliere la carovana  dei ciclisti ai bordi delle strade post guerra, si ritrovava tutto un popolo con alle spalle un paese sfiancato, devastato, un Paese da ricostruire, politicamente diviso, con gli USA che da padroni, imponevano diktat  e regole del capitalismo, nelle strade, dalle pianure, ai  ripidi tornanti  delle Alpi o dell’Appennini, si inneggiava  per Coppi o Bartali,( per  la camicia nera Magni solo qualche nostalgico) …sui muri apparivano scritte tipo :“viva Coppi   Comunista, abbasso Bartali democristiano” … Addirittura tra gli addetti della carta stampata al seguito del giro negli anni d’oro potevamo imbatterci con  Dino Buzzati, Pier Paolo Pasolini, Luciano Bianciardi, Vasco Pratolini….  nei ’60 il calcio milionario, poi miliardario passo dopo passo relegò il ciclismo ad un ruolo marginale, il calcio  fu eletto lo sport in primis dal capitale e ben presto diventò l’oppio, lo sfogo domenicale dei nuovi impiegati subordinati all’umore dei superiori, così come dei lavoratori costretti a massacranti turni nelle catene di montaggio delle fabbriche, che viaggiavano a pieno ritmo per il boom economico,….La bici gradualmente termina il suo uso come mezzo di trasporto … ricomparirà negli ultimi 20 anni sul portabagagli  delle auto al fianco della valigia, ormai come  mezzo per svago e  tempo libero nei momenti di vacanza, …. a dire il vero purtroppo riapparirà anche come mezzo di lavoro dei Riders, nuovi lavoratori marginali , nuovi sfruttati da un  liberismo sempre più selvaggio, che viola i più elementari diritti nel lavoro, così come viola Diritti Umani e Civili.

  Museo del telaio inaugurato nel centro storico di Castelfiorentino nel dicembre 2019

La passione per il ciclismo, il radicato  interesse per i ciclisti rossi, la”fissa” pilotata che vecchi e nuovi ciclisti  amatoriali hanno sul carbonio, più il loro frequente uso di dopanti  …, mi hanno portato nei dintorni di Castelfiorentino, a 8 km da Certaldo e 20 da San Gemignano, per intervistare  Eugenio Simoncini , un piccolo imprenditore o artigiano, chiamatelo come volete, un appassionato di ciclismo, uno che dopo 70 anni continua a mantenere viva la tradizione di famiglia nata nel 1949, …  Eugenio neanche 39 anni, laureato in chimica dell’ambiente, ex ricercatore, ex professore in scuole superiori  pubbliche, mi fa accomodare nel suo ufficio nel laboratorio della sua impresa, subito mi dice : Mio nonno iniziò a costruire telai per biciclette nel centro storico di Castelfiorentino.  In uno dei magazzini del vecchio laboratorio, ho realizzato un museo della bici, che ufficialmente è stato aperto nel dicembre 2020, per i primi 2 mesi siamo riusciti ad organizzare iniziative:” presentazione di libri, mostre, proiezione di un cortometraggio sui nostri ragazzi che in bicicletta sono andati da Firenze a San Pietroburgo, 5000 chilometri nella ex cortina di ferro”, purtroppo è arrivato il Covid che ha bloccato altre iniziative programmate dal nostro Gruppo sportivo nato nel 2016 , gli abbiamo dato il nome: “Comunità Castellana Ciclismo Popolare”  – o meglio CCCP, che è anche una presa in giro per il l modo in cui veniva letto SSSR, non siamo in tanti, ma stiamo bene insieme e quando siamo per le strade ci riconoscono, a Castelfiorentino Alto, accanto al museo come associazione sportiva per fare attività popolare abbiamo aperto una ciclo officina, un’idea per dare risalto al quartiere storico,  che bensì  ospiti il Municipio si trova in uno stato di totale degrado e abbandono, e pensare che a 8 chilometri c’ è Certaldo , che è una chicca.

