Riceviamo molti segnali di sconforto per la frantumazione di liste e candidature di sindaci a sinistra del Pd.
È un sentimento che condivido.

Sono convinto che ci sia bisogno in Italia di uno schieramento dell’alternativa capace di diventare un riferimento di massa.

È evidente la necessità di una proposta politica di sinistra e ambientalista, anticapitalista e antiliberista.

Le elezioni nelle città sono un’occasione per provare a coinvolgere cittadinanza attiva e civismo democratico, collegare i settori militanti e parlare alle classi popolari.
Sprecare l’occasione per sfoggiare la propria identità separata mi sembra demenziale ma accade.

Sono convinto che il potenziale espresso da manifestazioni come quella di sabato 18 a Firenze convocata dagli operai della #Gkn richieda nel paese una proposta politica che esprima e difenda gli interessi delle classi lavoratrici e dei ceti popolari.

Invece un dato balza agli occhi. La frantumazione di liste e candidature che rende più facile all’establishment la nostra marginalizzazione e alla grande stampa di ironizzare su un pulviscolo di sigle delegittimando le nostre sacrosante ragioni.

La divisione crea rabbia, delusione e disaffezione in quella quota di elettorato che non si riconosce nei partiti che sostengono il governo Draghi e ha posizioni di sinistra. Al tempo stesso rende difficile far emergere agli occhi di milioni di persone che c’è una possibile alternativa di sinistra.

Il panorama è desolante. Da un lato ci sono formazioni politiche (Sinistra Italiana, Verdi, ecc.) e aree di movimento che hanno scelto l’alleanza organica con Pd e quasi ovunque si alleano fin dal primo turno col partito di Letta che serenamente governa con Draghi e al tempo stesso gode del sostegno di quella che ho definito “sinistra ornamentale”.

La loro incidenza programmatica rasenta lo zero e la scusa dell’antifascismo regge poco. Si tratta di elezioni a doppio turno e
quindi è solo una truffa usare la paura della destra per rinunciare a una proposta autonoma e alternativa.

Dall’altro lato c’è la proliferazione di liste e candidature ‘supercomuniste’. L’Italia ha visto una proliferazione di sigle che giustificano l’ironia di Lercio.

Una frammentazione che consente al sistema mediatico di marginalizzarci come “gli altri” nei sondaggi e di renderci invisibili, ma che soprattutto fa cadere le braccia a tante compagne e compagni.

Invitiamo però a un esame attento delle posizioni e a non perdersi in una notte in cui tutte le vacche sono nere e tutti i partiti sono ugualmente responsabili.

Con tutto il rispetto ci sono posizioni altrui di cui non ci si può attribuire la responsabilità.

Ci sono partiti come il PC di Rizzo che teorizzano il proprio isolamento ideologico di “veri” comunisti neostalinisti e dunque la divisione anche occhieggiando a posizioni di destra su temi come immigrazione, diritti lgbtqi ecc.. Il Pc in nessuna città si allea con gli altri partiti comunisti. Neanche a Torino dove intorno allo storico gramsciano Angelo d’Orsi Sindaco di Torino si è unita tutta la sinistra radicale. Neanche a #Roma nonostante in passato Paolo Berdini Sindaco di Roma sia stato ospite applaudito di loro iniziative e oggetto di richieste di candidatura da parte di Rizzo stesso.
Forse per questa linea Rizzo piace alle tv?

Una posizione identica pur con contenuti ideologici opposti, in questo caso una variante del trotzkismo, ha il Pcl di Ferrando che pensa di essere il partito ‘bolscevico-leninista’ e che se riesce a presentare le liste lo fa rigorosamente isolato. Se non ci riesce è disponibile a dare indicazione per altri comunisti e questo lo rende meno settario di Rizzo (almeno pratica l’unità nelle lotte).

C’è poi Potere al popolo che oscilla tra scelte unitarie (Napoli e Torino) e una più generale propensione a presentare candidature di partito per marcare il territorio e dimostrare di essere – come gli altri – l’unico vero soggetto politico antagonista su cui fare affidamento.

Queste posizioni sottintendono l’idea di dare visibilità alla propria sigla e fare proselitismo. Cosa che sarebbe possibile anche coalizzandosi, con la legge elettorale delle comunali, ma evidentemente non basta a chi pensa che prima di tutto viene la propria visibilità.

Solo in #Calabria si è riusciti a costruire un terzo polo con Luigi de Magistris Presidente per la Calabria. Forse perché Rizzo e Pcl non ci sono in tutta la regione.

Peccato che sulla strada della frammentazione non si ottengano grandi risultati. Dalla gara a chi è più rivoluzionario, comunista, ecc. ecc. non derivano grandi vittorie.

A chi si lamenta con noi di queste divisioni non possiamo che rispondere che condividiamo il disagio ma non possiamo per decreto impedirle.
Cerchiamo di superarle laddove possibile.

Noi di Rifondazione Comunista continuiamo ad andare in direzione ostinata e contraria.

In queste elezioni siamo presenti con un profilo programmatico e una linea che crediamo sia quella utile a ricostruire uno spazio dell’alternativa nel nostro paese.
Lo facciamo con le nostre poche forze ma con grande convinzione.
Abbiamo lavorato a Roma, Milano, Torino, Napoli, Ravenna, Salerno, Trieste e tante altre città per costruire liste e/o coalizioni di sinistra e ambientaliste alternative ai poli politici esistenti e ai partiti che sostengono il governo Draghi.

Come Rifondazione Comunista abbiamo lavorato per l’unità e l’alternativa proponendo di convergere su candidature a sindaco/a unitarie per tutte le formazioni della sinistra radicale e le realtà di movimento.

A Roma l’urbanista ambientalista Paolo Berdini, a Torino lo storico Angelo d’Orsi, a Milano l’ambientalista anti-speculazione Gabriele Mariani proseguendo l’esperienza di Milano in Comune, a Bologna la combattiva consigliera Dora Palumbo uscita dal M5S, a Napoli l’assessora della giunta De Magistris Alessandra Clemente.

Non abbiamo preteso da nessuna parte che ci fossero logiche miopi e ristrette di orticello a impedire la più larga convergenza. Solo a Ravenna la lista Comunisti Uniti candida un nostro compagno iscritto Alessandro Bongarzone.

Il nostro obiettivo è quello di costruire l’opposizione e l’alternativa.

Se si giudica negativamente la divisione a sinistra è il caso di dare una mano a chi propone una linea radicale ma non settaria.

Maurizio Acerbo PRC

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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