Locandina del documentario Tararà.


Francesco Cecchini


La mattina del 26 aprile 1986 un reattore della centrale nucleare situata in quella che oggi è lUcraina del nord è esploso e si è incendiato scatenando un incidente nucleare destinato a diventare il più letale della storia. La catastrofe contaminò unarea di circa 140.000 chilometri quadrati in cui vivevano circa 7 milioni di cittadini sovietici, provocando unondata di radiazioni che coinvolsero parti di tre repubbliche dell allora Unione Sovietica: Ucraina, Russia e Bielorussia.
Nel febbraio 1990 il Comitato centrale del Komsomol (Unione giovanile comunista) dellUcraina lanciò un appello internazionale per assistenza di bambini vittime di Chernobyl. Cuba rispose immediatamente e Fidel Casto dichiarò sarebbero stati ospitati e curati migliaia di bambini. Poiché gli ospedali pediatrici dellAvana erano insufficienti, venne utilizzato, adattandolo, il villaggio turistico di Tararà, 11 km quadrati con 850 metri di spiaggia, a circa 15 km dalla capitale.
Recentemente è stato prodotto un documentario. dal titolo Tararà, sulla vicenda. Diretto da Ernesto Fontan, e prodotto da Espacio de la Fraternidad Argentino-Cubana e Carbono Films, Tarará racconta la storia che lega il disastro nucleare di Chernobyl con Cuba. Il documentario racconta di due, Alexandr e Vladimir, dei 26000 bambini arrivati ​​a Cuba a partire dal 1990, con diverse patologie soprattutto onco-ematologiche, che gradualmente si sono ripresi a Tararà. Si parla anche di persone come Aleida Guevara, figlia di del guerrigliero argentino-cubano Ernesto Che Guevara, del cantante Silvio Rodríguez, dello scrittore Roberto Fernández Retamar e di altri. Mentre Cuba era colpita dalla crisi economica dl periodo speciale, il Lider Maximo Fidel Castro accolse questi bambini ucraini privi di cure nel loro paese di origine, assieme alle loro madri disperate.
Un comunicato stampa ha così dichiarato: Tarará cerca di essere un inno all’umanità, per rafforzare i valori della fratellanza e della solidarietà. Insomma: è un film d’amore. Di amore al prossimo, a chi ha bisogno di aiuto.
Il video con il trailer del documentario è il seguente:

Fidel Castro accoglie i bambini ucraini di Chernobyl

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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