 Eugenio lavora l’acciaio, il titanio e anche il carbonio, soprattutto per bici da strada, gravel e moutain bike, tutte personalizzate, la ditta fino ai ’90 faceva  telai per conto terzi con una gamma medio-bassa  ed era tre volte più grande di oggi, tra la clientela c’erano  : Aquila, Benotto, Viner, Manila Boss, Nilor, Clements, Velo Etruria, Ceccherini, Shauff, Bormann, CBT Torino,…. Funzionano ancora i macchinari per telai a basso costo ma quello che da risalto oggi è  la realizzazione di un’ alta gamma personalizzata di telai costruiti su misura.

    L’ impresa Simoncini telai, negli ultimi 70  ha lavorato per molte fabbriche di biciclette.

1a M.C.   Il sistema capitalista, dopo aver messo KO la classe operaia, adesso è impegnato a dare un colpo alle piccole imprese e quello che rimane di attività artigianali. Tu, giovane, laureato, dopo aver  lavorato in Italia e all’estero nel campo della ricerca e insegnato nelle scuole,  hai girato di 360°e andando in controtendenza alla realtà che ci circonda, hai preso la decisone di proseguire la tradizione di famiglia che dal 1949  costruisce telai per biciclette.

Quali ragioni ti hanno  spinto  a mettere da una parte la laurea e  altri interessanti lavori per tornare alla tradizioni di famiglia??  Che futuro vedi per la bicicletta sportiva e non ??

1a E.S Ragioni che mi hanno spinto a tornare in questo laboratorio ce ne sono molte, le storia è complessa però non vedo contrapposizione  tra avere una laurea , un dottorato come ho, e praticare altri tipi di lavoro, … per fortuna ho imparato dai miei genitori e sono cresciuto con questa mentalità,  studiare serve per formarsi non per creare un pezzo di una macchina in una catena di montaggio di qualsiasi tipo, sia in industria metalmeccanica,  chimica o   l’università, nel  formare i giovani a essere pezzi di un ingranaggio che fa guadagnare solo una piccola parte della società, sono tornato in questo laboratorio per vari motivi, magari personali e anche non personali, come la mancanza di fondi per la ricerca in Italia, però ripeto non la ritengo una contrapposizione, forse è stata una scelta coraggiosa  perché il  telaista non è un lavoro molto conosciuto, quindi non è apprezzato. Nel 2020 dopo il lookdown da  maggio in poi c’è stato un boom, non mi sono più fermato da allora, senza ferie, senza riposo, un momento positivo, pero da parte del 70-80% dei clienti il rispetto è sotto i piedi, si tratta di un’egemonia culturale che li schiaccia e gli fa portare dentro il pensiero consumista. Il materiale arriva inscatolato dall’estremo oriente, quindi se gli parli di ritardi delle spedizioni, che so, magari dei tubi, non riescono neanche a capire a cosa servono i tubi, c’è una visione da macchina e molti ti chiedono di fare le cose in fretta che è il contrario di farle bene, ci vuole coraggio e pazienza a sopportare tali pressioni. Un’altra cosa difficile nel mondo della piccola imprenditoria e dell’artigianato e che si deve stare lontani da media dominanti che fanno credere  che i comunisti vedono solo il sottoproletariato , sappiamo bene che il comunista sta con il lavoratore dipendente , e la dipendenza esiste di vari tipi, una piccola impresa come questa nei momenti  difficili, quando manca il lavoro (il ciclismo è stagionale) , o per crisi cicliche del sistema capitalista, possono portarti ad avere bisogno, in quel caso diventi dipendente delle banche, poi diventi dipendente delle mode, quando i grandi marchi impongono standard, che siano ruote a perno passante o freni a disco,… si deve cambiare velocemente altrimenti non soddisfi più le esigenze dei clienti plasmati dal sistema stesso, quindi ripeto pur essendo titolare con partita IVA, divento un lavoratore dipendente dalle banche come di uno Stato che funziona esclusivamente per le grandi imprese private, ci siamo molto americanizzati in senso statunitense, per fortuna l’America in generale è ben altro,…..Dunque non è fuori dalle righe costruire telai  dopo un dottorato,  però è vero che giovani e meno giovani oggi pensano che prendendo la laurea X devono per forza fare il lavoro X, non capiscono che una preparazione scientifica da chimico, o fisico,.. non possa servire anche in politica, o per capire un contratto di lavoro. L’ultimo lavoro mio è stato insegnare nelle superiori, nei professionali, i ragazzi sono plasmati dall’egemonia culturale dominante del capitale, un esempio nel settore scolastico alberghiero , professori di storia , matematica, ..dai ragazzi si sentono dire : “non insegnateci niente che non sia imparare a cucinare o legato alla nostra  specializzazione” più volte gli ho detto  che dovrebbero interessarsi a tutto compresa la matematica per capire in futuro il contratto di lavoro che gli faranno e imparare a non farsi imbrogliare.

Parte dell’Impianto per la costruzione dei telai

2a M.C. Come accennato, tu sei giovane, quindi non hai vissuto  in prima persona i momenti  di impegno politico  e di  lotta del popolo italiano, lotte dure che portarono sangue ma anche conquiste sociali e diritti , purtroppo molto è andato perduto, grazie ai tagli al sociale di questi  ultimi anni, tagli passati uno dopo l’altro senza  che il popolo assopito muovesse un dito. Leggendo i tuoi dati anagrafici già si capisce che sei nato e cresciuto all’ inizio del così detto riflusso, un riflusso che giorno dopo giorno ha portato il paese a livelli di ignoranza tali da rasentare la demenza, una condizione costruita, voluta, che  permette al sistema dominante di poter  perfino  modificare la storia, … Tu in questa realtà non certo idilliaca che fai?  Mandi messaggi  subliminali, costruisci e fai circolare  biciclette  con nomi che si voglia o no, riportano alla mente la grande Rivoluzione del ‘17 ottobre, che instaurò  il sistema  socialista in Russia,  un ordinamento, che nonostante il crollo, ancora terrorizza  i vertici del liberismo mondiale, fortemente ostili  a qualsiasi nuova  tendenza al socialismo,non a caso  in fortezze sperdute in Europa e nel Mondo, i potentati si ritrovano in vertici disumani  che lavorano  per cancellarlo dalle nostre menti e dai Paesi dove è presente o tenta di nascere.  Quelle bici, o prodotti come qualcuno li vorrebbe definire, le hai chiamate :  OKTOBER 17, KALLONTAJ, STAKANOV, YURI, SOYUZ, VOSTOK …la  tua stessa squadra ciclistica, gira  per le strade e gareggia con maglie dove davanti  è scritto Simoncini,  ma dietro a caratteri cubitali spicca la scritta CCCP e sotto più piccolo   :Comunità Castellana Ciclismo Popolare. Oggi nel campo delle piccole imprese è  raro incontrare posizioni simili alla tua, artigiani, commercianti … disposti a mettere la faccia per sostenere  anche in maniera soft , una linea di pensiero socialista, ne troviamo sempre meno , tu l’hai messa  in modo intelligente e  senza timori.  Questo  ha portato ripercussioni nel lavoro e nel contesto sportivo ??  La scelta di questo tuo modo di agire ti è stata tramandata dalla storia orale generazionale di famiglia o è stata una  presa di coscienza personale??

2a E.S. Si sono nato nel riflusso, per fortuna non l’ho vissuto perché mio padre e prima mio nonno erano comunisti, mio nonno nel 1962 uscì dal P.C.I. perché a suo giudizio si era imborghesito , mio padre si iscrisse alla F.G.C.I. nel 1966, ma dopo poco passò al PDCML un gruppo extraparlamentare di tendenza maoista, poi è entrato in Rifondazione Comunista nel 1991 dove confluirono molti della sinistra extra P.C.I. Gli anni ’80 sono importanti perché c’era l’Unione Sovietica, non si aveva paura e c’era un po’ di speranza anche se la parola speranza non mi piace, l’ambiente dove sono vissuto essendo maoista era molto critico verso l’Unione sovietica, comunque bene o male sono cresciuto in un ambiente che alla fine vedeva meglio la complessità del contesto sociale, ciò mi ha permesso di affrontare lo stato delle cose in maniera critica, non ho vissuto molte lotte, ma di una vicenda mi vanterò sempre, fu quando nel 1998-99 al liceo di Empoli ero rappresentante di istituto, eravamo in 4 ma fui l’unico a voler occupare la scuola e ci riuscì, era l’hanno in cui ministro dell’istruzione era Luigi Berlinguer, che iniziò con quella serie di riforme che poi Forza Italia e quelle bestie venute dopo hanno continuato ad attuare, non si poteva occupare la scuola perché le teste pensanti erano tutte  di area PDS, quindi non si poteva criticare un governo di sinistra, non mi interessò il loro volere, stampai un bel casino è l’occupazione si concretizzò. Con quella generazione per carità non si è concluso niente. Siamo arrivati a Genova 2001, mi sentivo parte di quell’ambiente ma la maturità mi impedì di andare alla manifestazione e le vicende accadute le ho vissute molto male, successivamente mi sono ritrovato su linee di pensiero e capì che avevamo sbagliato a dare un appuntamento nel tempo e nello spazio alle forze del capitale, no, non possiamo dirgli dove siamo  dagli modo di prepararsi, la storia ci insegna che dal  1936 al’ 45 abbondante in Europa ci sono stati gruppi di Resistenza e quindi di guerriglia che da soli hanno liberato Albania, Grecia, Yugoslavia e Balcani aiutando l’Armata Rossa, poi arrivarono gli americani in Normandia ma se non era per i Maquisards con il “cavolo” la Francia veniva liberata in poche settimane, In Italia conosciamo il grande impegno della Resistenza, si noi dovevamo imparare, in Vietnam l’hanno imparato.
Quando ho iniziato a fare i telai ho pensato :Perché non mandare un messaggio costruendo biciclette con nomi legati alle repubbliche sovietiche , con la maglie che portiamo e quei nomi delle biciclette, le critiche arrivano di tutti i tipi, però ci sono anche spunti di discussione con le persone, magari su10, almeno 8 ti mandano a quel paese, però 2 approfondiscano, quindi vedo che la cosa  permette il dialogo,  se non l’avessi fatto tutti avrebbero continuato ad essere anticomunisti. Ripercussioni? Si assolutamente si!  Per fare un esempio a Castelfiorentino  dal 2016 al 2018  sono stato consigliere comunale di una lista realizzata dal PRC in opposizione al PD, ho lasciato perché per il mio carattere non è facile e perché ora come ora fare il consigliere non serve a nulla, esempio:” tu mi metti in una amministrazione sottomessa al fiscal compact che obbligatoriamente  diventa una macchina  guidata dal capitalismo che impone il pareggio di bilancio, quindi non si può fare interventi sul sociale, sulla sanità, sulla scuola (cultura e sanità non vanno in bilancio e si vede con questa crisi sanitaria), allora non mi puoi mettere  al volante di una macchina che non si può guidare, certamente si può  provare a discutere, poi?? Si deve cambiare in altre forme, dall’interno non si cambia.

In Toscana che costruiamo telai siamo rimasti in 3-4, in provincia di Firenze sono 2, nel mio paese quasi nessuno lo sapeva, se non mi impuntavo con il mio modo di fare ribelle, far circolare nel territori le maglie CCCP,.. chi diffonde l’ informazione  non lo avrebbe fatto sapere, qua cercano di sotterrarmi perché sto diffondendo un pensiero  che gli va totalmente contro, già problemi li ho avuti anche in ambito universitario, dove ho  portato avanti il dottorato sotto un barone che si vantava del suo titolo, ho tentato di muovergli  contro tutti i ricercatori dottorandi, ovviamente è finita che li ha accomodati tutti , fortunatamente avevo un background politico-culturale diverso e non mi sono piegato, ha provato a farmi fuori, avendo però ottenuto buoni risultati non c’è riuscito, sono stato premiato ed ho lavorato all’estero.

Collegandomi all’introduzione dell’intervista che hai scritto, ti dico che la bicicletta è un ottimo mezzo per portare avanti la lotta di classe, energeticamente è la macchina muscolare più efficiente che abbia inventato l’uomo, una macchina che permette a chi non ha soldi per comprare un mezzo legato ad una fonte di energia, sia il petrolio, come  lo sarà l’idrogeno, come lo fu il carbone, di spostarsi con la maggiore efficienza possibile, portando sullo stesso piano il povero e il ricco.

Alla fine dell’800, inizio ‘900 la bicicletta si diffuse nello  strato sociale povero, tanto che il generale Bava Beccaris, così come  altri generali del regio esercito ne proibirono l’uso durante le manifestazioni, l’ intento era impedire la fuga dei lavoratori, dei protestanti in generale, la bicicletta fu  anche uno strumento importante per l’ emancipazione femminile.

3a M.C. Nel 1969  in via Prampolini a Venturina, Gino Bartali mi disse “Bimbo se vuoi correre ci vuole tanto spirito di sacrificio”, lo stesso me lo diceva il mio allenatore e altri vecchi ciclisti, oggi purtroppo nella dirompente ignoranza popolare, le mode imposte dall’alto fanno il bello e cattivo tempo, tanti, troppi, sono i ” ciclisti”convinti che con una bicicletta più appariscente e costosa si vada più forte e si duri meno fatica, addirittura quando incontrano qualcuno con una bicicletta di alluminio o acciaio …. lo guardano dall’alto in basso, infatti i cicloamatori di nuova generazione “pensano” (o meglio gli hanno inculcato in testa) che il carbonio sia il migliore in assoluto,  quindi logicamente acciaio, alluminio, titanio vengono  marginalizzati, ..una documentazione francese riporta che i telai in carbonio, sono praticamente tutti di produzione asiatica (Taiwan Cina Vietnam) , hanno un costo che va dai 250/500 euro, ma arrivati a destinazione  in Europa come negli USA subiscono una ricarica di prezzo da 5 a 10 volte superiore, dipende dalle marche più o meno  prestigiose,  il bello è che grazie a leggi europee i telai arrivano anche a mascherare le loro origini passando come: made in Italia, Germania, Francia, Spagna, ecc….. solo per essere verniciati, assemblati e magari dotati di adesivi accattivanti …

Dunque Eugenio, il ciclismo è un bellissimo sport popolare, però sembra diventato solo merce come tutto quello che ci circonda e per giunta merce costosa. Tu che sei nel settore con un’impresa in piedi da 70 anni, puoi spiegarci in modo chiaro cosa gira dietro il ciclismo, che in Italia vanta molti  praticanti?  

Come è possibile che le grandi marche lievitino fino  2,5 arrivando perfino a 5mila euro per un telaio acquistato in Asia, con costi  che come accennato vanno dai 250  fino a 500 euro ?

Nel 2020 la storica tuberia Columbus in acciaio o ibrida, come  riesce  a competere  con il  boom pilotato dei telai in fibra di carbonio ??

3a E.S.Rispondo da chimico laureato in chimica per l’ambiente, tecnicamente il carbonio è un ottimo materiale prestazionale quando un telaio è ben fatto a livello tecnologico, un materiale che ti permette alte prestazioni,  di comodità  non è il migliore per resistenza, durata, assorbimento colpi, sollecitazioni  della strada, prestazionalità e comodità sono due cose abbastanza opposte, il carbonio va bene quando si  fa agonismo, quindi va bene  per un professionista che di solito ha due, tre bici a disposizione e se si rompono non è un problema suo, il carbonio si può riparare ma non così bene, essendo una fibra e non un metallo quando lo si ripara cambia le caratteristiche tecniche, quindi cambiano le sue risposte allo scatto, alle sollecitazioni stradali …

Il metallo è tutto un altro dire, le caratteristiche sono uguali su tutti i punti, nessun timore che colpendolo da una parte si rompa, l’acciaio e il ferro da cui deriva sono compagni dell’uomo da millenni e ne conosciamo tutti i segreti, senza dimenticare che è riciclabile, certo in fonderia, ma riciclabile, il carbonio si può riciclare solo riducendolo in polvere, poi viene incollato nuovamente per fare un qualcosa che non deve essere strutturale visto che non  regge più. Le  polveri di carbonio sono altamente tossiche, quando si taglia una forcella anche senza covid si deve mettere la mascherina e proteggere gli occhi, su questi punti discuto con la gente, oggi si comprano bici al carbonio perché le si possono rivendere a buon prezzo senza pensare che è un materiale che si deteriora al sole, a dire il vero avrebbe una scadenza che di solito non dicono, un telaio non dovrebbe essere usato oltre 5 anni perché aumentano le probabilità di rotture, quando mi dicono ho bisogno di comprare una bici X per usarla 2 anni e poi rivenderla a buon prezzo mi si rizzano i capelli, un conto è un ragazzo che deve crescere , un altro conto è da 18 a 40 anni, ma dopo i 40 non ha senso cambiare il telaio visto che c’è il materiale che permette di non cambiare più, la bici completa può essere costruita a misura a prezzi inferiori al carbonio, o meglio di quanto vendono il carbonio in Italia, in Europa.

Il carbonio è diventato un prodotto di commercio, di consumo, si compra e si rivende, non ci si affeziona più alle bici così come è cambiata la concezione dello sport, come artigiani ci scontriamo con delle macchine, che non sono macchine di produzione ma di quel marketing pubblicitario che costruiscono l’opinione pubblica, lo vediamo nella bicicletta, come nella società,…addirittura vengono costruite opinioni sulle geometrie, nei forum mi trovo a discutere con persone che pur non facendo la mia professione si sentono esperti solo perché hanno letto qualcosa nelle reti sociali o in siti falsamente specializzati, ti dicono che per fare una bici su misura serve l’altezza, quando mai?  Per realizzare una bici serve solo misura del cavallo e apertura braccia, perché gli chiedono l’altezza? Perché le grandi marche possono giustificare il fatto di produrre 3-4 taglie e qui arrivo al punto capitalismo/carbonio, questione su cui ho riflettuto attentamente, i telai escono a stampo e sono realizzati a Taiwan, e Hong Kong, non nella Cina tradizionale, la, dove ci sono altre leggi sul lavoro, sono collocate 2-3  imprese gigantesche, che inviano telai per biciclette in tutto il mondo, le producono bene, come detto a stampo, a grandi numeri e a basso prezzo, quando arrivano in Italia costano da 200 a 500 euro. Nel mio laboratorio artigianale lavoro tubi di carbonio fatto in Italia però alla fine se non vendo un telaio 1500 euro non ci rientro, quindi non potrò mai competere con l’ industria, come rapporto di scala è chiaro c’è una discrepanza, la differenza  tra 1500 e 200 è grande, questo è terrorismo violenza sui lavoratori, a Taiwan ci sono gabbie salariali, non so se per il loro paese sono pagati giustamente, sicuramente prendono poco per noi,  la differenza di salario tra lavoratore taiwanese e lavoratore italiano va a finire nelle tasche dell’importatore e di colui che ci mette l’adesivo sopra.

   Eugenio in sella alla Oktober 17 telaio costruito per il centenario della rivoluzione russa

4a M.C. E’ evidente che individualismo,  immagine,  apparenza,..dominano  questa  società, (con le dovute eccezioni) , notiamo che tra ciclisti di nuova generazione c’è ben poca semplicità, sono in  competizione con tutti perfino con se stessi, d’altronde questo è il modello che il sistema gli ha inculcato, sfoggiano biciclette con design spaziali, le ruote poi  vanno ben oltre l’immaginario collettivo, alcuni  di loro “i pompati” negli allenamenti li vedi che vanno al massimo, non pochi sono vestiti di nero e senza  il casco, forse sarà perchè  altrimenti non li riconoscono?.  Quando l’incontri sul tuo percorso ti accorgi che sono pure privi di educazione, ne un saluto, ne un cenno, forse l’unica cosa che guardano è la bicicletta che hai, questo sarebbe il ciclismo? O meglio questo sarebbe lo sport  oggi?? Anni fa, forse troppi, salutarsi era il minimo, ma è anche vero che il rullo compressore del liberismo non aveva ancora  cancellato la cultura e l’etica comportamentale.  Lo sport  ha con se dei codici, una linea di comportamento e valori ben precisi, se ne viene privato gradualmente muore e si trasforma in un ibrido dello squallido Mondo consumista.

“Meglio una sconfitta pulita che una vittoria sporca! “

lo disse Yuri Chechi

Oggi non è più così, il ciclista  amatoriale (che reputo  il peggiore) , per l’alimentazione non si reca più dal macellaio o al supermercato, va direttamente in farmacia o in centri specializzati  dove si vendono” polverine”,  pastiglie, barrette,… quando  partecipano a gare, la parola d’ordine come accennato è emergere sugli altri, essere il primo (il secondo già non conta più), e con meno fatica possibile, quindi per raggiungere il risultato, senza remore, in tanti, in troppi assumono i più svariati tipi di “carburanti speciali”,senza pensare agli effetti a venire. Se però visitiamo la  pagina Sanzioni disciplinari  del sito della FCI (Federazione Ciclistica Italiana   si può leggere un interminabile elenco di ciclisti amatoriali che hanno fatto uso di sostanze dopanti, centinaia e centinaia di “atleti” che vengono squalificati, e radiati per sempre da attività sportive..

Aldilà  del professionismo come vedi la “spinosa” questione del doping nel ciclismo in generale ?

Quali valori e principi cerchi di trasmettere ai ciclisti della tua squadra ?

4a E.SLa nostra squadra amatoriale è molto amatoriale, facciamo Gravel, Randonnè e poco altro, fin da ragazzo sono schifato dell’agonismo, sono cresciuto con il mito di Pantani e lo è tutt’ora. Nel 1998 a 16 anni iniziai veramente a  correre, la bicicletta mi ha fatto bene psicologicamente, alla salute e al carattere ….Quando passai dilettante, non dico anno, non dico squadra e non perché hanno i migliori avvocati, andai in ritiro  con la squadra, era estate e c’erano solo ciclisti stranieri ( uno poi fece piazzamento al giro d’Italia), gli italiani avevano preferito andare al mare, come stakanovista scelsi il ritiro con quei ciclisti dell’Europa dell’est, li avevano lasciati in un appartamento ammuffito con un frigorifero dove c’era soltanto fette biscottate, marmellata, passata di pomodoro, pesce surgelato cocomeri e flebo, questa era il tutto più pasta e riso, ovviamente la flebo non era per forza doping, non le usai perché tengo paura solo alla vista di un ago….Già i ragazzini li portano ad assumere delle “cose” non è detto che tratti doping , ci sono dei limiti che li mette la legge, ma come ci insegna Lenin in “Stato e rivoluzione”  la legge è fatta da chi comanda e tra chi comanda ci sono anche le case farmaceutiche, il limite tra doping e non doping è labile, aggirabile, in questo momento per i cicloamatori il problema più grande sono gli integratori che si vendono in farmacia e nei supermercati a caro prezzo, questi hanno delle caratteristiche che se le vai ad analizzare bene sarebbero dopanti, ma consigliano una certa dose perché non risulti dopante, negli amatori la questione doping è presente in maniera impressionante, qua nei dintorni, c’è una squadra amatoriale famosa, loro corrono solo per vincere, quando realizzai la bici OKTOBER 17 mi ritrovai in mezzo a loro, uno mi dice : Ti fai la bici nuova e la fai di acciaio e non al carbonio, ma è pesa? Gli risposi questa dura una vita, nella prima salita prova a staccarmi, lui di rimando questo è un altro discorso!! Allora se ancora contano le gambe perché spendete dietro le mode? La bicicletta mi fa stare bene, e se sto bene con me sto bene con gli altri … e quando incontro questi amatori cerco di fargli capire che stanno vivendo in un miraggio, dove li stanno imbrogliando con il loro stesso consenso, sappiamo cosa molti di loro fanno la domenica prima di correre, “si curano bene, bene”, questa è una mentalità che non è solo del ciclismo. La ritroviamo in altri livelli sportivi, nell’educare i figli, nel pagare le tasse, nel votare …. questi sono i messaggi che circolano nel nostro gruppo sportivo CCCP.

Un grande grazie a Eugenio per la sua disponibilità, sperando di incontrarlo di nuovo quando magari realizzarà quella bicicletta che ha in mente :”GUADALAjARA ’36” ,vorrei  concludere questo documento, ricordando che dietro quel CCCP che a molti continua a dare un fastidio immane (compresi compagni/e),  di fatto si era sviluppato un sistema economico/sociale che poneva lo sport al centro dell’attenzione, lo sport era  un diritto basilare accessibile alla formazione di ogni cittadino e senza barriere economiche. Insieme a scienza, arte, poesia,… l’ attività sportiva era un fondamento per il progresso del socialismo. I Paesi socialisti, come Russia, DDR,…ma anche la più lontana Cuba,… hanno raggiunto grandi risultati internazionali.  L’ Unione Sovietica nel 1975 aveva più di 50 milioni di sportivi ripartiti in 219.000 collettivi sportivi, c’erano anche scuole pubbliche di sport per infanzia e gioventù che individuavano potenzialità e le preparavano senza trascurare la loro preparazione accademica,…

Invece cosa si fa per lo sport oggi nel selvaggio liberismo italiano ?? Nulla, basti pensare che l’educazione fisica è relegata ad un paio d’ore alla settimana vissute come perdita di tempo o poco più, per praticare molti  sport,  salvo rarissime eccezioni, c’è da pagare quote mensili e altre spese, quindi tanti/e rinunciano, semplicemente perché non hanno le risorse economiche necessarie, inoltre c’è stata una capillare mercificazione del settore sportivo tanto da fargli perdere  i suoi connotati primari,  diventando solo una fonte di estetica, di apparenza, … di esibizionismo  e competizione perenne con zero etica e umiltà.

Maurizio Cerboneschi “Sandino”

Ciclisti Rossi di Andrea Gaddini vedi :

https://resistenciasiempre.blogspot.com/search?q=ciclisti+rossi

Info Simoncini Telai vedi :

Simoncini Telai – Special frames for special bikes · Since 1949 (simoncinitelaibiciclette.it)

https://www.facebook.com/simoncinitelai

Di AFV

Ancora Fischia il Vento è per un’altra informazione, una voce che prova a dare parola a chi parola non ne ha. Noi siamo contro il pensiero unico che ogni giorno ci viene propinato, e vogliamo, nel nostro piccolo, contribuire alla lotta per un’informazione d’alternativa.

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